Montemaggiore Belsito. Una marcia per ricordare Natalia, folgorata undici anni fa da un palo dell’illuminazione pubblica

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Dall’Istituto Mons. Raffaele Arrigo ha preso avvio un corteo composto dagli alunni e dagli insegnanti, verso il luogo dove, all’una e mezza del’8 agosto 2008, Natalia Scorsone all’età di 13 anni è rimasta folgorata dopo aver toccato un palo dell’illuminazione pubblica.

La recente sentenza in appello dichiara tutti assolti e nessun responsabile per la sua morte condannando i familiari anche a pagare le spese processuali: una beffa.
La marcia, oltre a rinnovare il ricordo di Natalia, già da piccola colpita dal lutto per la perdita del papà Rosario, Sindaco di Montemaggiore Belsito, è servito ad dare solidarietà e vicinanza al dolore della famiglia che di certo è giunto alla mamma Benedetta e alla sorella maggiore Giovanna, che speravano per prime in una sentenza di tipo diverso.
Faccio mie le parole di Patrizia Mattioli: Psicologa e psicoterapeuta: “La morte di un ragazzo lascia inebetiti, increduli. Il primo pensiero è per lui, per l’interruzione del suo progetto di vita, poi per i suoi genitori, per lo sforzo che dovranno fare per sopravvivere, poi per i fratelli, i parenti, e poi per tutti noi, che meno vicini siamo comunque partecipi, perché la morte di un giovane colpisce tutta la comunità, ognuno viene toccato nell’affetto, nel senso di impotenza, nel dolore in quanto umani in grado di entrare in sintonia con il dolore altrui, e ci spinge a riflettere, a interrogarci, a ricercare un senso nella perdita. Una vita che si spegne troppo presto toglie un po’ di futuro e di fiducia a tutti”.
Dice Giovanna, la sorella di Natalia: “…Vorrei ricordare a tutti… che se l’illuminazione pubblica artistica (inattiva per 18 anni) è stata resa funzionante il 25 aprile 2009… è solamente per via del tragico evento avvenuto il 9 agosto 2008… Altrimenti l’amministrazione uscente sarebbe stata totalmente disinteressata, come lo è stata l’amministrazione “L’Aurora” operante dal 2003 al 2008…non prendiamo meriti senza ricordare che se non fosse scomparsa una ragazzina di 12 anni non sarebbe stato elevato il grado di sicurezza dell’intero impianto elettrico del paese…”.
Questo caso invita un po’ tutti a riflettere su situazioni paradossali che spesso possono non aver soluzione, ma a volte possono essere evitate magari solo con il buon senso, o con lo scrupolo di chi ha responsabilità nel ruolo e nel lavoro che ricopre. Disattenzioni, sviste, regole disattese che possono stritolare tra i ciechi ingranaggi delle intere famiglie inermi.
Santi Licata