Le dichiarazioni di Domenico Mastrolembo Ventura, Commissario straordinario del Comune di Collesano, a seguito della sfiducia all’ex sindaco Angelo Di Gesaro lo scorso agosto, hanno creato un vespaio di polemiche, tanto che sono intervenuti pure deputati regionali e nazionali per chiederne le dimissioni.
Alessandro Aricò, capogruppo all’Ars di “Diventerà Bellissima”, appresa la notizia della disponibilità del commissario straordinario a proseguire nel suo «impegno – dichiarava Mastrolembo Ventura a fine aprile – a favore di questa Comunità nelle vesti e nella qualità di futuro Sindaco partecipando alla imminente contesa elettorale» e per il quale aveva avviato «un serrato giro di consultazioni e di incontri per verificare la fattibilità» dell’intento, ne chiedeva le dimissioni «per ragioni di opportunità politica» considerati il ruolo ricoperto e l’«accentramento di poteri e competenze che ciò comporta» idoneo – a suo dire – a «pregiudicare la serenità del confronto elettorale». Aggiungendo, infine, di aver chiesto all’assessore regionale delle Autonomie locali di verificarne i presupposti per una sua sostituzione.
A seguire, da Roma, la nota di Francesco Scoma, deputato nazionale di Forza Italia, per il quale «nell’Italia ostaggio delle follie grilline accade che un Commissario straordinario di un Comune del Palermitano annuncia di volersi candidare nello stesso Comune commissariato, rasentando la follia all’ennesima potenza» e «infischiandosene di norme e regole e buon senso». Anche Scoma ne chiedeva le dimissioni.
Dal canto suo, Mastrolembo Ventura, il cui caso risulta inedito per la storia politica locale, sul filo della lettera, ricordava che la sua disponibilità «non doveva e non poteva essere intesa come l’annuncio di una mia candidatura, quanto invece frutto della presa di coscienza, di un clima di fiducia e di stima e di condivisione, che si è creato intorno a me, da parte della Collettività collesanese, meritevole di un doveroso segno di attenzione». E in merito alla sua scelta, sottolineava che la sua era una disponibilità e non una dichiarata candidatura, cosa che, invece, ieri, in un’assemblea pubblica, si è materializzata, presentando sede, logo e lista agli elettori.
A sostenerlo il gruppo “Una Democrazia Partecipata” formata da persone tutte alla loro prima esperienza politico-elettorale. Parole chiave? Impegno sociale e politico come servizio alla comunità, bene della collettività, rifiuto di clientelismi e personalismi, impegno attivo, ascolto dei bisogni dei cittadini, ricerca di risposte efficaci e condivise. «La Collesano che immaginiamo noi – precisa il gruppo – è un paese in cui i cittadini partecipano in modo attivo alle decisioni riguardanti la propria vita, la vita del proprio paese, la vita dell’amministrazione comunale con procedure partecipative ben definite e chiare», puntando sullo snellimento burocratico e su un paese più smart ed ecosostenibile.
A contendersi la carica di primo cittadino, dunque, il prossimo 10 giugno, saranno, oltre al commissario Mastolembo Ventura, Michele Iannello (“Un’altra storia per Collesano”) e Giovanni Battista Meli (“Prima di tutto Collesano”), dopo la rinuncia da parte di Vincenzo Sabatino (“Nuova proposta per Collesano”) resa nota nella giornata di ieri.
@AntoninoCicero1