Una deterrenza nei confronti della Russia.
Con questo obiettivo il governo Usa punta a rilanciare il nucleare, rivedendo l’arsenale statunitense proprio come deterrente nei confronti della Russia. Secondo il Pentagono, l’avversario euro-asiatico avrebbe pronta un’arma distruttiva dalla potenza mai raggiunta di 100 megatoni, trasportabile con sottomarini e in grado di provocare immensi tsunami di acqua radioattiva, e pertanto si pensa a rispondere con armi altrettanto potenti e distruttive, rilanciando il programma di potenziamento atomico. Questa decisione, avallata naturalmente dal presidente statunitense Donald Trump, fa spostare l’orologio della storia indietro, alla Guerra fredda e ponendo fine allo sforzo compiuto dal sue ex, il presidente Barack Obama, di ridurre l’arsenale nucleare. Gli Usa hanno gia a disposizione un arsenale che include 150 atomiche modello B-61 in depositi europei, di cui 70 in Italia a Ghedi e Aviano, che possono essere modificate per ridurne la potenza. Ma il Pentagono punta ad ottenere ordigni a potenza ridotta lanciabili da sottomarini e navi.