L’ultimo progetto cinematografico del collettivo MiTerra Videolab, un gruppo di appassionati di cinema nato a Petralia Sottana, è arrivato nelle sale il 1 novembre di quest’anno.
La prima è stata proiettata presso il cine-teatro Grifeo di Petralia Sottana. “Le stelle non hanno padroni”, questo il titolo del film, è un lavoro per il quale negli ultimi mesi si respira un’atmosfera di grande attesa ed entusiasmo in tutte le Madonie. E presto sarà nelle sale del territorio.
È proprio il territorio madonita, con le sue montagne, le sue meravigliose cornici naturali e artistiche a fare da sfondo alle vicende narrate. Madoniti sono gli attori (ai quali si affiancano anche professionisti noti a livello nazionale: Vincenzo Albanese, Ferdinando Gattuccio e Salvo Piparo), le maestranze e i ragazzi la cui passione per le arti e la ricerca storica e antropologica ha dato vita a questo progetto.
Il film, diretto da Salvatore Bongiorno e ambientato tra il 1947 e il 1948, narra di due vite che si incrociano,quella di un contadino dedito al suo lavoro e alla militanza politica e quella di uno studente che crede in una società più giusta e solidale. Al centro della narrazione vi sono da un lato il ruolo chiave dell’istruzione e la rinascita del movimento per l’affermazione dei diritti contadini, dall’altro, le connessioni fra i poteri locali e la criminalità mafiosa che impose con la forza un proprio sistema di gestione del lavoro e del mercato. I due protagonisti, che con il loro esempio danno impulso ai diseredati nella rivolta contro il sistema feudale, sono inoltre diretti testimoni dell’impegno politico e del martirio di tanti sindacalisti e figure chiave per la nostra storia recente: Epifanio Li Puma, Girolamo Li Causi e Pio La Torre.
Questo è solo l’ultimo dei progetti realizzati da MiTerra Videolab, gruppo attivo già da qualche anno a Petralia Sottana e in tutto il territorio madonita, prezioso scrigno di natura, memoria, arte e cultura e fonte principale di ispirazione per le tante produzioni culturali degli ultimi anni. Dopo un ciclo documentaristico riguardante le più importanti tradizioni sacre del territorio, nel 2014 il gruppo ha prodotto un mediometraggio dal titolo “U juornu avanti”, ambientato a inizio ‘900 e incentrato sul tema dell’emigrazione.
«Il nostro intento – ha sottolineato lo sceneggiatore Gianpiero Farinella – è quello di promuovere e coltivare la passione per la produzione audiovisiva, guardando al passato per riflettere su tematiche tuttora attuali. In un periodo storico e culturale difficile, nel quale viviamo, è indispensabile puntualizzare come l’istruzione abbia da sempre dato possibilità di riscatto sociale. Trattare la tematica del diritto al lavoro, in una società che vede una percentuale sempre più alta di giovani intelligenze andare via dal territorio madonita, è un dovere morale».
Le collaborazioni nate in seno a questi progetti e la passione per la propria storia trasformata in arte sono un chiaro esempio di quanto le Madonie e la Sicilia interna abbiano ancora da offrire in termini di bellezza, creatività e voglia di fare. L’intera produzione del film è sostenuta ed autofinanziata, in modo autonomo ed indipendente, dal collettivo MiTerra Videolab, composto da giovani appassionati non professionisti.
Trama del film
Nel secondo dopoguerra, in Sicilia, il movimento contadino per l’applicazione delle leggi Gullo vede impegnati i lavoratori della terra, guidati dalle organizzazioni sindacati, dai partiti di sinistra e dalla Federterra, verso l’affermazione dei diritti e il miglioramento delle condizioni di vita.
Un ruolo fondamentale, nelle Madonie, viene svolto dagli studenti e dai diplomati dell’Istituto Magistrale di Petralia Sottana che ripristinano una democratica e attiva partecipazione alla politica e riconfermano il ruolo del sindacato nella difesa della classe operaia.
I due protagonisti del film, dal titolo “Le stelle non hanno padroni”, Vastiano e Turiddu, intrecciano le loro storie e le loro vite in un’ unica vicenda: le lotte contadine.
Vastiano, giovane contadino rivoluzionario e reduce della Seconda Guerra Mondiale, ritorna, volutamente, nel suo paese di origine siciliano. Le angherie subite da fanciullo durante la dittatura, le atrocità belliche vissute e la voglia di riscatto sociale lo inducono a maturare una nuova coscienza e a dare forza e sostegno al sindacato. Turiddu, studente del Magistrale e figlio di una famiglia benestante, vive un conflitto interiore che lo porta a seguire la strada per l’emancipazione delle masse popolari, consequenziale è la rottura con il suo “mondo di appartenenza”.
Un lavoratore e uno studente insieme, fianco a fianco, contro gli interessi degli agrari e della mafia e uniti nella difesa dei contadini. La militanza di un contadino, dedito al suo lavoro, e l’attività di uno studente, che grazie all’istruzione crede in una società più giusta e più solidale, danno impulso ai diseredati nella rivolta contro il sistema feudale.
La storia si svolge nel 1947 e nel 1948, anni segnati dall’impegno e dal martirio di sindacalisti e dal grande supporto di autorevoli politici. I due protagonisti, nelle scene del lungometraggio, sono diretti testimoni dell’opera politica e sindacale di Epifanio Li Puma, Girolamo Li Causi e Pio La Torre. Per di più le vicende rievocate nel film riguardano le occupazioni delle terre incolte e mal coltivate che spingono poi all’approvazione della legge sulla riforma agraria in Sicilia.
Nel 1950 l’Assemblea Regionale Siciliana approvò la legge sulla riforma agraria. Per lungo tempo non fu attuata, in seguito furono fatti i sorteggi per assegnare le terre a chi ne aveva diritto. Tanti lotti vennero assegnati a volte distanti anche cinquanta chilometri dalla dimora dei contadini, non seguirono le dovute infrastrutture, di conseguenza i lavoratori furono costretti ad abbandonare le terre. Le cooperative agricole si sciolsero e la nuova economia del Paese iniziò a basarsi sull’industrializzazione. Moltissimi contadini emigrarono. Le lotte contadine segnarono un epoca, spezzarono la schiavitù, abolirono lo stato feudale e diedero dignità e valore alle masse popolari.