Termini Imerese, il Sindaco chiede 20mila euro all’Enel per addobbi natalizi. Ma non sarebbe stato il caso di parlare prima di ambiente e sviluppo?

0
202

Il Sindaco in vista della feste natalizie ha pensato di chiedere 20mila euro all’Enel, la cui Centrale E. Maiorana è ubicata nella nostra area industriale. Ma non sarebbe stato meglio prima di chiedere contributi di parlare di ambiente e sviluppo?

Se lo chiede il Consigliere comunale Giuseppe Cumbo (nella foto) rimasto sorpreso nel venire a conoscenza che “Il primo atto della nuova Amministrazione di Termini Imerese nei confronti dell’Enel non è nient’altro che chiedere un contributo di 20mila euro per luminarie e addobbi natalizi”.
“Il rinnovamento – scrive il neo Consigliere – passa anche attraverso un cambio radicale di capacità di interlocuzione con le attività nel nostro territorio. Mi sarei aspettato che almeno i primi contatti con Enel, l’unica grande azienda multinazionale del comprensorio, si basassero sulla sua presenza nel territorio, sull’ impatto ambientale e sullo sviluppo della Centrale termoelettrica e non su richieste da parte del Sindaco di sponsorizzazioni di manifestazioni più o meno condivisibili”.
E il neo Consigliere Cumbo guarda al futuro: “L’Amministrazione Comunale ha il dovere di aprire un dibattito serio per il rilancio della Zona industriale di Termini Imerese e ritengo che Enel sia nelle condizioni di poter contribuire, anche attraverso il coinvolgimento delle università, a un progetto per la creazione di un centro di ricerca sui temi energetici, sullo sviluppo delle fonti rinnovabili e sulla creazione di un’area di sperimentazione.
I vari ministri che hanno visitato Termini Imerese in campagna elettorale hanno preso impegni con la città. E adesso tutti aspettiamo di vedere i risultati. Non mancano finanziamenti, perché tra fondi europei, risorse regionali e finanziamenti statali ci sono 350 milioni di euro, più tante misure a sostegno delle aziende (ZES, ZFU), quello che non si vede è la capacità dell’Amministrazione di intercettare idee valide, progetti seri e convogliarli su un territorio che ha voglia di riscattarsi. Altro che chiedere oboli per pagare addobbi per una festa che considerata la situazione attuale sembrano anche fuori luogo. Non vorremmo che la rivoluzione annunciata non fosse ancora una volta quella del Gattopardo”.