In questa città tra le tante cose negative crescono anche piccole arroganze. Piazza Cosimo Cristina ore 23,30. Il curvone è come ogni notte, pieno di rifiuti con i cassonetti che quasi non si vedono sommersi come sono da sacchetti.
Ti rechi per buttare la spazzatura e cerchi di scorgere la scritta che ti permetta di capire quanto meno l’area dove lasciare i sacchetti. Individui con fatica il vetro, poi la plastica e infine ti avvicini nell’area dove presumi si trovi l’indifferenziata. Ma ti trovi davanti quattro individui di cui uno che si atteggia a capetto chiede cosa stavo buttando? E io: “Indifferenziata”. E mi aspetto che mi indichi con precisione dove lasciarla. Questo tizio invece aprendo un poco il sacchetto, sentenzia, nonostante il buio: “Questa per me non è indifferenziata. Se lo riporti a casa la differenzi e torni”. Allora poggio il sacchetto a terra e faccio vedere le cose, ma il tizio di nuovo in maniera altezzosa: “Lei non ha fatto l’indifferenziata se li riporti a casa”. Invece io continuavo ad affermare che il sacchetto conteneva indifferenziata. Ne è nata una discussione dove io sostenevo le mie ragioni. Ad un certo punto il capetto, forse alterato dal fatto che qualcuno aveva messo in dubbio il suo “Potere” affermava: “Io sono un pubblico ufficiale e la denunzio per offesa a pubblico ufficiale. E io: “Perchè cosa ho detto di offensivo?”. Questo mi guarda, capisce che l’aveva sparata proprio grossa e desiste. Comunque per tutta la discussione continua a ripetere che era un pubblico ufficiale e a minacciare di farmi il verbale. Innervosito probabilmente dal fatto che io non avevo nessuna intenzione di desistere perchè per me il sacchetto dell’indifferenziata andava bene e chiedendo ancora una volta di vedere l’interno, ad un certo punto afferma con aria da prepotente: “Adesso le faccio il verbale!” e rivolto ad uno dei suoi accoliti ordinava: “Tu prendi il numero di targa della macchina!” E io: “Che ragione c’è di prendere il numero di targa se vi li do io i documenti?”. Forse non abituato al fatto che qualcuno gli fornisse spontaneamente dei documenti, stupito: “Ah, ci da i documenti”. E in due hanno scritto un verbale che raccontava cose che non corrispondevano nemmeno lontanamente alla realtà. Lo riporto integralmente: “Conferiva un sacco misto indifferenziata e non voleva separarla e buttandola a terra in un modo brusco e offendendo noi ispettori ambientali”. Poi chiamando gli altri due ordinava: “Voi venite a firmare il verbale”. Questi ultimi hanno firmato senza neppure sapere cosa c’era scritto. “Bene – ho detto – adesso dovete inserire la mia dichiarazione perchè avete scritto delle cose false”. Comincio a dettare le prime parole e questo mi blocca. “Non c’è lo spazio poi se la vede con i Vigili Urbani”. Per comprendere che l’obiettivo era quello di elevarmi una contravvenzione più alta possibile nella foga addirittura hanno segnato pure la casella “Conferimento di rifiuti da parte di cittadini residenti in altri comuni”. Come se io non fossi di Termini Imerese. Totale della multa da 100 a 500 Euro.
Ma per concludere il racconto e far comprendere quanto l’atteggiamento arrogante di tali persone si unisca ad una certa codardia e del motivo della mia protesta. Mentre mi consegnavano con aria di trionfo il verbale, arriva un tizio in macchina, scende con un sacchetto in mano e due di questi ispettori ambientali gli chiedono cosa contenesse. Risposta: “Plastica”, e uno dei due: “lo apra”. Il tizio li guarda in maniera sprezzante e butta a caso il sacchetto aggiungendo “Talitillu tu stissu” (guardalo direttamente tu!). Si rimette in macchina e riparte tranquillamente. Allora io rivolto al “Pubblico ufficiale” che era stato così solerte a farmi il verbale: “Fermi quella persona o prenda il numero di targa”.
L’ispettore ambientale–Cuor di Leone invece di correre per contestare l’infrazione, con la coda tra le gambe si gira dall’altra parte e si dirige verso la parte opposta a dove si trovava l’auto. Forse per non rischiare di incrociare la macchina e vedere casualmente la targa del tizio.
Che dire? Queste piccole arroganze dimostrano il degrado sociale che ha raggiunto questa città. Ma come è possibile che a questa gente sia stata concessa la qualifica di “Pubblico ufficiale”. Ma non ci vergogniamo? Ma non si capisce che così facciamo solo crescere piccoli prepotenti con la patente? Invece di essere da freno all’abusivismo dilagante e perseguire chi realmente sporca, questi ultimi non sanno fare altro che opprimere, con un certo gusto sadico, i poveri cittadini che tra mille difficoltà cercano di fare il proprio dovere.
Commissario Di Fazio per piacere intervenga e metta un argine a questi piccoli arrogantelli di paese.
Condivido pienamente il senso dell’articolo. L’episodio descritto è stato in questi giorni ricorrente. A mio parere gli ispettori sono “inadeguati”, andrebbero meglio selezionati, formati ed educati al loro ruolo. E’ necessario che chi di dovere intervenga subito x arrestare l’indecenza del servizio che assolvono!!!!
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