Ricorre quest’anno il quarantesimo triste anniversario del devastante terremoto che il 23 novembre del 1980 colpì gravemente la Campania Centrale e parte della Basilicata Settentrionale con una scossa di magnitudo 6.9 della scala Richter X grado della (scala Mercalli).
Fu davvero un evento tragico che ha segnato la storia dell’Italia del dopoguerra e causò 280.000 sfollati, 8.848 feriti e purtroppo tante troppe vittime, si parla addirittura di 2.914 morti. Avellino, Salerno e Potenza furono le provincie più colpite anche se all’inizio non era ben chiaro cosa fosse successo, addirittura si pensava ad una normale scossa di terremoto, questo perché la potenza devastante del terremoto interruppe quasi tutte le comunicazioni e le notizie faticarono ad arrivare. La mattina del 24 però, grazie anche all’impiego di un elicottero venne rilevata la grande entità della devastazione che era avvenuta. Poco tempo dopo, si mise in moto la macchina dei soccorsi, e in fatto di aiuto l’Italia si è sempre dimostrata forte e unita soprattutto grazie al supporto dei tanti volontari che prestarono soccorso alle popolazioni colpite. Tutti fecero la propria parte, aiuti di qualsiasi tipo arrivarono anche dai paesi più piccoli dislocati in tutta la penisola i quali si impegnarono molto. Anche da Sciara partì la solidarietà, all’epoca era sindaco l’onorevole Nicola Ravidà iscritto tra le fila della Democrazia Cristiana il quale proprio in quel periodo era anche assessore al bilancio alla Regione Siciliana. Il comune, per l’occasione si fece carico dell’acquisto di una roulotte da donare a chi aveva perso la casa a seguito della forte scossa, così anche la popolazione sciarese organizzò una colletta e raccolse così tanti soldi da poter acquistare una seconda roulotte. Tuttavia, la colletta permise di fare anche un ulteriore donazione, infatti le due roulotte vennero riempite di medicinali, beni di prima necessità e capi di abbigliamento per fronteggiare il rigido inverno che in quelle zone era arrivato già da settimane. All’epoca partirono, il comandante dei vigili urbani di Sciara Luciano Teriaca, Angelo Giammartino e l’impiegato comunale Natale Patti, in rappresentanza della popolazione sciarese invece partirono Antonio Azzara e Giuseppe Fragale i quali allestirono le proprie auto con il gancio traino per il rimorchio. Partiti da Sciara, consegnarono i due mezzi ad una coppia di anziani e ad una famiglia nel comune di Volturara Irpinia in provincia di Avellino, paese di circa 3.000 abitanti. Un’esperienza unica nel suo genere che ha lasciato un ricordo vivo nella gente che ha vissuto quei momenti e sicuramente una storia che non può essere dimenticata come le parole pronunciate durante lo storico discorso del presidente Pertini a margine della sua visita in Irpinia: “non deve ripetersi quello che è avvenuto nel Belice che a distanza di 13 anni non sono state ancora costruite le case promesse. I terremotati vivono ancora in baracche: eppure allora fu stanziato il denaro necessario. Le somme necessarie furono stanziate. Mi chiedo: dove è andato a finire questo denaro? Chi è che ha speculato su questa disgrazia del Belice? E se vi è qualcuno che ha speculato, io chiedo: costui è in carcere? Perché l’infamia maggiore, per me, è quella di speculare sulle disgrazie altrui. Quindi, non si ripeta, per carità, quanto è avvenuto nel Belice, perché sarebbe un affronto non solo alle vittime di questo disastro sismico, ma sarebbe un’offesa che toccherebbe la coscienza di tutti gli italiani, della nazione intera e della mia prima di tutto”. Purtroppo a distanza di anni ancora le popolazioni del Belice, dell’Irpinia e d’Abruzzo aspettano le case, chissà se un giorno tutto tornerà alla normalità.
Giovanni Azzara