Nico Marino, memoria di un uomo illustre di Cefalù

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Quella di Domenico Marino (Nico per tutti) Cefalù (1948 – 2010) è una di quelle biografie di personaggi geniali siciliani per i quali calza una frase celebrativa di La Martine:

Sei come quelle luci delle lampare che di notte brillano sul mare e, mano a mano, più si allontanano più nitidi e chiari mostrano i loro contorni luminosi” . Per noi che lo abbiamo conosciuto per poche ore nella sua qualità di artista chitarrista cantante de I Cavernicoli, rimane indelebile il ricordo della personalità, capace di trasmettere euforia e slancio amichevole, come con chi ci sia stata antica e cordiale frequentazione. Una dote umana che Nico Marino, come poi abbiamo appreso dalle conferme di suoi concittadini, sodali e frequentatori, si portava per palese elemento umano distintivo fin da ragazzo e poi, spontaneamente, per tutta la vita.  La sua indole nella comunicare era così traboccante da coinvolgere chiunque. E coinvolgevano infatti con moltiplicati effetti le sue esibizioni  cabarettistiche in seno al Gruppo de I Cavernicoli di cui era stato fondatore, quindi principale animatore, di storico delle tradizioni locali, meriti questi ultimi che ne immortalano la memoria accanto ai più celebrati personaggi cefaludesi, come confermano i convegni di studi che sono continuati a valorizzazione delle sue opere edite e inedite. Ma torniamo al cabarettista .
Nota a tutti la storia  del nome e del Gruppo cefaludese de I Cavernicoli la denominazione traeva origine da una vera e propria caverna sotterranea nella graziosa città madonita, dove il mecenate locale, cavaliere Giovanni Agnello, aveva messo a disposizione il caratteristico e singolare ambiente, per riunioni, ascolto di musica, letture di poesie e altri confronti cari ai giovani del territorio . L’ambiente, dove Nico che con chitarra ed esibizione canore  era in confidenza fin da ragazzetto, è stato quello dove il geniale storico operatore di cultura e artista di proprio, aveva iniziato da cabarettista, appunto, da chitarrista e cantante, nonché di autore di testi, insieme a Antonio Augello, Gino Nobile, Leandro Parlavecchio e Pio Pollicino. La prima fase è iniziata sotto le feste natalizie del 1967.
Poi – chi esce riesce – usciti dalla “caverna” locale e ricompattati, pur restando per tutti loro la città di Cefalù il punto di riferimento costante, i cabarettisti già noti dovunque, iniziano con esibizioni in ambito madonita e regionale fino a conquistare fama nazionale e internazionale sia per le esibizioni in Rai che in televisione. In questa nuova fase di presenze e successi, si univano sporadicamente al Gruppo originario, i fratelli di Nico e di Pollicino, Mario e Pio.
Tutte notizie queste che sono patrimonio di conoscenza comune per quanti delle generazioni, in Sicilia e quindi nella Penisola, hanno avuto modo di seguire e apprezzare, tra la fine degli Anni Settanta del secolo scorso e il 2010, anno della immatura morte di Nico, la cordialità e l’impegno del gruppo cabarettistico che dalle origini siciliane si è imposto all’udienza nazionale per originalità e incisività delle esibizioni, con la professionalità dei suoi componenti e la straordinaria carica umana del tratto empatizzante dell’intero gruppo stesso.
Nico è stato l’anima e la voce  dei Cavernicoli e con questi ha contribuito a stabilizzare un vero e proprio polo di caratterizzazione culturale impegnato, proprio grazie ai testi delle brevi favole morali e quelli delle canzoni che Nico stesso scriveva e il gruppo artistico proponeva in forma goliardica , punzecchiando con garbo e levità da veri artisti  l’attualità politica o di momenti popolari attraverso una satira  gradevole e comunque divertente. Nico era dedito  a diverse attenzioni, specialmente ai momenti culturali della propria città, per la quale ha dimostrato, lungo tutta la vita, uno spontaneo attaccamento particolare. Ci è capitato di leggere brevi memorie scritte dal figlio di Nico, il quale dimostra di continuare a sentire la straordinaria singolarità dell’indole paterna, rivolta  al rapporto nel quale prestigio e autorità del genitore non furono mai tali da interferire nelle libere scelte dell’adolescente, e fino al cenno cui la memoria filiale rivolge importanza: quello di non aver subornato l’orientamento libero del giovane al momento delle votazioni politiche. Un momento non proprio decisivo che potrebbe essere giudicato di secondaria incisività, ma abbastanza denso di significati ulteriori al momento di ricostruire la figura dell’uomo e del padre..
Una delle condizioni cui non sarà superfluo far riferimento è quella della serenità familiare e ambientale nella quale il futuro artista era cresciuto. Il padre medico chirurgo, benestante e benvoluto a Cefalù e nel contado madonita, in perfetta armonia con la madre, avevano  assecondato le istanze bizzarre dell’adolescente Nico, incoraggiandolo nelle sue tendenze a tutto ciò che sarebbe stato quindi la carriera artistica del fondatore de I Cavernicoli accanto a quella dello studioso di storia e tradizioni popolari. E poi la città, la Cefalù aperta alle culture più varie e  patria di personaggi che sono stati altrettanti modelli per le generazioni dei figli. Con altre parole, un  nome quello di Domenico Marino detto Nico che brilla di luce autonoma nell’albo d’oro dei “Cento cefaludesi illustri”. 
Infatti quello che noi fin qui abbiamo ricordato sull’onda emotiva di avere incontrato e parlato a lungo con Nico Marino cabarettista de I Cavernicoli, ci ha indotto a privilegiare questo aspetto forse minore ma non certo trascurabile della personalità di storico  e studioso che lo stesso Marino è stato, un aspetto invero complementare  a confronto di quello dell’eccellente conoscitore e cultore delle tradizioni come dei beni culturali locali. Le sue numerose opere di ricerca sulla storia dell’arte e la presenza di monumenti nonché di singolari occasioni artistiche tra Cefalù e altri centri delle Madonie, continua concretamente a essere oggetto di studi in convegni annuali tra Cefalù e altri centri madoniti. Convegni che pongono al centro delle ricerche proprio quanto il geniale e infaticabile Nico ha prodotto fino al giorno della sua prematura morte. Alcune sue opere Marino le ha realizzate insieme all’amico Rosario Termotto. Ma sempre con unica sua direttiva rivolta alla valorizzazione del territorio e ai suoi più preziosi beni da far conoscere riesumando da archivi e da collezioni private. Noi qui ci limitiamo a un cenno su titoli interni a un studio edito in volume, nel quale è presente la collaborazione di Rosario Termotto: Alcune considerazioni su certi documenti inediti relativi alla famiglia dei lo Duca; Cefalù: alcune note sulle competizioni agonistiche inserite nel contesto dei festeggiamenti del Santo Patrono;  Alcune note sulle decorazioni del Presbiterio della Cattedrale di Cefalù, con particolare riferimento all’opera di Scipione Livolsi, sulla base di documenti inediti. Rosario Termotto; Contributi documentari sulla decorazione seicentesca del Presbiterio della Cattedrale di Cefalù; Documenti su alcuni organi dei paesi delle Madonie.
È solo una minima parte dei meriti culturali di questo cefaludese la cui memoria si colloca, giorno dopo giorno accanto alle figure degli uomini illustri di Cefalù contornata da luce propria.
Mario Grasso

2 COMMENTS

  1. Ho frequentato l’ambiente cefaludese già dal lontano 1975 seguendo con molta attenzione le qualità sia dei Cavernicoli sia del già compianto NICO….ancora oggi ricordo tanti skach del gruppo.

  2. Nico era un appassionato della cultura cefaludese, la studiava in tutti i suoi aspetti: sociologici che architettonici. La raccontava nei suoi scritti, stupendosi ad ogni scoperta sia piccola o grande. Con Nico ho avuto il piacere di lavorare per quasi un decennio. Ogni riunione era un straordinario momento di confronto su tutto. Nico iniziava i suoi racconti: “nel 1821 dovevate sapere …” E noi: Nico ma possiamo arrivare al 1998. La sua era un enciclopedia parlante. Quanti bei ricordi per una città che spesso non ricorda i suoi migliori cittadini.

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