È passato qualche giorno dal grave fatto accaduto ancora una volta all’interno di una Guardia Medica, fondamentale presidio di primo soccorso sanitario territoriale.
Il 14 ottobre poco dopo le 23, la dottoressa in servizio presso la Guardia Medica di Villabate veniva aggredita da un uomo che chiedeva una visita domiciliare per la propria madre, gravemente inferma. Alla richiesta della dottoressa di fornire i dati per poter attivare il servizio, l’uomo si è innervosito al punto da picchiare l’inerme donna per poi fuggire. La dottoressa ha dunque allertato i colleghi del 118 che hanno dato l’allarme ai carabinieri. L’aggressore è stato prontamente rintracciato, condotto in caserma e processato per direttissima per violenza su pubblico ufficiale.
La vicenda è stata fortemente stigmatizzata su più fronti. Il direttore generale dell’ASP di Palermo, Daniela Faraoni, ha immediatamente espresso “la massima solidarietà, supporto ed appoggio” alla dottoressa; la Faraoni ha inoltre dichiarato “Ancora una volta è avvenuto un fatto molto grave all’interno di un Presidio in cui il medico agisce sempre nell’esclusivo interesse del paziente, nel rispetto di norme deontologiche e nell’esercizio delle sue funzioni. E’ stata una vile aggressione ai danni di un professionista appartenente al mondo della sanità che tutti, giustamente, elogiamo per l’impegno e la dedizione dimostrato durante questo difficile periodo di emergenza”. Anche Ruggero Razza, assessore regionale alla salute, ha voluto sottolineare la gravità dell’accaduto dichiarando “Un atto di violenza nei confronti di un camice è un’aggressione allo Stato” ed esprimendo, inoltre, “Massima vicinanza nei confronti della professionista della Guardia medica di Villabate aggredita”. Il duro comunicato di Razza ha inoltre chiarito che “L’Asp di Palermo si costituirà parte civile nel processo in cui stavolta potrà essere applicata la nuova legge che introduce delle aggravanti nel caso in cui i fatto siano commessi a danno di operatori sanitari. Le pene possono arrivare fino a 16 anni”. Il neoeletto sindaco di Villabate Gaetano Di Chiara ha diramato una nota nella quale, insieme all’amministrazione comunale, ha fermamente condannato la vile aggressione perpetrata ai danni della dottoressa che prestava servizio alla Guardia medica villabatese. La nota del sindaco concludeva con forza che “la violenza non può mai essere giustificata!”.
Nei giorni successivi al grave fatto sono arrivate le scuse della famiglia dell’aggressore. Su un blog locale è stata infatti pubblicata la seguente nota che pubblichiamo integralmente, omettendo nomi e cognomi degli interessati.
«Siamo stati contattati dal sig. G.L. padre di P., il giovane coinvolto nel fatto accaduto presso la Guardia Medica di Villabate intorno alle ore 23:00 del 14 Ott. 2020 e ci dichiara quanto segue: “P. vedendo la madre agonizzante, in attesa dell’arrivo dell’ambulanza del 118 che era stata già chiamata, scendeva da casa cercando aiuto nell’unico presidio presente su Villabate. Accolto dalla dottoressa di turno (dopo aver suonato ripetutamente alla porta) spiegava la grave situazione cercando di far capire che l’aiuto di un medico in quella particolare e drammatica situazione sarebbe stato fondamentale per la sopravvivenza della madre. Non avendo avuto un sollecito riscontro alla richiesta di aiuto e dopo qualche parola (che non conosciamo) detta dalla dottoressa, mio figlio P. perdeva la lucidità mentale per qualche istante e aggrediva fisicamente la dottoressa. Rendendosi subito conto e ritornando in se capiva del mal gesto fatto e dopo aver lasciato il suo nominativo e l’indirizzo di residenza si allontanava tornando a casa a raccontarmi il tutto evidenziando il suo pentimento per il gesto fatto. Nel frattempo era arrivata l’ambulanza che fortunatamente metteva in sicurezza la vita della donna. Da padre non giustifico il gesto di mio figlio, ma invito tutti a riflettere su cosa ha portato un onesto e rispettabile cittadino a compiere un gesto simile, al mancato e tempestivo aiuto di un medico, ad una sanità che spesso è troppo lenta nell’aiutare chi ha bisogno. Mio figlio si prenderà le sue responsabilità ma altresì auspico che anche la dottoressa in questione si prenda le sue.”.
Dopo le scuse del padre sono arrivate anche quelle del fratello dell’aggressore, diramate tramite un’intervista rilasciata al TGR. Nello stesso servizio abbiamo potuto ascoltare anche le parole del direttore dell’ASP di Palermo Maurizio Montalbano. Questi ha elogiato la condotta della dottoressa aggredita la quale, pur se dolorante dopo le percosse subite, ha cercato un sostituto ed è andata al pronto soccorso facendosi refertare per poi tornare alla sua Guardia Medica alle 4 del mattino. Montalbano ha amaramente proseguito affermando che “Dobbiamo resistere; purtroppo è diventata una moda, questa dell’aggressione. Poche settimane fa davanti ad un pronto soccorso l’inserzione di un gruppo di avvocati che spiegava come intervenire sui medici, sulle colpe mediche. Credo che questi siano sistemi che aizzano rispetto al camice bianco”.
La dottoressa aggredita ha ricevuto una prognosi di sette giorni. Ci vorrà molto più tempo per dimenticare il trauma della violenza subita.
Annamaria Alaimo