Continuano incessanti i servizi di controllo della Polizia di Stato per il contrasto alle più diffuse forme di illegalità, con particolare riguardo alle zone caratterizzate da una maggiore concentrazione di cittadini e turisti.
Nei giorni scorsi un ampio dispositivo di controllo del territorio disposto dalla Questura ed affidato al Commissariato di P.S. “Oreto Stazione”, a cui ha preso parte anche personale della Polizia Municipale, si è dispiegato nel quartiere Ballarò con l’obiettivo di arginare il fenomeno dei velocipedi elettrici modificati.
Detta forma diffusa di illegalità consiste nel rendere le biciclette a pedalata assistita – mediante una modifica apportata ad alcuni componenti – dei veri e propri ciclomotori e pertanto specificatamente sottoposti di fatto a taluni articoli del Codice della Strada, a differenza delle comuni biciclette elettriche.
In sostanza la modifica del mezzo, ne consente un utilizzo pressochè analogo a quello del “motorino”, ovvero la possibilità di ottenere una trazione elettrica, senza pedalata, pigiando semplicemente un pulsante aggiunto o attraverso l’installazione illegale di un vero e proprio acceleratore.
Detti mezzi, in alcune occasioni, considerata la loro agilità e velocità nel districarsi lungo le aree pedonali o negli angusti vicoli del centro storico, sono stati utilizzati per commettere furti e scippi.
Nel corso dei numerosi posti di controllo effettuati in alcuni punti strategici del quartiere Ballarò, sono stati così individuati e sottoposti a sequestro più di 20 velocipedi modificati nel senso descritto, elevando ai loro proprietari sanzioni amministrative per un totale di euro 74.000 circa per violazioni relative, oltre che all’alterazione dei veicoli, anche alla manacata copertura assicurativa, all’utilizzo del casco, alla targa, alla patente, ecc. ovvero alla violazione di tutti quegli obblighi discendenti dall’alterazione della loro destinazione ed alla loro illegale trasformazione “di fatto” in ciclomotori.
A Termini Imerese ce ne sono a decine di questi motorini illegali. Ma forse a Termini c’è uno “statuto speciale” per cui nessuno muove un dito
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