Domenica 11 marzo, alle 17.30 presso il polo museale di San Francesco, Donna Sapiens prova a riflettere sul gap prima di tutto culturale/familiare che le giovani donne devono subire nell’accesso agli studi scientifici.
E quindi sulle difficoltà, a volte persino “anomalie”, che le donne devono affrontare quando raggiungono un contesto prettamente scientifico. E questa riflessione Donna Sapiens la affida alla guida di due donne “di scienza” dal profilo particolarmente interessante: Sabrina Masiero, Ricercatrice presso l’INAF-Osservatorio Astronomico di Palermo in servizio presso il Cento Internazionale delle Scienze Astronomiche Gal Hassin di Isnello, da tre anni membro del GAPS team che si occupa della ricerca dei pianeti extrasolari in Italia grazie allo strumento HARPS-N al TNG-Telescopio Nazionale Galileo, e proprio Valeria Militello, Professore Associato di Fisica Applicata e Biofisica all’Università di Palermo, nonché autrice di un dossier imperdibile della rivista “Mezzocielo”, che presto speriamo di avere ospite dei nostri incontri, dal titolo “Da Ipazia ad oggi. Scienza con passione”.
Leggendo anche solo su Wikipedia le biografie di due grandi star hollywoodiane del ballo, scopriamo che Fred Astaire è stato inserito dall’American Film Institute al quinto posto tra le più grandi star della storia del cinema, mentre Ginger Rogers è stata inserita dallo stesso istituto al quattordicesimo posto: peccato che in pochi hanno voluto dar valore al fatto che Ginger ballasse quasi sempre all’indietro e sempre sui tacchi a spillo (“All’indietro sui tacchi a spillo” è anche il titolo di un libro leggero e utile pubblicato da Einaudi e scritto da Tania Kindersley e Sarah Vine).
Tip tap e samba non hanno molto a che vedere con la scienza, ma il destino di Ginger Rogers si. Scrive Valeria Militello in un suo saggio dal titolo Saperi e sentimenti, parità di genere ancora lontana: “Un po’ di dati recenti, ci dicono chiaramente che nelle università le donne ricercatrici sono ormai più della metà di tutti i ricercatori, ma appena si passa al livello superiore, quello dei professori associati, le donne sono meno del 30% e al più alto livello dei professori ordinari sono appena il 10%. Nelle posizioni verticistiche della ricerca la parità di genere ancora è lontana. Ci sono poche donne ai vertici di segreterie scientifiche, negli organismi apicali di enti di ricerca (risale al 1998 la presenza della prima donna, Lucia Padrielli, in un consiglio direttivo del CNR), o nei comitati valutativi nazionali e internazionali. In più le donne, non si sa bene per quale motivo, si occupano delle stesse cose ma guadagnano meno dei colleghi uomini. Negli Stati Uniti, nonostante uomini e donne vincano approssimativamente lo stesso numero di dottorati (il che presuppone che abbiano la stessa preparazione accademica), l’80% dei professori universitari di scienze sono uomini e le donne guadagnano in media il 20% in meno dei colleghi”.