Da Isnello all’Europa: le testimonianze del sacerdote e docente Cristoforo Grisanti su folklore e tradizioni locali

0
437

La operatività culturale di Cristoforo Grisanti (Isnello, 1835 – Ivi 1911) potrebbe essere il modello da proporre a quanti oggi in Sicilia si interessano, operando con autentico  amore e impegno, per la salvaguardia e rivalutazione dello sterminato patrimonio di tradizioni,

singolarità linguistiche  e beni materiali locali che vanno scomparendo sia per l’avanzare inesorabile delle innovazioni tecnologiche, sia per le intermittenti ignavie di chi governa, sia per quanti disertano le missioni di volontariato, valvola estrema, quest’ultima, di recupero. Cristoforo Grisanti infatti ha lasciato della sua piccola città di nascita e degli anni della sua operosa vita di insegnante e religioso, informazioni in testimonianze di diverso momento: dalla condizione economica, a quella civile-sociale del piccolo centro agricolo-pastorizio di Isnello, alle usanze locali ordinarie, linguaggio, feste, cerimonie funebri, tosature del gregge, sposalizi, ricorrenza natalizia, vari lavori e relativi attrezzi, e tutto con scrupolo notarile, con evidente amore e profetica consapevolezza. Ordinato sacerdote  dopo gli anni di seminario a Cefalù, il Grisanti decise di continuare con gli studi teologici frequentando la Reale Scuola Normale di Palermo, dove nel 1881 conseguì il diploma di compimento di studi di grado superiore passando subito dopo a frequentare l’Università per il biennio che gli ha consentito di esercitare l’insegnamento per qualche anno a Palermo, quindi per ben 40 anni al Ginnasio di Cefalù. A Cefalù conobbe il poeta Carmine Papa con cui, dopo il pensionamento mantenne corrispondenza epistolare e scambio di composizioni in versi.  
E a questo punto si dovrebbe aprire tutto un capitolo sul Grisanti autore di poesia, di raccolte di proverbi (Cci voli assai pri sapìri pocu. etc) e di inventore di favole: (Compare gallo e compare sorcioLo zio DragoTartuchellaCicirello, etc.), nonché sul Grisanti collaboratore del musicista e direttore d’orchestra Francesco  Bajardi. E citando il Bajardi e la sua orchestra intrighiamo un altro capitolo che ci introduce nello spirito della  festa tutta isnelliana della “Frottola”, occasione folkloristica che per la sua singolarità richiama annualmente gente a Isnello dai comuni vicini come da altre parti, anche dalla Penisola e dall’estero, proprio per il suo significato di un ripetersi puntuale di quelle singolari tradizioni cui si accennava prima. Divaghiamo per lo spazio di un cenno sulla “Frottola del Corpus Domini a Isnello” citando quanto didascalizzano i dizionari sul suo significato di componimento poetico popolare diffuso in Italia verso la fine del Medioevo. Componimento che consiste in versi senza alcun ordine di rime che presentino volutamente qualche nonsenso o intrecciarsi di indovinelli, frasi bizzarre, cenni di qualche  argomento  che stimoli curiosità, ma lasciato artatamente incompleto o reso oscuro da contaminazioni di frasi o allusività impertinenti rispetto al tema annunciato. Elementi da cui scaturisce l’accezione ordinaria di frottola come fandonia se non addirittura imbroglio.
La frottola di Isnello è un componimento in versi dedicato generalmente  a un argomento religioso, e si spiega la partecipazione e la collaborazione del sacerdote e insegnante Grisanti con l’estroso concittadino maestro Bajardi, anch’egli personaggio di artista locale di notevole spessore. Ma non è solo la Frottola che, peraltro continua con la esibizione annuale delle tradizioni folkloristiche locali che esaltano le ricerche e gli scritti di Cristoforo Grisanti. Questi, rampollo di famiglia della borghesia benestante di Isnello, si impegna con animosa costanza a registrare in articoli e collaborazioni a riviste, che sia onesto definire scientifiche in quanto esito ogni volta di osservazione e studio, prima di essere destinate alla stampa periodica o a private edizioni in volume che avrebbero poi consentito di tramandarne i valori. Di notevole importanza è stata per l’esito delle ricerche del Grisanti la collaborazione con il Pitré e la rivista che il medico antropologo palermitano curava insieme a Salvatore Salomone Marino, quell’Archivio delle tradizioni popolari fiore all’occhiello dei due studiosi e particolarmente del Pitrè che con l’ampiezza delle sue ricerche confluite nelle opere che tutti conosciamo, continuerà a informarci sul come eravamo negli anni siciliani tra la seconda metà dell’Ottocento e il primo decennio del Novecento.
E ancora una volta divagheremo per illuminare il valore delle ricerche di Cristoforo  Grisanti, per dare un parere definitorio di esse con un occhio di confronto con l’opera monumentale del Pitré. Cioè: sono stati gli informatori a rendere grandiosa la ricerca del medico palermitano, informatori del calibro di Serafino Amabile Guastella chiaramontano che insegnava a Modica, dell’acese Lionardo Vigo, nonché del Grisanti stesso e di altri corrispondenti, tanti altri di vari centri di tutta la Sicilia, informazioni che consentirono alla intelligenza e al metodo dello studioso di meritare la fama di antropologo ed etnologo, fama che ne accompagna e accompagnerà il ricordo. Ebbene? Il valore culturale delle testimonianze e degli studi di Cristoforo Grisanti viene esaltato proprio dal particolare imprescindibile che attiene ai meriti del cittadino di Isnello, che della propria piccola città annota il respiro civile e operativo persino attraverso l’onomastica viaria di cui ha curato puntuale censimento. Inoltre con la registrazione scrupolosa dei momenti folkloristici, sulla cui unicità siamo ancora oggi a dover ammettere quanto Isnello è debitore verso il ricordo del suo figlio illustre, per l’amore da questi dedicato nel raccoglierne e tramandarne  i segni singolari dell’anima civile.
La studiosa Gabriella D’Agostino che ha dedicato un suo attento e benemerito studio alle opere di Cristoforo Grisanti (Cfr. in Folklore di Isnello capitolo del volume intitolato “Da vicino e da lontano. Uomini e cose di Sicilia”edito da Sellerio nel 2002), ha a sua volta attinto ai volumi contenenti la raccolta degli scritti sparsi in riviste e in  gran parte pubblicate dal Pitré. I due volumi sono: Folklore di Isnello. Usi, credenze, proverbi e racconti popolari di Isnello, raccolti ed ordinati dal Prof. Sac. Cristoforo Grisanti, pubblicato nel 1899 e Folklore di Isnello pubblicato anch’esso a cura  di Alberto Reber nel 1909, sempre con il titolo Folklore di Isnello. Opere ripubblicate nel 1981 con saggio introduttivo di Rudolf Schenda, Introduzione al Folklore di Isnello, Sellerio, 1981. Inoltre da Sciascia: Pietro Piraino, Cristoforo Grisanti, in Dizionario Enciclopedico dei Pensatori e dei Filosofi di Sicilia. Secc. XIX-XX, a cura di F. Armetta, IV, Sciascia editore, Caltanissetta-Roma 2010. Dal patronimico dei curatori delle opere ripubblicate in Italia, si potrà dedurre quanto interesse ha continuato a suscitare  anche all’estero la raccolta delle testimonianze dell’operoso sacerdote di Isnello e, inoltre, non trascurare l’interesse e gli studi, tra altri, in Austria dell’antropologo viennese Wlodzimierz Bugiel e in Francia di Paul Sébillot.
Mario Grasso