Il gruppo Politico “Uniamo Geraci” ringrazia profondamente il Vescovo di Cefalù per aver voluto “affidare” al Museo Ecclesiastico e alla Parrocchia di Geraci, gli argenti provenienti dall’ex Monastero di Santa Caterina e finora custoditi per la loro tutela presso il Seminario Vescovile di Cefalù.
“Negli ultimi tempi purtroppo – scrive il Gruppo in un comunicato – in relazione alle vicende dell’ex Monastero, il lievito della discordia è ampiamente e impropriamente proliferato tra i cittadini geracesi e la vita della Comunità è stata segnata da dissapori e polemiche. È stata una grande consolazione per noi, quindi, sentire la Sua vicinanza. Siamo sicuri che le Sue parole, precise e puntuali, porranno fine alle tante divisioni che nel corso degli ultimi anni si erano create all’interno della nostra piccola Comunità e saranno occasione e spunto di riflessione e riconciliazione, per donare a Geraci una ritrovata unione e armonia”. Inoltre il Gruppo ha ricordato come è rimasto vivo e vibrante in tutti il ricordo della presenza delle Monache Benedettine, che nella riservatezza e nella preghiera operavano per la maggiore edificazione spirituale di Geraci. “Alla nostra Donna Maria Anna, che nel Monastero di Alcamo continua a vivere la Regola e gli insegnamenti benedettini, esprimiamo la nostra vicinanza spirituale e chiediamo preghiere incessanti per la sua e nostra Geraci. Il nostro pensiero non può che elevarsi anche verso le Monache che dormono il sonno dei giusti in Paradiso affinché possano continuare a vegliare sulla nostra Comunità”. Infine conclude la nota: “Eccellenza Reverendissima, avvertiamo profondamente il significato della regola benedettina con cui ha voluto aprire il Suo messaggio e l’invito finale a essere “costruttori di ponti nella pace”. Le assicuriamo, come rappresentanti della civica comunità e come fedeli e figli della Chiesa Cefaludense, che ogni nostro sforzo continuerà a essere rivolto verso questi obiettivi. Riteniamo che solo con la pace e il dialogo si possa edificare a Geraci quella autentica “città degli uomini” nella quale “tutto sia comune a tutti” e in cui il bene di ciascuno e il bene di tutti si compongano armoniosamente.