Poste Italiane, sul piede di guerra centinaia di lavoratori part-time: “L’accordo nazionale ci penalizza, qui sono previsti solo 38 passaggi al full-time”

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Sul piede di guerra i lavoratori part-time di Poste Italiane in Sicilia.

Un apposito comitato, denominato #FullTimeSubito, è stato costituito per sollecitare la trasformazione a tempo pieno dei contratti e conta già oltre 200 adesioni, ma il numero sembra destinato a crescere. Giovedì 21 giugno i componenti terranno una prima assemblea a Palermo.
Sotto accusa l’accordo siglato a Roma il 13 giugno dall’azienda con i sindacati nazionali di categoria, “che relativamente alla Sicilia prevede la conversione del contratto da part time a full time per sole 18 unità nel comparto mercato privati e 20 unità in quello servizi postali”.
“Siamo delusi dalla scelta dell’azienda che penalizza la Sicilia, ma soprattutto da chi, come i sindacati, doveva difendere gli interessi di noi lavoratori”, sottolinea Domenico Bonanno, lavoratore part time di Poste Italiane, tra i promotori del comitato #FullTimeSubito.
Ed aggiunge: “Da part time e con uno stipendio di circa 700 euro è quasi impossibile farsi una famiglia e guardare al futuro con serenità. Per arrotondare ci troviamo costretti a ricorrere allo straordinario, questo ovviamente agevola l’azienda che rimedia così alle carenze di personale ma non viene incontro alle legittime richieste di noi part time”.
Gli autori della protesta si dicono pronti a cancellarsi in blocco dai sindacati e a non svolgere più prestazioni straordinarie in modo da evidenziare le carenze di personale di Poste Italiane in Sicilia e lanciano pure un appello “alle istituzioni locali e regionali: non può e non deve essere una battaglia soltanto nostra.”
In Sicilia i lavoratori part-time di Poste Italiane sono oltre 800, circa 200 solo in provincia di Palermo. Principalmente giovani, in buona parte laureati e figli o parenti di ex postali ai quali l’azienda aveva concesso la possibilità di ottenere l’assunzione di un familiare in seguito alla firma di un accordo con il quale il lavoratore recedeva dal contratto rinunciando a buona parte della buonuscita.
Alessandro Bombolino, part time in Poste Italiane da quasi 7 anni, sottolinea: “In una Regione con poco più di 500 mila abitanti come la Basilicata sono previste, nella divisione mercato privati, più conversioni di quelle riservate alla Sicilia. Per non parlare del Veneto, del Piemonte o della Lombardia dove si procederà alla stabilizzazione ed alla conversione dei contratti di oltre 350 unità per regione. Ma anche in quasi tutte le altre regioni la quantità di conversioni è nettamente superiore a quella della Sicilia”.
Interviene pure Claudia Cammarata, part time da oltre 4 anni: “Siamo amareggiati. Da anni diamo il meglio sul posto di lavoro e teniamo alto il nome della nostra azienda, ma questa non sembra avere interesse per i lavoratori siciliani, che anzi paradossalmente vengono premiati dall’azienda se scelgono la mobilità verso le regioni del Nord.” 
Conclude Fabio Pardi, anche lui part time da più di 4 anni: “Oltre al danno la beffa: Poste Italiane annuncia oltre 500 assunzioni di laureati, senza neppure curarsi di valorizzare l’enorme quantità di giovani laureati che ha tra i propri dipendenti e senza offrire prospettive di crescita a tutti i part time”.