Rimborsi M5s, il buco potrebbe sfiorare il milione

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Onestà-onestà? No, disonestà-disonestà.

La mancata restituzione (volontaria) di parte della diaria dai parlamentari al Movimento cinque stelle potrebbe arrivare ad un buco di quasi un milione di euro. Mentre procedono i controlli su chi ha rimborsato (e quanto) e chi no, qualcuno già parla di numeri e dallo staff del leader pentastellato Luigi Di Maio già trapela una cifra molto più ampia dei 226mila euro inizialmente stimati. Ufficialmente il movimento non ha dato finora alcun dato, ma l’ammanco pare sia vicino al milione di euro, a causa dei mancati rimborsi al partito di parte delle loro diarie che gli eletti pentastellati (tutti, dagli europarlamentari ai consiglieri regionali) sono tenuti a versare per accordi interni nel corso del loro mandato. Per avere certezza dei numeri ed appurare chi ha versato e chi no, oggi tutti i “debitori” sono stati convocati a Roma al cospetto di Di Maio e Beppe Grillo ed invitati a portare le pezze giustificative dei loro versamenti. Il caso è esploso dopo un servizio de Le Iene, il noto programma Italia1, su due parlamentari M5s, Andrea Cecconi e Carlo Martelli, che non hanno versato nulla, utilizzando un “trucchetto”: i due effettuavano il bonifico online, scannerizzavano la ricevuta, la inviavano per mail al gruppo parlamentare competente e poi revocavano online il bonifico entro 24 ore. Di fronte a tale atto Di Maio ha già annunciato di avere messo fuori “quelle persone”, mentre per gli altri “stiamo facendo tutte le verifiche che servono. Non sarà qualche mela marcia ad inficiare questa iniziativa che facciamo solo noi”. Ovviamente critici gli altri partiti, che in piena campagna elettorale ne approfittano per attaccare la “presunta” onestà dei pentastellati. Matteo Renzi: “Di Maio che parla di mele marce ricorda Craxi sul mariuolo Mario Chiesa”. “I cinquestelle si sono trasformati in un’arca di Noè che sta imbarcando truffatori, scrocconi, riciclati e massoni”.