Il Tribunale del Lavoro di Termini Imerese ha emanato due sentenze con cui conferma che il servizio svolto nelle scuole paritarie deve essere riconosciuto e valutato nelle procedure di trasferimento.
I magistrati non hanno dubbi sull’illegittimità del mancato riconoscimento del servizio svolto nelle scuole paritarie ai fini dei trasferimenti e accoglie i ricorsi patrocinati dagli Avvocati Anief Fabio Ganci, Walter Miceli e Chiara Sciacca ricordando al Miur che, la normativa nazionale prevede che i servizi di insegnamento prestati in questi istituti devono sempre essere “valutati nella stessa misura prevista per il servizio prestato nelle scuole statali, così pervenendo ad una piena omogeneità tra il servizio d’insegnamento svolto nelle scuole statali e quello alle dipendenze degli istituti privati paritari”.
“Il Miur dimentica sempre che la legge n. 62/2000 recante “Norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all’istruzione” – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – statuendo all’art. 1 che il sistema nazionale di istruzione “è costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie private” e che le suddette scuole paritarie svolgono un “servizio pubblico”, ha riconosciuto l’equiparazione alle scuole statali degli istituti richiedenti che posseggano determinati requisiti e si impegnino a dare attuazione alle prescrizioni volte ad assicurare i requisiti di qualità ed efficacia dell’offerta formativa. Siamo fiduciosi che i tribunali ci daranno ragione anche in relazione all’accesso al concorso riservato ai docenti abilitati nella scuola primaria e infanzia e forniremo ai nostri iscritti, una volta pubblicato il bando, tutte le istruzioni necessarie per rivendicare il proprio diritto a partecipare al concorso anche se i due anni di servizio in loro possesso sono stati svolti nelle scuole paritarie”.
Il Giudice del Lavoro, inoltre, ricorda che nello stesso senso “si è espressa la giurisprudenza amministrativa, la quale ha avuto modo di chiarire come “la parificazione dei servizi costituisce logico corollario di una parificazione degli istituti privati a quelli pubblici sulla scorta di adeguati parametri atti a valutare l’omogeneità qualitativa dell’offerta formativa” (cfr. Consiglio di Stato, sentenza n. 1102/2002), nonché la giurisprudenza del lavoro, la quale ha rimarcato come `proprio la Legge 10/03/2000 n. 62 “norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all’istruzione” pubblicata sulla G. U. 21/03/2000 n. 67 – che com’è noto ha inserito tutte le istituzioni scolastiche non statali già “riconosciute” ed, in particolare, le scuole paritarie private e degli enti locali, nel sistema nazionale dell’istruzione, con possibilità per loro di rilasciare titoli di studio aventi lo stesso valore dei titoli rilasciati da scuole statali nonché di svolgere, con le stesse modalità di queste ultime, gli esami di stato – conferma l’esistenza di un principio di generale equiparazione del servizio di insegnamento prestato dai docenti delle scuole paritarie con quello prestato nell’ambito delle scuole pubbliche” e che “diversamente opinando, si perverrebbe ad una interpretazione della vigente normativa senz’altro contraria ai principi di eguaglianza e d’imparzialità della p.a. (artt. 3 e 97 Cost.), non essendovi ragione per discriminare, sia in sede di mobilità che ai fini della ricostruzione di carriera, tra servizi aventi per legge la medesima dignità e le medesime caratteristiche”. Ricorsi totalmente accolti, dunque, con la dichiarazione del diritto di altre due docenti a vedersi trasferite nelle province di residenza in considerazione anche del punteggio conseguito a seguito dei tanti anni di insegnamento svolti nelle scuole paritarie.
Forti delle vittorie riportate in tribunale, dunque, i legali Anief non esiteranno a procedere con ricorsi specifici anche per contestare l’esclusione del servizio svolto nelle scuole paritarie ai fini dell’accesso al nuovo concorso “straordinario” per la scuola primaria e infanzia il cui bando è in via di pubblicazione e per cui il sindacato ha già attivato le procedure di preadesione. “Ci muoveremo per tutelare il diritto dei docenti che per anni si sono spesi lavorando nelle scuole paritarie e che hanno acquisito professionalità e competenze che non possono essere ritenute “inferiori” rispetto al lavoro svolto nelle scuole statali se non, come hanno ben evidenziato i tribunali, ponendo in essere una vera e propria discriminazione in contrasto con la nostra Carta Costituzionale. Queste e altre illegittimità saranno da noi contestate nelle sedi competenti per permettere a tutti gli aventi diritto l’accesso a questo concorso nel rispetto della normativa nazionale ed eurounitaria”.