Palermo: nasce lo spazio artistico “Giuggiù”, intervista a Federica Greco, ideatrice del progetto

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Danza popolare e Teatro; Una danza contaminata, una tarantella che va oltre le regole, oltre i passi canonici, un teatro in cui ognuno è libero di parlare la propria lingua. Questo e molto altro ancora è quanto avverrà all’interno di Giuggiù, uno spazio artistico a 360° ideato e diretto da Federica Greco. La nuova anzi la prima avventura della giovane artista palermitana avrà la sua partenza sabato 26 settembre alle ore 17:00 in Piazza Magione a Palermo. Siamo stati con Federica per scoprire qualcosa in più sul progetto e sulla sua carriera artistica e seduti ad un tavolo con sopra una succulenta granita, abbiamo fatto quattro chiacchiere.

Come nasce la tua passione per la musica in generale ma più precisamente per la danza ?

Sono cresciuta in un quartiere popolare, la Kalsa, dove ho trascorso metà della mia infanzia a giocare in strada con gli altri bambini del quartiere, sotto casa, sorvegliata sempre da mia madre che mi aveva dato un limite di confine. Potevo arrivare in Piazza Magione (Piazza in cui ho frequentato la scuola elementare) e tornare. Giocavo spesso con i maschi, preferivo i giochi fisici e di forza, amavo la sfida e spesso mi ritrovavo a fare a gara a chi sputava più lontano. Il tempo che trascorrevo in casa lo passavo a giocare con le barbie, alle quali creavo una “storia” che continuava ogni volta che le “rincontravo”… oppure cantavo e ballavo. Il canto mi trasportava in un mondo fiabesco, mi piaceva imitare il canto delle principesse Disney, mentre il ballo… Non ricordo con quale strumento tecnologico facessi partire quella musica ma ricordo quanta energia avevo mentre ballavo. Andai da mia madre e con la mano sul mio petto le dissi: “Mà, mi fa male il cuore”. Mia madre si è preoccupata subito! “E che ti senti!?”, mi chiese. Le dissi che mi pulsava il petto e che mi sentivo le gambe tremare. Lei mi ha guardato e sollevata mi disse “Ah! È l’adrenalina”. Ecco…da quel momento ho capito quanto mi piacesse ballare, volevo provare e riprovare quella sensazione, e così ho cominciato a conoscere il mio corpo, cercavo di capire quanti movimenti riuscissi a fare e mi sentivo già bravissima ma ero ancora curiosa. Sentivo il bisogno di fare di più e anche mia madre aveva quella sensazione, così mi chiese se avessi voluto iscrivermi ad una scuola di danza. Ero felicissima ma sapevo che per problemi economici non l’avrei mai potuta fare, infatti, ho cominciato con un corso di danza dove pagavo 15€ al mese. Non era proprio una bella struttura ma per me era perfetta. Sono partita da lì, la mia insegnante era una mia cugina, Nancy Savoca, ero innamorata, desideravo diventare come lei. Adesso, quando ci incontriamo, ci abbracciamo, penso che sia stata una grande insegnante, lo penso tuttora, ho soltanto dei bellissimi ricordi di lei, ed è quella la cosa pia importante secondo me, l’unico modo che abbiamo per dimostrare a noi stessi quanto valiamo.

Da li in poi hai cominciato la tua carriera artistica, ci sono stati degli incontri particolari ?

Alle scuole medie, ho conosciuto Elisa Parrinello la quale alla fine del corso di teatro, mi ha proposto di frequentare il Teatrino Ditirammu. Li ho vissuto 10 anni della mia vita! Grazie a questa esperienza ho scoperto la danza popolare ed il teatro, un teatro amatoriale, di “pancia”. Facevamo molti spettacoli, ricordo ancora il ritmo delle percussioni di Giovanni Parrinello che ci facevano sempre impazzire dalla gioia, ero felice di stare accanto a Vito Parrinello e Rosa Mistretta, due grandi Artisti. Il Ditirammu è stata la mia casa. Elisa mi ha donato tanto ed io ho donato tutta me stessa a lei. Circa tre anni fa, ho iniziato a danzare in molte serate dal tema siciliano con Alfredo Onofrio Orlando, un grande musicista che mi ha insegnato davvero tanto! Per me un maestro e mia guida, che ha sempre creduto in me e che ha sempre cercato di valorizzarmi.

E poi ? Hai continuato con il teatro ? 

Si certo ! Il teatro continuavo a praticarlo, avevo cominciato a lavorare con Michele Perricone, ho trascorso degli anni bellissimi con lui! Portavamo degli spettacoli in giro nelle scuole, ne abbiamo girate tantissime e ci divertivamo molto insieme. Il mio “bagaglio” continuava a riempirsi.

Sappiamo che hai frequentato la Scuola dei Mestieri dello spettacolo diretta da Emma Dante, ce ne vuoi parlare?

Con il passare dei mesi, uscì il bando della Scuola dei Mestrieri dello Spettacolo diretta da Emma Dante. Seguivo Emma Dante e i suoi attori su internet, guardavo tantissimi video, sognavo e fantasticavo ma conoscevo il suo teatro abbastanza da poter capire che sarebbe stato impossibile per me superare quel provino. Non potevo crederci, leggevo quella lettera e mi tremavano le mani. La mia vita è radicalmente cambiata, Emma è in grado di farti perdere e subito dopo farti ritrovare per poi farti riperdere. Un elogio al fallimento. I suoi insegnamenti sono stati fondamentali, abbastanza da potermi dare la forza di cui avevo e ho bisogno. Ho ripreso a riempire il mio bagaglio insieme ai miei compagni di avventura ai quali voglio un bene indescrivibile e con i quali ho condiviso tutto! Il cibo, gli abiti, il sonno, le lacrime, i sorrisi, il sudore, i baci, LA SCHIERA! Una conta che per me continua ancora, 12 passi che il mio cuore non smette di pulsare. Insegnanti con cui passavamo tutte le ore del pomeriggio a lavorare intensamente con il corpo, il ritmo e la mente con i quali si è creato un forte legame: Sandro Maria Campagna, Sabino Civilleri, Carmine Maringola e Manuela Lo Sicco. Un’esperienza che per me e alcuni dei miei compagni continua ancora, anche dopo esserci diplomati, con un nuovo progetto di Emma Dante di cui facciamo parte e che andrà in scena al festival di Avignone e non solo!

Parliamo del progetto, come nasce e perchè chiamarlo proprio Giuggiù ? 

Durante gli anni, all’interno della scuola accennavo spesso ai miei compagni che avrei voluto uno spazio tutto mio, un luogo in cui poter creare e trasmettere, un modo per poter mantenere viva l’arte popolare.
Pensavo di dovermi allontanare da Palermo avendo avuto svariate delusioni, ma ho sempre amato questa maledetta città ed essere cresciuta in un quartiere popolare mi ha fatto respirare Palermo a 360 gradi. E fnalmente dopo tre anni, nasce Giuggiú. Non altro che il diminutivo di Giuggiulena, i semi di sesamo, in Siciliano appunto “Giuggiulena” o “Ciminu”. È stato il primo nome a cui ho pensato semplicemente per il fatto che era il modo in cui ci chiamava mia nonna, per dirci quanto piccole eravamo e quanto stavamo crescendo, un paradosso! “Giuggiú! Miii chi si fatta granni!”… almeno questo era quello che arrivava a me quando la sentivo chiamarmi in quel modo.

Cosa troveranno i tuoi futuri allievi all’interno di questo “spazio” come lo chiami tu ?

Insegnerò Danza popolare e Teatro; Una danza contaminata, una tarantella che va oltre le regole, oltre i passi canonici, un morso che ti libera. Si parte dallo studio di alcuni passi base e da quelli ognuno è libero di danzare la tarantella a modo proprio, secondo i propri sentimenti e bisogni. Faremo insieme dei canti tradizionali e antichi siciliani, leggende, cunti e la rielaborazione dell’arte marziale “LIU-BO”. Non conoscevo quest’arte, durante il periodo di quarantena, ho seguito i tutorial di Michelle Smith, controfigura nei film di azione, lei è un ninja e non avendo molto da fare, ho pensato bene di provare ad imparare i movimenti base. Ho imparato e piano piano ho pensato di trasformare quei movimenti in “danza del bastone siciliano”. Così ho scoperto il “LIU-BO”, “le bastonate Siciliane”. Lavoreremo sul ritmo, sul corpo e insieme agli allievi si arriveranno a creare delle coreografie di gruppo che spingerò, affinché possano essere rappresentate al pubblico. Un teatro in cui ognuno è libero di parlare la propria lingua, un teatro fisico che prevede lo studio del corpo, lavoro sul personaggio, un lavoro che si appoggerà ai grandi artisti del 900 che hanno fatto la storia della danza e del teatro. Ci saranno anche degli stage con attori, danzatori, cantanti e musicisti.

Chi ti accompagna in questa importante avventura della tua vita ?

La parte più importante è che condivido questo piccolo e immenso sogno con due persone quali amo letteralmente; mia madre e il mio amore. Per chi ha avuto e ha la fortuna di conoscere mia madre, conosciuta anche come “Nunziellla” o “la Sig. Nunzia”, sa quanto importante è avere accanto persone come lei. La “tutto fare”, lo è stata da sempre. Mia madre e mio padre mi hanno sempre dimostrato quanto è importante il lavoro, che mai ci si deve fermare e che, prima o poi, la vita ti ripaga. Forse qualcosa questa vita sta cominciando a ripagarcela, forse si è accorta dei nostri sacrifici, forse si è accorta che papà ha lavorato giorno per giorno senza mai fermarsi anche quando era esausto. E poi c’è lui, Francesco, il mio unico amore. Si definisce sempre un chitarrista, autodidatta, scarso. Si definisce anche un ballerino scarso, un meccanico moto scarso. Non sa cantare ma è intonato, non è un tecnico o un muratore ma riesce a riparare i computer e aggiustare le cose e le case. Essere troppo insicuri fa schifo, lo so per esperienza… ma questa maledetta insicurezza che ci fa balbettare che ci innervosisce, ci demolisce, ci fa calpestare e spesso piangere … è la nostra più grande forza. Non sentirsi mai pronti è la chiave per diventarlo. Poiché non si è mai pronti, avremo modo di cresce ancora, una crescita infinita che ci porteremo sempre dentro. È la tua ricchezza! L’artista che sei va oltre qualsiasi cosa, le tue canzoni vanno “oltre”! Non hai ancora avuto la possibilità di studiare e so bene quanto lo vorresti ma posso anche dirti che 15 anni in conservatorio, ti serviranno si, avrai una tecnica infallibile sicuramente, ma niente e nessuno può insegnarti l’arte. Con l’arte ci si nasce e basta.

Che l’avventura abbia inizio!
Giovanni Azzara