Valentina Magazzù, il talento naturale di un’artista siciliana che dal “Coriandolo d’Argento”, ricevuto a 3 anni, arriva alla menzione speciale per la sua prima interpretazione al cinema. Un percorso di crescita personale e professionale.
La “menzione speciale” al “Terra di Siena Film Festival” per l’interpretazione della dottoressa Aida Mussumeli nel film di Francesco Benigno “Il colore del dolore”, non l’ha minimamente cambiata. Anzi, le ha dato l’ulteriore carica per continuare a mettersi alla prova, forte di quell’umiltà che fa parte del suo patrimonio genetico.
Quando si nasce predestinati, però, non si sfugge al proprio destino. Era veramente uno scricciolo, Valentina Magazzù, quando passava i pomeriggi davanti allo specchio a recitare. Tanto piccola che il padre le diceva benevolmente: “Stai sempre a chiacchierare. Con questa recitazione, che fai, miagoli?”. La sua voce, infatti, era quella di una bimba che si affaccia da poco alla vita. Un micetto con le cui fusa voleva conquistare il mondo. E i primi a essere conquistati erano proprio i genitori che l’hanno sempre sostenuta e aiutata.
Aveva solo 3 anni quando alla Festa di Carnevale dei Piccolissimi, organizzata nel 1984 da Pippo Taranto su CTS, nei panni di un fiorellino vinse il “Coriandolo d’Argento” per la simpatia e la bellezza che espresse nella recitazione di una poesia. Una sorta di trampolino di lancio.
«Era come se fosse tutto deciso – racconta Valentina – perché al liceo artistico venne il Giornale di Sicilia e mi intervistarono per un articolo che parlava della voglia di riscatto da parte dei ragazzi che si dedicano all’arte. Io dissi che volevo partire per andare a studiare recitazione a Roma. Cosa che ho fatto perché a 18 anni mi sono trasferita e ho vissuto per 10 anni nella Capitale dove, tra le tante cose che ho fatto, ho studiato recitazione, dizione, improvvisazione, sperimentazione, danza e canto alla scuola “Ribalte” diretta da Enzo Garinei».
Un anno intenso, per Valentina, che a Roma viene scritturata dalla Rai per fare la modella a Uno Mattina.
«Da lì ho fatto per cinque anni la figurante speciale (quella che parla pure) in diversi programmi Rai. Grazie a Garinei ho imparato tanto di questo mondo. Ho anche posato per diverse riviste mensili come Maggie Raggi, il nome d’arte che avevo scelto, ma ben presto decisi di usare il mio vero nome e cognome, quello che mi appartiene.
Un curriculum veramente lungo e pieno di bei traguardi tagliati. Le parti più importanti, però, sono le ultime per la televisione. Parliamo di Letizia Nobile nella miniserie “Boris Giuliano” diretta nel 2015 da Ricky Tognazzi per Rai Uno. O di Amalia Tramesani nel lungometraggio “Il buonista – I radical Chic” diretto da Salvo Grasso nel 2017. Oppure ancora, nel 2018, direttrice di un supermercato e moglie di Mingo Iazzo nella serie tv “Il commissario Spiedone”, con la regia Matteo Pedone. Ancora più recente il ruolo di Mara, avuto nel 2018 nel mediometraggio “Scintilla”, diretto da Francesco Benigno.
Il cinema arriva con il film “Il colore del dolore” che le regala il “Seguso – menzione speciale per l’interpretazione”, quest’ultima dall’inizio alla fine piena di passione e assolutamente credibile.
«Un’enorme soddisfazione – aggiunge – essere stata scelta da Francesco Benigno al primo casting del suo film, tenuto nel 2014 all’Astoria Palace di Palermo, al quale parteciparono 3000 persone. Francesco mi ha permesso di realizzare il mio più grande sogno, quello di recitare in un film per il cinema e gliene sarò sempre grata. Essere, poi, ritenuta credibile, sia da lui che dal pubblico, è il miglior complimento che potessi ricevere perché è l’obiettivo che si pone un attore quando interpreta un ruolo».
Sorge a questo punto spontanea una domanda. È questo quello che vorresti fare da grande?
«Diciamo che ormai sono diventata grande. Il mio sogno è sempre stato quello di diventare un’attrice di ampio respiro, ma sono consapevole del fatto che non è facile perché ci sono tante difficoltà pratiche. Io, poi, non amo frequentare i salotti nei quali, diciamo pure, si decidono tante cose. Sono, però, felice di quel che ho ottenuto con la mia sola volontà e l’orgoglio che mi contraddistingue. I progetti non mancano. C’è, per esempio, un progetto teatrale nel quale Francesco Benigno mi coinvolgerà anche in virtù dell’esperienza fatta con Garinei, per il quale feci il saggio finale interpretando Ofelia».
Hai qualche attrice come punto di riferimento?
«Il mio idolo? Sicuramente Meryl Streep in quanto attrice completa, espressiva, comunicativa. E poi, inevitabilmente Anna Magnani, sangue che pompava e che si sprigionava in maniera pura, semplice e fiera. Per me lei è l’ispirazione per qualunque interpretazione realistica, vera».
E se volessi pensare a un regista con cui lavorare?
«Anche Francesco Benigno condivide con me l’ammirazione per Giuseppe Tornatore, un siciliano che ha dimostrato e continua a dimostrare di avere una marcia in più. Ne approfitto per lanciare un appello e dirgli che vorrei lavorare con lui. Sai, i sogni si possono avverare. La mia storia lo dimostra».
Da non dimenticare, tra le tante sue esperienze, quella della conduzione di un programma come “Allo Specchio”, con la regia di Francesco Benigno, in onda su Teleone, dove Valentina Magazzù intervista personaggi famosi, da Lina Sastri a Salvo Ficarra, da J-ax a Francesco Pannofino, Gabriele Cirilli, Flavio Insinna e tanti altri.
«Anche questa un’esperienza formativa che mi ha dato tanto. Mi piacerebbe, però, che spiccasse il volo, dandomi anche modo di condurre a livello nazionale. Sarebbe veramente bello».
Un appello che meriterebbe di essere accolto, dando modo a un artista siciliana come lei di farsi ancora di più conoscere, certi che la menzione speciale che le è stata recentemente conferita é solo la prima di una lunga serie di riconoscimenti che merita sicuramente di ricevere.