Andrea Rocchetti, Responsabile dell’Area Consulenza di Moneyfarm, ha rilasciato una bella intervista in quel di Piazza Affari, in onda su Rai 3. Rocchetti ha parlato, anzitutto, del collegamento tra i dazi e la politica commerciale, dopo il rallentamento dell’economia globale.
“I dazi – ha detto Rocchetti – hanno un impatto diretto sui mercati finanziari. L’indice PMI manifatturiero statunitense è stato molto negativo, al di sotto della soglia dei 50 punti e al di sotto delle aspettative degli analisti. Questo non può che avere un impatto negativo sulla crescita globale, a maggior ragione perché la Cina contribuisce per quasi un terzo a tale crescita e anche perché negli ultimi giorni il WTO ha consentito di applicare dazi su alcuni prodotti a scapito dell’Ue”. E difatti, dal prossimo 18 ottobre, scatteranno da Washington le tariffe sui beni importati dall’Unione Europea per una cifra vicina ai 6,8 miliardi di euro, corrispondenti a 7,5 miliardi di dollari, in rappresaglia per il blocco europeo su Airbus.
In seguito alla revisione al ribasso di Bankitalia, le stime di crescita per il nostro Paese sono state azzerate per il 2019, mentre invece l’Istat stima un leggero rialzo dello 0,1%, Tutto questo, con la manovra espansiva del governo, servirà alla creazione di un nuovo dinamismo? Rocchetti ha avanzato la teoria di Moneyfarm, fortemente convinta che con 29 miliari stanziati si tratterebbe di una manovra molto espansiva, seppur cauta: “Vanno valutate bene le coperture, su cui c’è da fare ancora chiarezza, e soprattutto bisogna tener presente che gran parte di questi soldi serviranno a scongiurare l’aumento dell’Iva, ma complessivamente crediamo che ci fosse ben poco da fare di diverso. Ricordiamoci infatti che l’anno prossimo verrà portato al 2,2% il deficit sul Pil e che abbiamo sempre un debito pubblico tra i più complessi d’Europa a causa del quale i tassi di riferimento sulle nostre emissioni sono secondi solo alla Grecia” -ha proseguito il Responsabile dell’Area Consulenza di Moneyfarm.
Intanto, nella stessa mattinata di oggi, Bankitalia in persona ha confermato il risiko bancario, una ipotesi sempre più reale, con cui si intende il processo di integrazione e di fusione tra istituti: per Rocchetti il tutto è imputabile alla fase delicata e di stallo che sta vivendo il sistema bancario, non per questioni di liquidità ma piuttosto di redditività, resa complicata per l’attuale curva dei tassi, soprattutto quella tedesca. Il tutto è stato anche confermato dall’Amministratore Delegato di UniCredit ha sottolineato la concreta possibilità che si verifichi il trasferimento dei costi di tassi negativi sulle casse degli stessi risparmiatori.
Un punto in più a favore della tesi sostenuta da Corrado Passera sul tramonto del sistema bancario inteso in modo tradizionale. L’ex top manager di Poste Italiane, infatti, in un suo recente intervento a Redazione Finanza, ha parlato molto della rivoluzione digitale dei servizi finanziari. Per Passera la nuova banca specializzata avrà tre caratteristiche fondamentali: specializzate e al contempo capaci di dare ai loro clienti la possibilità di accedere a prodotti di terzi che non rientrano nella loro specializzazione. E saranno, invece, “data-driven”, capaci di basare fin dall’inizio tutti i loro processi sui dati.
Tornando a Rocchetti, nel suo intervento spazio anche a Mario Draghi, arrivato al giro di boa nella sua avventura alla BCE. Da Moneyfarm filtra ottimismo: “Ci sarà continuità dal punto di vista della politica monetaria espansiva – ha detto Rocchetti – partendo dal presupposto che Draghi ha fatto tutto quanto era in suo potere per sostenere l’economia e i mercati finanziari e ci aspettiamo che la Lagarde faccia lo stesso”.