Collesano, Consiglio comunale: eletti presidente e vice. L’opposizione solleva dubbi sulla candidabilità di Meli

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Tiziana Cascio

Consiglio dai nervi tesi quello del 26 giugno scorso, il primo dalle amministrative del 10 che hanno assegnato la vittoria, pur di misura, a Giovanni Battista Meli, alla guida della compagine “Prima di tutto Collesano”.

La prima volta per una donna alla carica di presidente del consiglio
Seduta nella quale è stato eletto all’unanimità (11 voti a favore su 11 presenti: assente il dodicesimo consigliere, Maria Concetta Genchi) il presidente del consiglio: si tratta di Tiziana Cascio (“Prima di tutto Collesano”), la prima donna a ricoprire, nella storia politica locale, questo ruolo. Vice un’altra donna, Bernaddetta Bartolone, anche lei del gruppo di maggioranza.

Sul punto un primo accordo tra maggioranza e minoranza (“Un’altra storia per Collesano”) aveva dato l’ok sul nome della Cascio e su quello di Maria Concetta Genchi come vice, ma lo scambio acceso – prima e dopo – tra il consigliere Michele Iannello (candidato a sindaco nella sfida contro Meli e contro l’ex commissario straordinario, Domenico Mastrolembo Ventura) e il sindaco Meli, ha spostato l’asse. E alla fine, con i soli voti della maggioranza (otto), è giunta l’elezione alla carica di Bartolone. Per il capogruppo di maggioranza, Daniele Carlino (suo vice è Vincenzo Culotta), si è trattato di un intervento scorretto, tanto più che neppure argomento di discussione in un giorno, peraltro, di “festa istituzionale”; per Iannello (vicecapogruppo di minoranza, capogruppo è Angelo Gargano), l’intervento è stato motivato da esigenze di trasparenza.

Nervi tesi: i dubbi sulla candidabilità di Meli avanzati dall’opposizione
Nervi tesi, dunque. Ciò per una questione non all’ordine del giorno, sollevata dal consigliere Iannello e ripresa dal sindaco Meli.

Al centro di tutto, il dubbio avanzato dall’opposizione su un aspetto tecnico legato alla vicenda di un credito vantato da Meli nei confronti del Comune di Collesano. Si tratta di alcune somme (poco meno di seimila euro), ritenute legittime da parte della stessa opposizione, che a titolo di oneri previdenziali non erano state versate per il primo mandato di sindaco, durante il quale revisore era stato proprio Iannello. Meli aveva proposto ricorso per decreto ingiuntivo per chiederne il pagamento; accolto dal tribunale di Termini Imerese (decreto n. 67/2018), il Comune – per atto dell’allora commissario straordinario, Mastrolembo Ventura – vi si era opposto. Prima della sua candidatura, Meli aveva rinunciato alla sua azione come dichiarato in sede di accettazione della stessa. Il dubbio sollevato è qui: tecnicamente, precisano i consiglieri di minoranza, la sussistenza dell’opposizione da parte del Comune manterrebbe in piedi il “contenzioso” al momento della candidatura? Se sì, secondo “Un’altra storia per Collesano”, ciò avrebbe potuto impedirla in base alle norme in vigore richiamate dal gruppo. L’opposizione, quindi, aggiunge: Meli dichiarava di non avere contenziosi in essere con il Comune avendo rinunciato alla sua azione; ma, se accertata la sussistenza del contenzioso, precisa Iannello, quella prodotta diverrebbe di fatto una falsa dichiarazione.

Per Meli, che ha aggiunto ulteriori dichiarazioni fuori seduta, «non è così. Io ho fatto – precisa Meli – un atto notorio, peraltro vagliato positivamente da una commissione elettorale, nel momento in cui ho presentato la mia candidatura a sindaco dichiarando di avere rinunciato al decreto ingiuntivo, ciò che risponde al vero». Aggiunge ancora: «Sono stato accusato pubblicamente di aver dichiarato il falso e sto valutando se e come procedere; poi c’è una seconda fase e cioè che loro, in maniera legittima, entrino nel merito visto che per loro è una certezza che gli atti ad oggi prodotti creino una situazione di ineleggibilità». E continua: «Pareri legali mi dicono che, di fatto, il contenzioso non c’è più anche perché l’ultima cosa che doveva essere eliminata, e cioè il pagamento delle spese legali, è avvenuta. Ma a questo punto – chiosa Meli – devono avere il coraggio non di dire, ma di fare ciò che hanno dichiarato e seguire la loro tesi. Anche andando alla Procura come detto dallo stesso Iannello».

Le ulteriori tappe e il “caso Mastrolembo” secondo Meli
Le ulteriori tappe di questa vicenda vanno da una transazione intercorsa tra le parti, e preceduta da uno scambio di pec, alla delibera di giunta (la prima dell’amministrazione Meli) del 18 giugno scorso con cui, assente Meli, il Comune rinunciava al giudizio di opposizione avverso il decreto ingiuntivo in questione.

Nella sostanza la materia del contendere potrebbe pure essere venuta meno, alla luce anche delle volontà manifestate dai protagonisti; da un punto di vista formale il dubbio è stato posto destando preoccupazione in un caso, stupore in un altro. Curiosità ancora. Oltre all’esigenza di poter definitivamente chiudere un capitolo che, al contrario, potrebbe alimentare tensioni in seno al consiglio e all’interno dell’intera comunità.

«Tutta questa operazione – sottolinea Meli – è stata determinata da atti prodotti dall’ex commissario Mastrolembo e con una tempistica che io considero anomala. Infatti, proprio in quel periodo, eravamo ufficialmente candidati e lui ha ritenuto di dover decidere sull’eventuale opposizione al 40o giorno, ultimo utile per poterla presentare». Meli, sul “caso Mastrolembo”, secondo la sua ricostruzione, aggiunge: «A quel punto, stupiti dell’atto prodotto in nome e per conto del Comune, avviene uno scambio di pec tra i due avvocati. In un primo tempo – continua Meli – l’avvocato del Comune, considerata la disponibilità da parte mia di pagare anche le spese legali, ritiene di dover inviare l’iban per il pagamento e chiudere il tutto; ma, incredibilmente, soltanto qualche ora dopo, lo stesso avvocato, su indicazione di Mastrolembo, manda una nuova pec al mio legale – precisa ancora Meli – riferendo che Mastrolembo riteneva di non autorizzarlo ritornando sui suoi passi, eliminandomi di fatto, dal suo punto di vista, dalla possibilità di potermi candidare democraticamente alle imminenti elezioni». E conclude: «Tutto questo è al vaglio del mio legale che valuterà il comportamento e la legittimità degli atti prodotti dal commissario e candidato Mastrolembo» le cui eventuali ricostruzioni o dichiarazioni a corredo saranno accolte su queste pagine.

Le nomine all’Unione dei Comuni
Ultimo punto trattato, ha visto l’elezione, al Consiglio dell’Unione dei Comuni “Madonie”, di Serena Noce (4 voti), di Vincenzo Culotta (4 voti) e di Angelo Gargano (3 voti).

Antonino Cicero
@AntoninoCicero1