Termini Imerese, il geo-archelogo Saverio Ciofalo antesignano in ricerche sismologiche

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Il padre di Saverio Ciofalo, originario di Termini Imerese, esercitava la funzione di giudice regio a Polizzi Generosa quando, ultimo dei quattro figli, nacque nel 1842, quello che sarebbe diventato un geologo, archeologo-paleontologo di chiara fama nazionale.

Saverio Ciofalo infatti nella città dei genitori sarebbe poi vissuto ininterrottamente fino alla morte (1925), operando tra insegnamento nelle Secondarie, impegni d’alta responsabilità e competenza nel seguire scavi, ordinare reperti per la loro destinazione museale e persino amministrare per qualche anno la stessa città ricoprendovi la carica di sindaco. Una vita di amore per Termini Imerese e il suo territorio, perché erano i luoghi del ceppo naturale di provenienza degli avi e altrettanto per la inclinazione del Ciofalo a studiare la natura, e in particolare la storia della propria terra di origine, che proprio nel termitano offriva  prodigalità di occasioni geologiche e archeologiche stimolanti, come in attesa, si direbbe, di soddisfare gli interessi dello studioso e ricercatore indigeno.
Le biografie lo hanno definito Naturalista per vocazione e forse è la più esatta qualifica che merita la memoria del Ciofalo, a favore della cui sensibilità c’è da aggiunger la quantità e l’alta qualità di esempi lasciati da alcuni suoi predecessori dal Palmeri a Baldassarre Romano e altri illustri studiosi e ricercatori termitani animati dello stesso interesse che veniva a perpetuarsi nelle scelte e nell’impegno di chi, “naturalista per vocazione”, appunto, poteva attingere a piene mani ai lasciti di alcuni benemeriti antenati locali, e sicuramente disporsi animosamente a seguirne l’esempio e a continuarne la missione. Non si può ignorare quanto in ordine di ricerca archeologica aveva  operato, tra altri, anche il prima citato Baldassarre Romano.
E torniamo a ricordare a noi stessi e ai lettori dei “Medaglioni”quanto fervore di genialità operative sono state (e sono) tuttavia attive proprio nella Termini Imerese delle mitico-storiche presenze di remoti insediamenti di civiltà medio-orientali, come per bilanciare con quanto altrettanto legittimamente e per tutt’altre occasioni etnico-culturali propone – restando nei confini dell’area delle Madonie panormite –  la Cefalù normanna con il suo albo aperto ai “Cento personaggi cefaludesi” da Carmine Papa a Enrico Pirajno, barone di Mandralisca.
Ma torniamo al nostro tema su Saverio Ciofalo per rafforzare il valore delle informazioni cui qui si è accennato aggiungendo quanta importanza ha avuto nella sua carriera di geo-archelogo-paleontologo, l’aver potuto incontrare negli anni universitari un docente come il Gemmellaro, di cui dopo essere stato discepolo prediletto è divenuto prezioso collaboratore. L’Università di Palermo in quegli anni vantava  una rosa di grandi personalità tra i suoi docenti, e in tutte le facoltà; un particolare che non ha influito poco sulle inclinazioni dei più dotati di ambizioni e di amore per le materie di studio scelte. Alla scuola del Gemmellaro, Ciofalo continuò ad affinare le proprie innate qualità di ricercatore e operatore alle quali aggiungeva la chiara scelta di mettere al servizi scienza ed amore a disposizione della propria città, di cui ambiva a essere continuatore delle splendide tradizioni culturali sostenute e dimostrate da istituzioni storiche e dalle appena pregresse presenze di personalità già inserite nell’albo d’oro storico delle eccellenze locali e non solamente per l’archeologia.
Purtroppo le complicazione della vita non furono tutte liete per il generoso Saverio Ciofalo, che molto ebbe a patire per la immatura morte della moglie e per quella altrettanto inattesa di uno dei tre figli.. Non possiamo escludere che il moltiplicare impegni e operatività in modo che oggi potremmo giudicare esagerato, sia stata la valvola di sfogo di tanto dolore per le perdite sofferte di congiunti. Un contrappasso che lo stesso geo-archelogo si è stoicamente e saggiamente imposto per non farsi annichilire fino a rinunciare a corrispondenze con l’Accademia dei Lincei, quella Gioenia di Catania per non dire delle importanti relazioni mantenute con maestri e colleghi degli anni universitari, che ruotavano attorno allo scienziato Gemmellaro di cui Ciofalo, come sopra ripetuto era stato prima alunno e poi collaboratore fin dal dopo laurea. Ed è a questo punto che si potrà dare adito alla menzione sia di quanto resta testimoniato nel Museo civico di Termini, di cui si può dire che Ciofalo sia stato il fondatore, dal momento che ha continuato a destinare in un individuato ambiente gli esiti delle sue ricerche personali, dai fossili mesozoici di Caltavuturo a quelli miocenici di Ciminna. Una ricerca presso l’Accademia Gioienia ci fa rinvenire la curiosità di un “Catalogo dei coleotteri dei dintorni di Termini Imerese posseduti e raccolti dal professore Saverio Ciofalo”. (Cfr.in Atti dell’Accademia Gioenia, 1886). Sul fronte paleontologico basterà ricordare la scoperta di alcune grotte, che Ciofalo catalogava col patronimico del proprietario terriero su cui si trovavano; i biografi citano quelle denominate, Di Novo, Marfisi e Natale, ma non sono state le sole.
Lasciamo alle curiosità degli studiosi e di quanti hanno interesse alle tantissime e diverse opere  lasciate in piccoli saggi, testimoniane e scrupolose catalogazioni, che già solo attraverso i titoli dicono quanto è stato mantenuto costante l’interesse per il territorio di Termini Imerese e la città stessa, per concludere con una tra le realizzazioni pioneristiche del Ciofalo: la meteorologia. Ripercorrendo l’attività insonne di questo ingegnoso termitano scopriamo che nel 1879 fondò un osservatorio meteorologico che continuò a gestire personalmente, da anticipatore, per ben 28 anni, cioè fino al 1907 quando ne affidò la direzione al figlio Michele, che aveva seguito le orme del padre sia negli studi che nelle ricerche. Ebbene, l’attività dell’osservatorio meteorologico sotto la direzione di Saverio Ciofalo non venne da questi limitata alle evoluzioni atmosferiche e alle temperature ma venne estesa alla registrazione dei bradisismi geologici (torna l’applicazione scientifica del Ciofalo geologo).
Concludiamo riconoscendo nella personalità di Saverio Ciofalo il realizzatore di una missione ispirata dall’amor patrio e dai modelli di altri suoi predecessori termitani, e ribadendo la poliedricità come un poco l’epoca suggeriva agli studiosi che univano alle intuizioni e all’operatività, uno spirito decisamente missionario a favore del territorio dei padri e degli antenati una volta fatto proprio il concetto dei beni da preservare e di quelli nuovi da far cresce, cioè l’aprire il compasso delle ricerche a più materie indipendentemente dalla linea principale seguita con coerenza. Ecco il geologo occuparsi di un museo per i reperti dell’archelogo, il docente educatore delle giovani generazioni fornire indicazioni attinenti l’ambito della pubblica istruzione, l’intellettuale adoperarsi a rendere operativa e aggiornata la locale Biblioteca Liciniana, il cultore attento nel cogliere l’importanza dei lenti movimenti del suolo fino a predisporre gli strumenti che ne agevolassero la effettiva utilità. Un personalità, quella di Saverio Ciofalo che spicca luminosa tra le tante altre dei geni locali di Termini Imerese.
Mario Grasso