Giornate FAI d’autunno: in Sicilia tanti siti aperti da sabato 17 a domenica 25 ottobre

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Storiche dimore signorili, castelli, giardini, sedi istituzionali, chiese, complessi conventuali e tante altre “chicche” come borghi, collezioni private, parchi, luoghi della produzione e del commercio solitamente riservati agli addetti ai lavori,

si sveleranno attraverso punti di vista insoliti e racconti che meraviglieranno i visitatori, soddisfacendo e, insieme, accrescendo il loro desiderio di sapere, la loro curiosità. Tutti i visitatori potranno sostenere il FAI con una donazione libera – del valore minimo di 3 € – e potranno anche iscriversi al FAI online oppure nelle diverse piazze d’Italia durante l’evento. La donazione online consentirà, a chi lo volesse, di prenotare la propria visita, assicurandosi così l’ingresso nei luoghi aperti dal momento che, per rispettare la sicurezza di tutti, i posti saranno limitati.
L’edizione 2020 delle Giornate FAI d’Autunno è resa possibile grazie al fondamentale contributo di importanti aziende. Ferrarelle, acqua ufficiale del FAI e Partner degli eventi istituzionali, presente con il suo Parco Sorgenti di Riardo nella lista dei luoghi visitabili e impegnata insieme alla Fondazione in importanti attività di sensibilizzazione sul corretto riciclo del materiale plastico. FinecoBank, realtà leader nel trading online e nel Private Banking, è il prestigioso Main Sponsor dell’evento perché da sempre sostiene il valore del patrimonio, Rekeep, principale gruppo italiano attivo nel facility management e amico del FAI dal 2018, che conferma il suo sostegno all’evento in qualità di Sponsor.
Grazie anche a Edison, da sempre vicina al FAI per la salvaguardia dei luoghi e delle realtà di interesse culturale, turistico e sociale presenti nel nostro Paese, Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine, costituita da Leonardo nel 2018, che nasce per favorire il dialogo con la società civile, promuovere la cultura industriale e d’impresa, diffondere conoscenza e valorizzare il proprio patrimonio culturale e museale, e System Professional, brand di prodotti professionali haircare, per il primo anno accanto alla Fondazione con cui condivide la missione di prendersi cura della bellezza.
In Sicilia le aperture sono curate dalle Delegazioni FAI di Palermo, Catania, Agrigento, Messina, Enna, Trapani, Siracusa, Ragusa; dai Gruppi FAI di Acireale, Alcamo, Caltagirone, Carini, Castelvetrano, Giarre-Riposto, Marsala, Nicosia e dai Gruppi FAI Giovani di Agrigento, Enna, Catania, Messina, Palermo e Siracusa.

Tra le aperture più interessanti in Sicilia:

Palermo

Casa Museo del Costume Raffaello Piraino

Visite sabato 17 e domenica 18, sabato 24 e domenica 25 ottobre – Ingresso riservato agli iscritti FAI

In occasione delle Giornate FAI d’Autunno, Raffaele Piraino (1938), pittore ed ex docente all’Accademia delle Belle Arti di Palermo, aprirà le porte della sua casa e accompagnerà i visitatori alla scoperta della sua collezione personale che consta di oltre cinquemila pezzi tra abiti e accessori d’epoca, provenienti dalle più illustri e aristocratiche famiglie isolane. Vestiti, corpini, douillettes, paletots, manteaux, vesti da casa, robes volants, tessuti, biancheria intima, stampe e libri: gran parte della collezione riflette, attraverso le elaborazioni di sartorie locali, la moda di Parigi, Londra e Vienna, comprendendo anche oggetti esteri originali giunti in Sicilia al seguito di quelle dame abbienti che andavano in giro per l’Europa per piacere e acquisti. Nomi celebri di couturiers compaiono sulle etichette dei capi custoditi: per citarne alcuni, Dior, Poiret, Fortuny, Worth junior, Schiaparelli, Doucet. La collezione comprende anche abbigliamento popolare, etnico, uniformi civili, militari, abiti infantili e religiosi. La volontà del professor Piraino – la cui passione si sviluppa dal 1977, quando viene chiamato dall’Ente lirico Teatro Massimo di Palermo per progettare scene e costumi dell’opera buffa di Poulanc, incarico che gli apre le porte di numerose altre realizzazioni teatrali – è quella di trasformare quanto prima la sua abitazione in una casa museo fruibile al pubblico. Per ora è stata costituita la Fondazione Museo del Costume Raffaello Piraino che si occupa della valorizzazione del patrimonio storico artistico espresso dalla collezione, favorendo iniziative volte ad accrescere l’offerta culturale destinata alla comunità. 

 

MEC Museum

Visite sabato 17 e domenica 18, sabato 24 e domenica 25 ottobre

Aperto a Palermo il 31 gennaio 2020, Il MEC museum, (acronimo di meet eat & connect) è il primo museo della Rivoluzione Informatica in Sicilia interamente dedicato all’universo Apple. La sede è Palazzo Castrone Santa Ninfa, palazzo nobiliare cinquecentesco, e custodisce circa 200 pezzi di antiquariato informatico, tra cui il Lisa, il Next Cube ma soprattutto quello che il suo proprietario definisce il “Santo Graal” della Rivoluzione Informatica, ovvero l’Apple-1, primo computer creato da Steve Wozniak e Steve Jobs nel 1976. Tutti pezzi di proprietà dell’architetto e imprenditore palermitano, Giuseppe Forello nonché founder di MEC, che vanta una collezione di circa 4mila pezzi (una delle più complete del mondo). Oltre alle sette sale del museo, la struttura dispone di un ristorante la cui particolarità che lo rende unico in Italia è quella di cenare in un museo. Il MEC Museum coniuga la modernità del tema che tratta con la bellezza del cinquecentesco palazzo Castrone Santa Ninfa, alta espressione del Manierismo. Ci sarà la possibilità di visitare il piano nobile, con i saloni affrescati, e un magnifico affaccio sulla Cattedrale, che contiene la collezione di “antiquariato” informatico.

 

Convento del Carmine Maggiore

Visite sabato 24 e domenica 25 ottobre

Il Convento del Carmine Maggiore, antico complesso religioso, fondato dall’ordine dei Carmelitani, domina il mercato storico del quartiere Ballarò a Palermo. La cupola, con il suo straordinario apparato decorativo in stucco e maiolica, costituisce una delle espressioni architettoniche e artistiche più significative del Barocco palermitano. La chiesa seicentesca, inoltre, custodisce opere di rilevante interesse, quali i due altari monumentali – opera giovanile di Giacomo Serpotta – un meraviglioso coro ligneo, dipinti di insigni pittori siciliani del Cinquecento e del Seicento e una cappella del Trecento. Questa testimonia l’antica fondazione del convento il cui cuore è un pregevole chiostro cinquecentesco.

 

Borgo di Polizzi Generosa

Visite sabato 17 e domenica 18, sabato 24 e domenica 25 ottobre

Compreso nel Parco Naturale delle Madonie, il borgo medievale di Polizzi Generosa – che ottenne questo epiteto nel 1234 grazie a Federico II re di Svevia per la ricchezza del suo territorio – si svelerà attraverso un itinerario alla scoperta delle numerose chiese, in totale 21, che costellano le strette e impervie vie. Verranno visitate le più importanti: tra queste, la Chiesa di Santa Maria Gesù Lo Piano (alla quale non si potrà accedere internamente per motivi di sicurezza) segnalata come “Luogo del Cuore” nel censimento del FAI ora in corso da Domenico Dolce, originario del paese, a cui è particolarmente legato. Normalmente chiusa al pubblico e in forte stato di degrado, non si conosce l’anno di fondazione, ma è certo che la chiesa esistesse già nel 1301, sotto il titolo di Santa Maria del Soccorso. La facciata principale, completamente rinnovata nel 1770, è ritmata dal portale e da paraste, che sorreggono un cornicione sormontato dal campanile a vela. Il portale laterale, in stile romanico, presenta un arco a tutto sesto con cantonali in pietra, impreziosito alla sommità da un bassorilievo raffigurante la Vergine Maria. La chiesa a unica navata singola ha una copertura a capriate, in abete abies nebrodensis, uno dei più preziosi endemismi del Parco delle Madonie (oggi sono rimasti solo 29 esemplari di questa specie, già presente in Sicilia 5mila anni fa), relitto dell’ultima glaciazione. La copertura rappresenta l’unica testimonianza costruttiva di tale specie di abete. Tra le tappe dell’itinerario ci sarà anche la Fondazione P.G. 5 Cuori, nata nel 2020 per iniziativa di Domenico Dolce e della sua famiglia, spinti dall’amore per la loro città natale. La Fondazione ha come scopo la promozione sociale non solo attraverso attività protese a valorizzare il patrimonio artistico, culturale e ambientale di Polizzi Generosa e del suo territorio, ma anche attraverso iniziative atte a stimolare la conoscenza, a supportare l’educazione e la formazione, a incentivare la ricerca scientifica e a promuovere azioni di solidarietà, favorendo così la crescita sociale, culturale ed economica della propria comunità.

 

Carini

Oratorio del SS. Sacramento

Edificato accanto al Duomo, è un oratorio di rara bellezza nel cuore di Carini, con stucchi della scuola di Giacomo Serpotta caratterizzati da un candore e una complessità decorativa che affascinano per la loro ricchezza. Oltre alle statue delle Virtù situate lungo le pareti e le decorazioni che illustrano il mistero dell’eucaristia, la volta è decorata da affreschi di Giuseppe Velasco, mentre l’altare, del primo Seicento, ospita una pala di Pietro D’Asaro.

 

Catania

Cimitero monumentale

Visite sabato 17 e domenica 18 ottobre

Il cimitero monumentale di Catania sorge in via Acquicella, nell’omonimo quartiere a nord della Zia Lisa, e fu aperto nel 1866. Nel Viale degli Uomini Illustri, vi si trovano sepolti alcuni degli uomini che hanno fatto la storia della città Etnea: la tomba di Giovanni Verga, il mausoleo di Angelo Musco, il mausoleo degli indipendentisti siciliani che persero la vita negli anni ‘40, le cappelle di famiglie che hanno reso Catania famosa nel mondo e le tombe di pittori e scrittori. Vi si trova anche un Monumento ai Migranti e, poco distante dall’ingresso principale, al termine di una scalinata in Lava” è situata la tomba del politico d’ispirazione socialista Giuseppe De Felice Giuffrida.

 

Catania

Le antiche vie dei castelli: Aci Castello, Adrano, Bronte, Paternò e Randazzo

Visite sabato 24 e domenica 25 ottobre

Un inusuale percorso alla scoperta dei castelli più belli del territorio etneo. Il Medioevo è stato un periodo molto florido per l’isola, sotto la dominazione normanna. Ne è prova il maestoso Castello Ursino. Il percorso proposto si struttura in un viaggio tra le rocche, le torri e i manieri di epoca normanna che puntellano la provincia, sulla via che partendo da Acicastello, proseguendo con Paternò e Adrano, giunge fino a Bronte e Randazzo. Ciascuna città presenta un sito di grande rilevanza storico-artistica che sarà aperto al pubblico, ognuno dei quali con una storia diversa da raccontare.

 

Acireale

Chiesa dell’Arcangelo Raffaele e Palazzo Raciti

Visite sabato 17 e domenica 18 e sabato 24 e domenica 25 ottobre

Normalmente chiusa al pubblico, la Chiesa dell’Arcangelo Raffaele è stata definita dal poeta acese Lionardo Vigo la chiesa più bella di Acireale. Si tratta di un autentico gioiello del settecento siciliano. All’interno della chiesa, un tempo convento di clausura, si possono ammirare opere di Matteo Desiderato (che fu molto attivo, tra l’altro, anche nella decorazione di palazzo Biscari a Catania) e di Pietro Paolo Vasta. E poi Palazzo Badalà, dimora privata della famiglia della vedova dell’ispettore Raciti. Si tratta di un palazzo nobiliare dell’ottocento appartenuto al baronetto Filippo Pennisi che lo lasciò in eredità alla nipote Badalà. Il palazzo fu realizzato dall’ingegnere-architetto acese Mariano Panebianco. All’interno si può ammirare l’arte barocca acese, con i primi accenni di rococò e una bellissima collezione di presepi napoletani. La terrazza, posta all’ultimo piano del palazzo, offre una veduta a trecentosessanta gradi della Sicilia orientale: da una parte la costa acese arricchita dal verde della “Timpa”, dall’altro si può ammirare l’Etna, fiancheggiata dai campanili della Cattedrale della “Città delle cento campane”. 

 

Caltagirone

Bosco di Santo Pietro

Malgrado il progressivo degrado a cui sembra avviato a causa degli incendi dolosi, il pascolo eccessivo, le prospezioni petrolifere, l’incuria o l’impotenza amministrativa, il Bosco di Santo Pietro rappresenta il più vasto relitto di sughereta mista a lecceta della Sicilia centro meridionale e conserva in sé lembi di struggente bellezza in grado di evocare il fascino dell’antica foresta a galleria della macchia mediterranea. Donato agli abitanti di Caltagirone dal conte Ruggero detto il Normanno nella seconda metà del dodicesimo secolo, fino alla fine dell’ultimo conflitto mondiale il bosco ha rappresentato il più grosso cespite di ricchezza della città di Caltagirone, un immenso capitale naturale ed economico che, a titolo di esempio consentì a quella città di ricostruire autonomamente i principali monumenti pubblici dopo il disastroso terremoto del 1693. La progressiva antropizzazione del territorio ha quindi portato alla creazione di una serie di strutture funzionali al lavoro e al culto religioso: masserie mulini ad acqua e palmenti, oltre all’importantissima Chiesa di Santa Maria di Betlemme. Il bosco oggi ospita la Stazione Sperimentale di Granicoltura per la Sicilia – Banca del germoplasma.

 

Borgo di Troina

Visite sabato 24 e domenica 25 ottobre

Il borgo di Troina, tra i più belli d’Italia, sorge sopra un colle, un “balcone” in posizione dominante sulla pianura e con una stupenda vista sull’Etna, tra rocce scoscese, a un’altezza non raggiunta da nessun altro paese della Sicilia (m. 1120 s. m.). Di chiara vocazione agropastorale (sul territorio si trovano un centinaio di aziende agricole), il borgo ricade nel Parco Regionale dei Nebrodi e il bosco che lo circonda, per lo più composto da faggio e cerro, si estende per circa 4.200 ettari. Vengono allevate, nella piana dedicata al pascolo, due razze autoctone, gli asini ragusani e i cavalli Sanfratellani, ed è stato ripristinato l’antico rito di transumanza degli asini dal bosco fino al borgo, per una distanza di circa 6 ore a piedi. Precisa volontà dell’amministrazione comunale è infatti quella di sensibilizzare la comunità – a partire dall’importante battaglia di legalità che ha visto sottrarre alla mafia la gestione del bosco e dei pascoli per restituirla all’uso collettivo attraverso l’Azienda Speciale Silvo Pastorale, partecipata 100% dal Comune di Troina – perché ritrovi un legame identitario con il territorio e con le sue tradizioni. Le iniziative delle Giornate FAI d’Autunno: sabato 24 ottobre verrà organizzata un’escursione accompagnata attraverso i boschi demaniali, con visita di punti panoramici, osservazione degli alberi monumentali, visita all’allevamento degli asini ragusani dell’Azienda Silvo Pastorale del Comune di Troina e degustazione di prodotti tipici locali; domenica 25 ottobre, eccezionalmente, grazie alla collaborazione del Comune, sarà possibile assistere alla transumanza degli asini ragusani, dai boschi fino alle vie del borgo. Nella mattina saranno organizzate, inoltre, visite guidate al Complesso conventuale di Sant’Agostino, risalente al 1491 e votato quest’anno come “Luogo del Cuore” al censimento del FAI tuttora in corso. Obiettivo delle visite è far conoscere un paese in fermento, con tante iniziative di sviluppo e recupero di monumenti del centro storico e di antiche tradizioni locali, in cui il “Progetto Alpe” della Fondazione intende portare un contributo alla valorizzazione della storia di questo paesaggio.

 

Agira

Borgo di Santa Maria di Agira

Visite sabato 17 e domenica 18 ottobre

Il Quartiere di Santa Maria è il più antico di Agira ed è situato sul versante est del monte Teja, da cui possiamo godere di un panorama unico del suo genere. Dal rudere dell’antica chiesa di S. Nicola di Bari sino a piazza Dante, è possibile osservare i comuni di Gagliano, Troina e Regalbuto, oltre alle bellezze naturali dei Nebrodi, del vulcano Etna, del lago artificiale Pozzillo, della diga Sciaguana e dei campi di grano della piana del Dittaino. Il quartiere ospita l’omonima chiesa di S. Maria Maggiore, risalente al XII secolo. Percorrendo poi la stradina che costeggia il versante sottostante la chiesa, si giunge a un piccolo santuario dedicato alla Madonna della Quiete. Risalendo la via Quieto si possono scoprire numerose casette ecosostenibili finemente ristrutturate in antico stile siciliano che costituiscono l’albergo diffuso di Agira. Il quartiere ospita l’Ecomuseo di Cultura Materiale, ricco di interessanti reperti etnoantropologici.

 

 

Lago di Pergusa

Villa Zagaria e Campo internazionale di raccolta e conservazione del germoplasma di olivo

Visite sabato 24 e domenica 25 ottobre

In cima alla collina che affaccia sul suggestivo panorama del lago di Pergusa, sorge villa Zagaria, antica casa di caccia che il barone Giuseppe Grimaldi Valvo di Geracello fece costruire nel 1700. Attorno a questo gioiello di architettura si estende un parco in cui si incastona il campo di raccolta e conservazione delle principali varietà di ulivo provenienti dalle areee olivetate del pianeta, scrigno di biodiversità. La ricchezza delle varietà del Campo Internazionale di raccolta e di conservazione del Germoplasma di ulivo rappresenta un unicum. Realizzato nel 2004 dalla Provincia Regionale di Enna in collaborazione con il CNR di Perugia, gestito dal Libero Consorzio Comunale di Enna, è un caso esemplare di progettazione del paesaggio in un contesto in cui conservazione, integrazione e biodiversità diventano, grazie alla messa a dimora di piante di olivo di tutto il mondo, simbolo di pace, armonia e convivenza universale.

 

Palazzolo Acreide

I Santoni

Visite sabato 17 e domenica 18 e sabato 24 e domenica 25 ottobre

Normalmente chiuso al pubblico e segnalato al censimento I Luoghi del Cuore a causa dell’avanzato stato di degrado, il santuario rupestre della dea Cibele è un sito archeologico a Palazzolo Acreide, sub-colonia siracusana nel 664 – 663 a.C., oggi Comune, inserito nella lista dei siti UNESCO Patrimonio dell’Umanità. L’area che lo ospita nella tradizione popolare è denominata “Santicelli” o “Santoni”, per via delle grandi figure scolpite nella roccia, interpretate come immagini di “Santi”. Non è possibile in alcun modo stabilire chi sia stato l’ideatore di questo complesso e misterioso santuario, oggi rovinato a causa dei danni provocati dai contadini del luogo per impedire l’arrivo di curiosi e studiosi, ma l’aspetto originario può essere ricostruito attraverso i vari disegni realizzati nel tempo. Dodici grandi rilievi, databili intorno al III sec. a.C., scolpiti su due gradoni rocciosi che occupano un prospetto di 30 metri, costituiscono la più grande testimonianza grafica dedicata al culto della dea Cibele, la dea di tutte le dee, la prima moglie di Zeus, sua madre e sorella, era la dea della natura e degli animali, della vita e della morte. Le sculture sono racchiuse in dodici ampie nicchie scavate nella roccia, undici poste sullo stesso livello e una posta su un livello più basso. Ulteriori nicchie più piccole, prive di immagini, completano la struttura.

 

Melilli

L’altra Melilli, la bellezza ritrovata

Visite sabato 24 e domenica 25 ottobre

Melilli sorge nell’ex feudo Mezzamontagna sulle colline dei Monti Iblei. Il paese vanta una storia antichissima e molti studiosi fanno risalire la sua origine all’antica Hybla o ad uno dei villaggi che costituivano la grande città sicula (Styella o Tiella, “Castello di Megaride”, assediato e non espugnato da Nicia), governata dal re Iblone. Ricca di un incredibile patrimonio storico artistico e naturalistico è considerata la perla degli iblei. Ma il vero attrattore della cittadina è la Basilica di San Sebastiano, meta da secoli di pellegrinaggi durante festa del Santo Patrono il 3 maggio. Per l’occasione sarà anche visitabile in via del tutto eccezionale la Pirrera di Sant’Antonio, una enorme cava di pietra in grotta in uso da centinaia di anni. Le pareti alte in alcuni tratti anche 30 metri racchiudono il luogo, unico nel suo genere, in una atmosfera magica e surreale. Un percorso cittadino permetterà di visitare anche la ottocentesca fabbrica dei fuochi d’artificio, la Chiesa Madre, il sentiero delle Cento Scale, il Parco San Sebastiano e la Chiesa della Madonna delle Grazie.

 

San Filippo del Mela

Borgo di Fontanelle

Visite sabato 24 e domenica 25 ottobre

Il borgo di Fontanelle è uno splendido esempio di restauro conservativo di un complesso agricolo di rara omogeneità e ricchezza di contenuti. Tra questi merita una speciale menzione l’antico impianto di Frantoio per la produzione di olio. Tutto il restauro dell’intero complesso aziendale è stato realizzato nel completo rispetto delle caratteristiche fondamentali dei fabbricati, cioè coperture con legni di castagno e tavolato, con soprastanti tegole a coppo siciliano, con murature di mattoni a faccia a vista, con infissi e porte in legno di castagno, secondo la tipologia propria dell’epoca del fabbricato, vale a dire porte di accesso con doghe di castagno e infissi con sportellature e inferriate originali. E’ stato rispettato il prospetto originale del fabbricato e sono state installate le cancellate esterne della stessa fattura dell’antico cancello di accesso. lo scopo di tutta l’impresa ossia riportare in vita un complesso agricolo di rara omogeneità e ricchezza di contenuti culturali.

 

Agrigento

Biblioteca Lucchesiana

Visite sabato 17 e domenica 18 e sabato 24 e domenica 25 ottobre

Il Vescovo Andrea Lucchesi Palli dei Principi di Campofranco resse la diocesi agrigentina dal 1755 al 1768. Rappresenta una delle più antiche istituzioni bibliotecarie in Sicilia. La storia della Biblioteca Lucchesiana di Agrigento, una delle più antiche e prestigiose istituzioni bibliotecarie della Sicilia, è strettamente legata alla figura di Mons. Andrea Lucchesi Palli dei principi di Campofranco, che la fondò nel 1765. Il Lucchesi Palli fu un uomo di notevole cultura, largamente partecipe di quel rinnovato interesse per gli studi umanistici che nel XVIII secolo determinò il sorgere di grandi raccolte erudite e antiquari; personaggio sensibile agli orientamenti del pensiero illuministico, e alle idee dell’educazione popolare, dell’istruzione diffusa al popolo come strumento di elevazione culturale. Il Vescovo dotò la biblioteca di pregevoli stalli lignei, per conservare i suoi preziosi volumi, più di 45.000 tra manoscritti, incunaboli, cinquecentine e prime edizioni a stampa. Nel 1765 il Vescovo donò la sua Biblioteca alla città di Agrigento, stabilendo che fosse un ente morale autonomo, chiamandovi come bibliotecari i Padri Redentoristi o Liguorini. L’edificio, dopo anni di abbandono e degrado, è stato restaurato e riaperto alla pubblica fruizione nel 1990. In anni recenti, la Biblioteca viene inserita nella lista dei Luoghi del Cuore FAI, dove è tuttora votabile collegandosi all’apposito portale online.

 

Aragona

Chiesa di Santa Maria della Provvidenza e Cristo Nero

Visite sabato 17 e domenica 18 e sabato 24 e domenica 25 ottobre

Le prime fonti della presenza di una chiesa rurale dedicata alla Vergine della Provvidenza, già sono presenti negli Atti del notaio Pietro Chiarelli, in data 22 maggio 1626, il quale parla della Cappellania dell’omonima chiesa, sita sull’eminente collina detta Belvedere. All’ingresso della chiesa vi è un soppalco sorretto da due colonne in gesso con stile ionico, al di sopra una cantoria, dove è possibile ammirare un gioiello d’arte organaria siciliana. Questo è un organo positivo a trasmissione meccanica (mantice), legato ad un manuale (tastiera) con ottava corta della prestigiosa ditta palermitana Laudani e Giudici. L’opera più importante, però, è senza dubbio, il particolare crocefisso ligneo deposto nella parte destra della chiesa. Il “Cristo nero” come viene denominato dal popolo aragonese è un’opera lignea di scultore ignoto. Esso diversamente dai migliaia di crocefissi riprodotti in tutte le chiese ha delle particolarità. Anzi tutto viene rappresentato un Cristo ancora vivo esalante gli ultimi respiri.

 

Modica

Chiesetta di San Giacomo

Visite sabato 17 e domenica 18 e sabato 24 e domenica 25 ottobre

La chiesetta dedicata a San Giacomo a Modica è la più antica tra quelle sopravvissute al catastrofico terremoto del gennaio 1693. Essa è infatti stata edificata verosimilmente alla metà del 1200. Come tutte le chiese dedicate a Santiago, essa è in quello che è possibile definire il “finis terrae.” A Modica la chiesetta venne edificata sulle sponde del torrente. Dopo ottocento anni dalla sua costruzione si mantiene in buone condizioni, compresi gli affreschi che ne decorano le pareti interne ed un piccolissimo campanile che spicca sul tetto dell’edificio sacro.

 

Trapani

Mura elimo-puniche di Erice

Visite sabato 17 e domenica 18 ottobre

Le mura elimo-puniche di Erice costituiscono un affascinante libro di pietra che narra una storia millenaria di incontri e scontri tra Elimi, Fenici, Cartaginesi, Greci, Romani per giungere attraverso il medioevo sino ai tempi recenti. Si tratta di mura monumentali, per questo dette “ciclopiche”, con fondazioni molto profonde, in alcuni punti superiori ai due metri; su alcuni blocchi è ancora possibile riconoscere misteriose lettere puniche sul cui significato gli storici hanno elaborato suggestive ipotesi. La successione nei secoli delle numerose fasi costruttive, fatte di continue ricostruzioni e sovrapposizioni, ha nel tempo reso notevolmente complessa la comprensione delle tecniche edilizie e la loro reale cronologia. Ciò che osserviamo oggi è una stratigrafia che attraversa varie epoche con successive costruzioni e ricostruzioni. Seguirne il perimetro costituirà per i visitatori una vera e propria immersione nella storia, nelle leggende e nel mito.

 

Marsala

Complesso monumentale di S. Maria della Grotta

Visite domenica 18

La vasta area di Santa Maria della Grotta vanta una storia antichissima. In epoca punica e poi romana faceva parte della vasta necropoli di Lilibeo, che tra la fine del II e il III sec. d.C. fu riconvertita in latomia e in epoca paleocristiana in area catacombale. La scoperta di alcune lucerne con la raffigurazione del candelabro a sette bracci – menorah – attesta che il cimitero venne utilizzato da una comunità mista, cristiana e giudaica. Dopo la conquista normanna le cavità sotterranee assunsero la funzione di cenobio per monaci basiliani di rito greco. Nel 1097 fu istituita a Marsala la prima abbazia denominata “Santa Maria della Grotta” in quanto sotterranea. Oggi, nonostante lo stato di grave incuria in cui versa, resta una preziosa testimonianza del patrimonio artistico, storico e archeologico della città.

 

Alcamo

Monte Bonifato (due itinerari archeologici)

Visite domenica 18 e domenica 25

Il sito archeologico, risalente all’età del ferro, è stato aperto al pubblico il 15 dicembre 2015. Gli scavi sono stati finanziati dall’ex Provincia Regionale di Trapani; dopo questi lavori pubblici l’Archeoclub d’Italia Calatub, come gruppo di volontari, si è occupata della pulitura, monitoraggio, salvaguardia, tutela, promozione e divulgazione con giornate a ciò finalizzate. L’archeologa alcamese Antonina Stellino è impegnata fin dal 2014 nella sistemazione e catalogazione dei reperti rinvenuti in questo sito. Gli scavi hanno portato alla luce un quartiere urbano periferico, in cui viene confermata la presenza dell’uomo dall’VIII secolo a.C. fino al XIII secolo d.C. Il quartiere urbano di epoca medievale (XIII secolo d.C.) attesta l’ultima presenza di insediamento continuativo, arrivando al 1396, anno in cui avviene l’abbandono del sito medievale sul monte, dopo il restauro del Castello dei Ventimiglia. In seguito a questi scavi sono venuti fuori otto edifici, inoltre è stata scoperta una cinta muraria di contenimento lunga circa 20 metri.