Lo stop all’escalation bellica in Medioriente, lo smantellamento della basi militari Usa nella regione, il ritiro delle truppe italiane dall’Iraq:
queste alcune delle richieste che hanno portato svariate persone in strada a Palermo, in un sit-in di protesta organizzato ieri pomeriggio dinnanzi il Consolato americano.
Circa centocinquanta i manifestanti presenti, a ricordare che la Sicilia, dove tuttora sono ubicate diverse postazioni militari statunitensi, tra tutte Sigonella, principale base terrestre dell’Us Navy nel Mediterraneo centrale, abbia suo malgrado in vecchie e nuove guerre un ruolo logistico non indifferente.
La manifestazione è stata indetta e autorizzata a distanza di soli pochi giorni dal raid avvenuto a Bagdad che ha causato la morte del Generale persiano Qasem Soleimani e la conseguente reazione iraniana con missili lanciati contro due basi Usa ubicate in Iraq.
In particolare nell’Isola il dibattito sul tema è stato particolarmente acceso per la tesi, finora ufficialmente smentita, secondo la quale i droni americani in occasione del raid fossero per l’appunto partiti da Sigonella.
Tra gli slogan urlati “La Sicilia non è zona di guerra, via le basi Nato dalla nostra terra” e la “ Sicilia sarà sempre più bella senza il Muos e senza Sigonella”.
Accanto alla gente comune spiccano poi i militanti con le bandiere di partito, da Pap al Partito Comunista o di sigle sindacali come l’Usb; in strada poi anche volti noti della Cgil e dei movimenti antagonisti cittadini.
Per molti di loro si replicherà a Sigonella, giornata in cui è prevista una mobilitazione nazionale per dire no alla guerra.
Francesco Fustaneo