Con una lettera indirizzata all’Agenzia del Demanio, alla Soprintendenza Beni Culturali e al Commissario straordinario del Comune di Termini Imerese, le Associazioni BCsicilia e La Casa di Stenio hanno segnalato lo stato attuale della copertura dell’ex Collegio dei Gesuiti,
che presenta vistosi avvallamenti che fanno ipotizzare il cedimento di alcune travi delle capriate nonché del tavolato.
Il Collegio dei Gesuiti a Termini Imerese, è stato edificato nel primo ventennio del sec. XVII, nel cuore della città, come era usuale nelle “strategie” di insediamento dell’Ordine Gesuitico.
Dopo la confisca dello Stato italiano, subito dopo l’unità d’Italia, venne utilizzato come sede degli Uffici Giudiziari (Tribunale, Procura, Pretura). Dopo il trasferimento di tali uffici nella nuova sede in piazza Di Blasi, l’imponente struttura di via Roma, è rimasta inutilizzata, in balia del degrado del tempo, alcuni atti di vandalismo ne hanno reso totalmente inefficienti gli impianti elettrici.
Di proprietà del Demanio dello Stato e parzialmente del Comune di Termini Imerese (una piccola porzione a piano seminterrato) si conservano al suo interno due ambienti riccamente affrescati poste al piano del chiostro. La struttura oggi si presenta in stato di abbandono, senza alcuna prospettiva per il suo recupero e riutilizzo.
“Un eventuale crollo del tetto – sottolineano nella nota il Presidente di BCsicilia Alfonso Lo Cascio e il Presidente dell’associazione Casa di Stenio Arianna Serio – sarebbe devastante per l’intero immobile, in quanto il mancato e tempestivo intervento comprometterebbe seriamente l’intera struttura il cui interno sarebbe esposto alle precipitazioni meteoriche.
Risulta quindi indispensabile un urgentissimo sopralluogo per accertare lo stato attuale delle coperture e, qualora necessario, un temporaneo puntellamento di quelle in pericolo, in attesa di un organico ed auspicabile intervento di restauro per una rifunzionalizzazione di tale importante complesso architettonico di questa città”.
Il Collegio dei Gesuiti, valente architettura del XVII secolo con il chiostro interno sostenuto da colonne monolitiche di stile tardo manieristico, venne edificato a partire dal 1622. I Gesuiti, arrivati a Termini nel XVII secolo, ne iniziarono immediatamente la costruzione. L’edificio sorge sul ciglio del “lavinaio”, attuale via Roma, all’epoca non ancora realizzata. Nel XIX secolo la costruzione venne adibita a Palazzo di giustizia fino al 1995. Interessanti le due cappelle affrescate. Nella prima, adibita per lungo tempo a sala delle udienze della Pretura, le pareti sono dipinte con scene di vita religiosa raffigurando nel soffitto l’esaltazione della Croce, mentre nel coro è raffigurata la Vergine in Gloria con un angelo che mostra le sette spade dei dolori. La cappella è opera autografa datata al 1733 di Filippo Randazzo, detto il Monocolo di Nicosia (1692-1748), tra i maggiori maestri del Settecento siciliano e per quanto riguarda le decorazioni architettoniche opera dell’architetto e pittore Francesco Firrigno. Le pareti, modulate da finte architetture di straordinaria raffinatezza, sono scandite dalle figure delle Virtù. La qualità delle dorature e dei fregi dipinti unitamente agli sfondati prospettici restituiscono un capolavoro del Settecento. L’altro ambiente, dedicato all’Assunta, ancora oggi adibito ad archivio storico del Tribunale, presenta un soffitto affrescato il cui motivo dominante è l’incoronazione della Vergine. La decorazione, che si può datare al XVII secolo, è realizzata su fondo d’oro ed è caratterizzata da ghirlande, putti e cartigli. Nelle unghie della volta sono dipinti simboli mariani. L’opera appare in uno stato accettabile malgrado il lungo degrado ed oblio e meriterebbe di essere recuperata ed adeguatamente valorizzata.