Domenico Portera: il madonita di Cefalù che sfidò la fortuna e vinse

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Per Domenico Portera (Cefalù 1932 – Iv i 2006) converrà dire subito che appartiene a quella eletta categoria di persone per le quali è consentito affermare che hanno vinto la partita con la fortuna scommettendo tutto sulle proprie doti di ingegno, intelligenza e tenacia.

La famiglia del padre, di Portera, artigiano barbiere, godeva di una dignitosa sicurezza economica fino a quando le spese per  una malattia incurabile del fratello minore di Domenico, Antonino (che sarebbe morto ventenne), ne sconvolse ogni equilibrio al punto da non consentire il mantenimento del promettente giovane agli studi universitari. Sarà stata tale difficoltà a decidere il luminoso destino di Domenico Portera? I fatti diranno ciò che avrebbe procurato al giovane cefaludese l’emigrazione nel Nord America, dove trova subito lavoro in un importante complesso industriale di produzioni tessili, e appena riceve il primo stipendio corre a iscriversi ai corsi di studio della Missouri State University della città di Santi Louis.
Osservatore attento e consapevole delle proprie doti d’ingegno, una delle prime intuizioni che lo studente-lavoratore coglie riguarda le condizioni di scarsa assistenza sindacale di cui dispone la comunità dei tanti italiani addetti ai lavori nel settore tessile. Sono carenze di cui si fa paladino riscuotendo plausi che dall’ambito dei lavoratori si riverberano in quelli pubblici della società civile grazie all’attenzione che la stampa locale dedica agli slanci umanitari del giovane siciliano che, da emigrato, aggiunge al ruolo di lavoratore e di studente quello del sindacalista. Dalle colonne del The Low Federation e dello Student life gli americani apprendono che nel Missouri c’è un giovane siciliano di Cefalù che oltre a lavorare e studiare all’Università è divenuto il difensore dei diritti di tanti emigrati italiani che lavorano nelle industrie tessili degli States. Ed ecco che nel 1957 il venticinquenne Domenico Portera viene chiamato, unico siciliano, a far parte del Programma Internazionale di Scambi culturali con l’America denominato “Comitato Nazionale di Produttività”.    È stata la prima occasione per realizzare il sogno mai sopito di rientrare in Sicilia. Infatti nel 1959 Portera è già a Roma esponente del sindacato UIL, ben inserito nell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane.
L’affidabilità e la costante inclinazione a operare con lungimiranza, proprio in quegli stessi anni seguiti al rientro in Italia (1959- 1961), gli aprirà le porte della politica allorché eletto tra i dirigenti nazionali della Federazione Giovanile Repubblicana, viene notato e apprezzato dall’onorevole Randolfo Pacciardi, che era stato Ministro della Difesa e che, da segretario nazionale del PRI (Partito Repubblicano Italiano) lo invita a far parte dello staff dei suoi collaboratori personali. .
Si direbbe una carriera veloce e fortunata quella che continua ad accompagnare i sacrifici e le capacità del giovane Portera, ma bisogna conoscere anche quanto impegno, questo giovane siciliano madonita pone in tutte le sue iniziative, eliminando svaghi, distrazioni e persino sottraendo ore al sonno per continuare ad approfondire i suoi studi. Lo dimostrerà nello stesso 1961 col conseguimento della laurea, in Lettere e Filosofia con il massimo dei voti, presso l’Università di Messina, dove ha svolto e discusso la tesi storico-filosofica sul Pensiero morale di Giuseppe Mazzini. Oramai Domenico Portera è tornato per sempre tra la sua gente, e non lascerà più la Sicilia se non che per le pur frequenti occasioni che proprio i suoi studi e gli apprezzamenti riscossi, lo porteranno all’estero per ragione culturali di conferenze e lezioni.
A Cefalù sposa nel 1964 Rosalia Rinaudo e presto la famiglia diventa numerosa con ben quattro figli, tutti maschi. Il giovanotto emigrato per lavorare oltre Oceano è adesso tornato nella sua Cefalù, nella terra madonita. È tornato ricco di esperienze e di una formazione intellettuale non comune. Ed è tornato dopo pochi anni di assenza. Gli erano stati sufficienti poco più di dieci anni per raggiungere mete che adesso gli assicurano un posto di spicco nella società civile e politica dove continuerà a distinguersi col collaborare alla crescita della comunità cittadina da cui era emigrato.
Entrato nel ruolo dei docenti di scuole medie statali inferiori, le sue qualità umane e quelle intellettuali del docente  le aprono la carriera nel grado più alto di docente nelle Medie Superiori con la carica di professore presso l’Istituto Tecnico Commerciale Iacopo del Duca di Cefalù, dove continuerà a svolgere la missione di docente dal 1963 al 1992. Ed ecco la coerenza dell’indole di questo operatore di cultura, che non smette di pensare al miglioramento degli ambienti dove si trova a vivere. E come negli anni in cui lavorava nell’industria tessile del Missouri era stato il patrocinatore  delle istanze sindacali del settore, così adesso nella città natale non risparmia idee e energie per apportare migliorie e nuove iniziative avveniristiche a vantaggio del territorio madonita.   Proprio per questo accetta di  candidarsi alle elezioni per il Consiglio comunale locale e una volta eletto si rende disponibile a ricoprire cariche assessoriali in seno alla Giunta comunale.
Per ben venticinque anni troveremo Domenico Portera componente dello stesso Consiglio comunale di Cefalù e con i più importanti incarichi amministrativi, che gli consentono di realizzare alcune idee di innovazioni importanti, come la istituzione di una Scuola turistico alberghiera, che viene fondata per consentire alle nuove generazioni dell’intero ambito madonita la formazione in loco di specializzazioni avveniristiche, consone alla realtà della politica economico-turistico alberghiera di Cefalù e del suo territorio.
Le relazioni di Domenico Portera non si limitavano a quanto di propedeutico agli impegni istituzionali locali; i suoi legami culturali con i centri di studi mazziniani in Europa furono sempre una delle occasioni d’alta cultura che lo portava in giro per conferenze e lezioni. E specialmente un solido rapporto con la Svizzera dove, nel 1977, venne invitato dal rettorato della Università di Berna ad assumere la cattedra di docente di Letteratura Italiana. Una proposta di cui si era fatto  tramite l’allora ambasciatore italiano in Svizzera, a sostegno della richiesta su cui aveva continuato a insistere il preside della stessa facoltà di Lettere dell’Ateneo di Berna. Ebbene? Porterà rifiutò adducendo la vera ragione del suo diniego, quella che non avrebbe per nessuna ragione rinunciato ad allontanarsi una seconda volta dalla sua Cefalù.    
Passando, per concludere, a enumerare cariche ricoperte e scritti di ricerca storica, letteraria e filosofica lasciate dall’eclettico professore Portera, ricorderemo la sua direzione della Biblioteca “Fra’Gesualdo da Bronte” a Gibilmanna e la presidenza, dal Duemila all’anno della sua dipartita,  del prestigioso Museo Mandralisca di Cefalù. E poi c’è la dimensione cosmopolita del Portera il cui valore si coglie attraverso i riconoscimenti e le associazioni internazionali di cui è stato componente; citiamo quelli più significativi: Comitato culturale della Dante Alighieri di Zurigo; Socio effettivo dell’Accademia Internazionale Medicea di Firenze; Accademia Angelica Costantiniana di Lettere, Scienze e Arti di Roma. Quanto alle scritture bisognerà elencare i contributi scientifici che lo studioso non smise mai di pubblicare in riviste nazionali e internazionali tra cui citiamo. La Voce repubblicana; Il Pensiero Mazziniano; L’Apostolato Popolare; la rassegna italo-olandese Incontri; Ordine Civile e Stato. Cui si dovranno aggiungere tutti gli articoli pubblicati negli organi locali di stampa:Il Corriere delle Madonie, L’eco di Gibilmanna, Giorni Nuovi, Araldi.
Mario Grasso

3 COMMENTS

  1. un bell’articolo che ci ricorda la grande umanità e l’ecletticita letteraria del Prof. Domenico Porterà, il cui ricordo e dovuto e fa onore all’Autore ed al Giornale che lo ha ospitato.

  2. Un articolo degno, di un uomo di immensa cultura. Ho avuto l’onore di conoscere il prof. Domenico Porterà, come docente nella mia classe, al Geometra di Cefalù, oltre ad un insegnante è stato anche un padre.

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