BCsicilia dice no all’apertura di una cava in territorio di Agira: distrugge un’area di notevole interesse storico, archeologico e naturalistico

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BCsicilia, l’Associazione che si occupa di salvaguardia e valorizzazione dei beni culturali e ambientali, dice no all’apertura di una cava in territorio di Agira in provincia di Enna.

Diversamente da come sostenuto dalla ditta Fassa Bortolo, l’azienda edile di Spresiano (Treviso), presentatrice del progetto di sfruttamento della cava, e che nei giorni passati si è resa protagonista di una campagna di stampa lamentando che per poche pietre allineate gli si impediva di lavorare, tutta la zona di Monte Scalpello (nella foto) presenta un interesse archeologico e storico, senza soluzione di continuità, dalla Preistoria fino all’Età moderna. L’area inoltre, già sottoposta a vincolo idrogeologico e paesaggistico, possiede valenze ambientali e naturalistiche di notevole pregio.
BCsicilia condivide la scelta della Soprintendenza BB.CC.AA. di Enna e chiede un immediato intervento del Presidente della Regione Musumeci e dell’Assessore Regionale ai Beni Culturali Sgarbi al fine di salvaguardare la memoria storica dei luoghi e non permettere l’ulteriore scempio di un territorio, insieme alla predisposizione di un progetto di recupero della zona e di valorizzazione delle sue emergenze storico archeologiche.
Infine stigmatizziamo le dichiarazioni dei vertici dell’Azienda Fassa Bortolo, che facendo leva sull’endemica emergenza occupazionale della Sicilia hanno dichiarato “Meglio quattro pietre o il lavoro?”. Non crediamo che tale affermazione si addica ad una società di livello internazionale che si vanta di “credere da sempre nella valorizzazione culturale e nel rispetto ambientale”. Siamo inoltre convinti che si sarebbero ben guardati di sollevare lo stesso interrogativo nella provincia veneta da dove proviene l’impresa: una inaccettabile provocazione che sicuramente i loro concittadini trevigiani avrebbero gradito molto poco.