Sabato 5 maggio alle 18 al Teatro Real Santa Cecilia di Palermo, una lectio magistralis di musica e parole condotta da Giacomo Fornari, direttore del Conservatorio “Claudio Monteverdi” di Bolzano.
Il membro dell’Akademie für Mozartforschung di Salisburgo, guiderà i presenti in un viaggio tra le maglie della vita conosciuta e non di Mozart.
L’evento, pubblico e gratuito, è organizzato dalla R.L. Sicilia Libera 291 del Grande Oriente d’Italia nell’ambito della Biennale Internazionale d’Arte Sacra delle Credenze e Religioni dell’Umanità e del cinquantesimo anniversario del Collegio dei Maestri Venerabili della Sicilia. La lectio magistralis ha nel suo programma una serie di interventi musicali che coinvolgeranno anche altri due relatori, il pianista Piero Barbareschi e il tenore Erlendur Tor Elvarsson.
Il repertorio massonico costituisce un momento centrale nella produzione di Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791). Se nei primi anni il fanciullo prodigio sembrava limitarsi a soddisfare le richieste di un mecenate “misterioso” con cui aveva contatti occasionali, come accade ad esempio nel caso del Lied massonico O heiliges band KV 148 (125h), le cose cambiano con il definitivo ingresso nell’Ordine avvenuto a Vienna nel dicembre del 1784. Da quella data, infatti, sembra cambiare anche l’intero linguaggio mozartiano, così come lo stesso destino del repertorio massonico.
Senza dubbio fondamentale in questo contesto il Lied Gesellenreise («Die ihr einem neuen Grade») KV 468, che Mozart scrisse ed eseguì personalmente nella loggia viennese zur wahren Eintracht per il passaggio a compagno d’arte per il proprio padre Leopold (1719-1787). La breve composizione di tre strofe apparentemente semplici, sottopone una ricchezza di contenuti capaci di dare un’indiscutibile unità di intenti alla scrittura musicale capace di acquistare simmetrie da mettere in relazione agli insegnamenti della massoneria illuministica. In questo modo, grazie anche alla circolazione internazionale delle sue composizioni, Mozart diviene un modello vincolante e imprescindibile per tutti i compositori che si sono occupati di musica massonica anche a grande distanza di tempo.
Un’ulteriore curiosità è rappresentata dal brano An die Stärke KV620/20 qui eseguito in prima assoluta moderna che è una rielaborazione del 1793 dell’aria di Papageno «Ein Mädchen oder Weibchen» del Flauto magico. In questo caso si nota un ulteriore e particolare aspetto del repertorio massonico, ovvero la rielaborazione di arie note che venivano ritestualizzate e rese adeguate alle diverse esigenze dei lavori di loggia. Grazie a questo procedimento, molti brani celebri di natura profana sono stati “travestiti” di nuovi contenuti subendo un processo di nobilitazione sotto il profilo contenutistico ed estetico.
Un simile aspetto offre anche l’occasione per riflettere sul complesso e ampio (e spesso discusso) concetto di Musica massonica e relativa prassi. Sicuramente la Cantata KV 619 fa porre l’attenzione su atteggiamenti rosacrociani da cui Mozart, nelle ultime fasi della sua vita, si sentì molto attratto. La musica massonica, pertanto, si allarga anche a settori affini all’estetica, alla filosofia e alla teologia, illuminando altri tratti sconosciuti del maestro salisburghese.