Nell’ambito della rievocazione storico-medievale “Vivere in Assisi”, uno degli eventi storico-religiosi più affascinanti di Sicilia, proclamata la madre delle manifestazioni itineranti medievali italiane,
arriva l’ultimo, prestigioso, momento che precede la rappresentazione vera e propria: la Giornata di Studi su “Natura e cultura dopo Francesco d’Assisi”.
L’evento, che si terrà domenica 8 settembre 2019, presso la sala Polifunzionale di Gangi, si articolerà in due sessioni, la mattutina dedicata a Vivere in Assisi, in cui si delineeranno tutti gli aspetti, spirituali, comunicativi e sociologici, che ne hanno fatto nel tempo, una manifestazione d’eccellenza e la sessione pomeridiana, interamente riservata al tema oggetto di studio. Un’occasione per riflettere sui rapporti tra natura e cultura a partire dal Medioevo, passando per l’Umanesimo, il Rinascimento e il Positivismo fino ai nostri giorni. Le relazioni tra natura e cultura sono estremamente attuali, grazie anche a discipline “moderne” come la biologia, la genetica, le scienze cognitive, in particolare, l’intelligenza artificiale e le neuroscienze. All’interno di queste relazioni e trascendendole si pone, poi, la questione del soprannaturale e del sacro.
Nella sessione mattutina, con inizio alle ore 10,00, dopo i saluti del Sindaco di Gangi Francesco Paolo Migliazzo, sono previsti gli interventi di Maria Piera Franco, Avvocato, che relazionerà su “Vivere in Assisi: una comunicazione esperienziale e relazionale”, a cui farà seguito Francesco Paolo Pinello, Cultore di Sociologia Generale e della Devianza, Facoltà di Scienze e Tecniche Psicologiche Università di Enna “Kore” che parlerà su “Vivere in Assisi: analisi sociologica di una “festa di popolo” e Fra Alberto Marangolo OFM, Provincia dei Frati Minori di Sicilia che interverrà su “Evangelizzare attraverso il rievocare”. Infine Roberto Franco, Scrittore e divulgatore scientifico che parlerà su “Padre Antonio Jerone, artista francescano”. Moderatore della sessione Antonella Ballacchino, Medico e scrittore. Nella sessione pomeridiana, con inizio alle ore 17,00, sono previsti gli interventi di Rosa Loredana Cardullo, Professore ordinario di Storia della Filosofia Antica, Direttrice del Dipartimento di Scienze della Formazione, Università di Catania che relazionerà su “Il mondo degli animali dopo San Francesco”, a cui farà seguito Francesco Coniglione, Professore ordinario di Storia della Filosofia, presso l’Università di Catania che parlerà su “L’intreccio di natura e cultura: l’eredità di San Francesco”, l’ultima relazione sarà quello di Concetto Martello, Professore associato di Storia della Filosofia Medievale, presso l’Università di Catania che interverrà su “La tradizione filosofica francescana nel Medioevo” Moderatore della sessione: Alfonso Lo Cascio, Giornalista e Presidente Regionale BCsicilia. Al termine del convegno, è prevista la visita guidata alla Mostra, “Potuit decuit ergo fecit”, in cui sono esposte alcune opere di P. Antonio Jerone, artista francescano presso la Chiesa del Monte, Convento dei Frati Minori.
Diverse e prestigiose le collaborazione di cui avvale l’evento. Dall’OFM di Sicilia all’Università di Catania, dal Pontificio Consiglio della Cultura a Italia Medievale, dalla Pontificia Universitas Antonianum, all’Istituto di Alta Cultura “P. Antonio Jerone”, dall’Officina di Studi Medievali a BCsicilia.
Loredana Cardullo, I diritti degli animali a partire da San Francesco
In un’epoca e in un ambiente in cui l’attenzione per i diritti degli animali è pressoché inesistente, San Francesco d’Assisi appare come un antesignano dei movimenti animalisti contemporanei. Per la sua innocenza, il suo entusiasmo per la natura, la sua gentilezza e compassione per tutti gli esseri viventi, umani e non-umani, come testimoniano il Cantico di Frate Sole, le biografie redatte da Tommaso da Celano e i Fioretti, Francesco anticipa sensibilità che saranno proprie di filosofi settecenteschi come J. Bentham e di bioeticisti novecenteschi come Taylor e Singer.
Francesco Coniglione, L’intreccio di natura e cultura: l’eredità di San Francesco
In San Francesco si assiste a un forte depotenziamento della tradizione culturale filosofica che risulta funzionale alla possibilità di vedere con occhi nuovi e non pregiudicati il mondo naturale. Ciò gli permette di accedere a una visione della natura non più condizionata da vecchi stereotipi e quindi disponibile a vederla come partner dell’uomo, piuttosto che suo oggetto di conquista e dominio. Per tale aspetto il suo atteggiamento è in sintonia con quanto in tempi più recenti è emerso nel contesto della riflessione ecologica.
Concetto Martello, La tradizione filosofica francescana nel Medioevo
Il tardo medioevo è caratterizzato sul piano filosofico dalla progressiva convergenza dei diversi filoni teorici verso un modello di scienza rigoroso, del tutto autonomo dalle confessioni religiose, col cui “spazio culturale” nel medioevo centrale tendeva a sovrapporsi. La filosofia dei francescani partecipa attivamente a tale processo di “modernizzazione”, che culmina nella stagione nota come “crisi della scolastica”, cioè nella riflessione di Duns Scoto e Guglielmo di Ockham, il quale, spinto dal coinvolgimento personale nel contenzioso sulla paupertas ecclesiastica tra il papa avignonese Giovanni XXII e l’ala più spirituale e intransigente dell’ordine francescano, coglie la corrispondenza tra la distinzione di teoresi e teologia e l’autonomizzazione, in sede pratica, del potere temporale dallo spirituale.