«Non ho elementi per stabilire se i quasi 600mila euro investiti dalla Regione Siciliana per l’evento “Devotion” di Dolce & Gabbana rappresentino o meno un esborso proporzionato alla qualità di un progetto che ha certamente veicolato il “brand Sicilia” ad altissimi livelli.
Chiedo che questo chiarimento lo faccia l’assessore Turano, così da spiegare quali benefici, in termini di indotto turistico ed economico, abbia generato per la Sicilia il progetto in questione. Depositerò, a tal proposito, un’interrogazione, ritenendo fondamentale che l’assessore dia contezza sulla congruità dei costi e sul valore tangibile di questa rilevante operazione di co-marketing».
Lo dichiara il deputato di ORA-Sicilia al centro, Totò Lentini, nel pieno delle polemiche nate a seguito della concessione del contributo destinato al progetto di Dolce & Gabbana.
«Serve inoltre – prosegue il deputato regionale -, senza scadere in alcuna forma di pregiudizio, che venga fatta luce sul circuito di “scatole cinesi”, di appalti e subappalti che ha contraddistinto il processo organizzativo dell’evento. E ancora che sia fatta chiarezza, magari con il coinvolgimento dell’assessore regionale al Lavoro, sulla natura contrattuale e sul trattamento economico riservati alle maestranze locali. L’ultima ma non meno importante finalità della mia interrogazione è volta, inoltre, a stimolare il governo affinché vengano messe in campo misure di sostegno destinate ad un comparto letteralmente devastato dall’emergenza Covid-19 e non supportato a dovere. Solo per fare un esempio – conclude Lentini – è bene evidenziare che per l’anno in corso lo stanziamento della Regione destinato, all’interno del FURS, al comparto “Musica sinfonica e bande” è di circa 800 mila euro per una sessantina di associazioni siciliane. Ognuno, in tal senso, tragga le proprie conclusioni, ma all’Assessore Turano, che liquida i gridi d’allarme degli operatori del settore turistico e dei grandi eventi raggruppati in Assomusica come “polemiche da ombrellone”, dico che purtroppo quest’estate le aziende siciliane non andranno in vacanza, perché rimarranno a lavorare, o a cercare di lavorare, nel tentativo di recuperare l’attuale situazione disastrosa in cui versano».