1° Maggio, niente da festeggiare. Il mondo dei precari attende…

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È più un primo Maggio da abolire non da festeggiare. Un primo Maggio di problemi e/o precarietà che, da ricordare o scrivere negli annali.

Migliaia di gente in attesa di un qualcosa di concreto che farsi prendere in giro e umiliato di mese in mese da chiunque possa sottoporlo ad una elemosina perenne.
Festa per coloro che hanno la fortuna di alzarsi la mattina e recarsi sul posto di lavoro ed essere remunerato anche sottocosto e chinare il capo per uno stipendio che non corrisponde alle aspettative di vita quotidiana. Feste in piazza per sbandierare che si lotta ma, di concreto non vi è nessuna proposta reale, è già da domani tutto viene gettato nella spazzatura. Fiumi di parole e pugni che si sbattono sui palchi e non sui posti dei palazzi. Per non parlare dei costi che lievitano attorno a questi eventi organizzativi con spostamenti che alla fine gravitano alle spalle di coloro che guardano con fondi sottratti al bene comune. Si dovrebbe festeggiare quando almeno in una famiglia lavori una persona in modo assiduo e retribuito. Una festa che non c’è più una ricorrenza da bandire fino a quando non ci sia disparità ma, uguaglianza territoriale.
A questa categoria fanno parte i Forestali siciliani, Campani,e calabresi che elemosinano le giornate lavorative e si limitano a svolgere le 50-78-101 giorni,o per meglio dire tre, quattro mesi durante l’anno, e tutti i mesi restanti ?
Anche altri settori sono in linea di massima sulla stessa lunghezza d’onda e questo forse qualcuno dei piani alti, ha dimenticato come si vive nel ceto medio-basso e, sentirsi dall’altra parte della barricata offusca la vista e ci si dimentica di tante cose. Governi regionali che dimenticano che migliaia di famiglie vivono a ridosso della povertà e quindi non c’è niente da festeggiare niente da ricordare e niente da sbandierare. C’è solo di raddrizzare la baracca che affonda in silenzio e con progetti mirati al bene comune e in modo continuo. Solo allora possiamo dire viva il 1°Maggio.
Antonio David