Castelbuono. Le Fontanelle: si muove davvero qualcosa verso il Teatro?

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Il 19 marzo scorso ha avuto luogo una tavola rotonda organizzata dal giornale online Esperonews su Google meet, resa disponibile anche su Facebook, sull’argomento: “Castelbuono, il Teatro della discordia”,

con la partecipazione del sindaco di Castelbuono Mario Cicero, dell’Arch. Iano Monaco, progettista della ristrutturazione del cine-teatro Le Fontanelle, di Francesca Cicero del Dipartimento BB.CC Pd Sicilia e componente dei Promotori per il Manifesto del Teatro Le Fontanelle, e di Paolo Cicero, del Comitato Le Fontanelle. Video della tavola rotonda  https://www.facebook.com/esperonews/videos/3643747969057751
Nel corso del dibattito, coordinato da Alfonso Lo Cascio, direttore di Esperonews, sono emersi come aspetti rilevanti quelli appresso riportati.
I rappresentanti del gruppo dei Promotori e del Comitato per Le Fontanelle, hanno evidenziato che ad oggi rimangono 7 punti nodali (su 9) da riesaminare se si vuole essere certi che l’edificio una volta ristrutturato, dal punto di vista di destinazione d’uso, possa essere utilizzato come Teatro e che esso sia ben inserito nel contesto dell’area castellana, rispettando i vincoli architettonici e archeologici.
Di questi sette punti, gli stessi presentati dal gruppo consiliare di minoranza in occasione del consiglio comunale aperto tenutosi l’11 marzo 2021, i due riguardanti gli aspetti architettonici, paesaggistici e archeologici, non sono stati trattati nel dibattito (strada sul versante ovest e tetto in rame). I rappresentanti del gruppo dei Promotori del Manifesto hanno però ribadito chiaramente che si aspettano che anche essi siano oggettivamente analizzati e riesaminati accogliendo le proposte da tanto tempo sul tavolo del Sindaco e dei progettisti.
“Abbiamo dichiarato di essere disponibili – ha dichiarato il Comitato – a fare un passo indietro riguardo le richieste avanzate, solo se emergessero elementi che ne dimostrino la oggettiva impossibilità di essere accolte, oppure se venissero proposte soluzioni diverse che abbiano comunque lo scopo di rendere agibile in pieno l’immobile come Teatro.
I 5 punti relativi alla possibilità di avere un teatro sono, in dettaglio:

  1. Creazione camerini e servizi specifici per gli artisti, con l’eliminazione dei gabinetti pubblici all’interno del teatro.
  2. Progettazione di un palcoscenico vero e proprio in muratura che includa le attrezzature indispensabili che la scenotecnica richiede per opere che richiedono specifiche scenografia
  3. Spostamento del corpo scala di accesso alla galleria dalla platea, in modo che non insista sullo spazio utile di entrambe
  4. Revisione delle pareti vetrate per evitare che le prevedibili infiltrazioni acustiche e luminose possano interferire con le rappresentazioni teatrali
  5. Allargamento della platea spostando la sua parete, solo al livello 0 della platea, verso ovest, quindi a scapito del grandissimo foyer”.

Il progettista, con l’avallo del Sindaco, si è detto disponibile a valutare in tempi brevi i primi quattro punti, considerandoli “facili” e quasi stupendosi che le contestazioni fossero state determinate da cose di questo tipo. Ha affermato che questi quattro punti sarebbero variazioni perseguibili come varianti in corso d’opera, a parte il gabinetto pubblico dentro il Teatro la cui eliminazione, a detta del progettista, dipende esclusivamente dal Sindaco. Sempre il progettista ha però valutato non realizzabile l’ultimo punto per motivi derivanti dalla – parole del progettista – “Geometria euclidea”.  “Ricordiamo a tal proposito – scrive ancora il Comitato, che questo punto è stato già recepito, con l’avallo del Sindaco, anche nella delibera approvata dal recente Consiglio Comunale con i voti della sua maggioranza.
Abbiamo evidenziato, comunque, il fatto che c’è poco da stupirsi dell’asperità del dibattito fino ad oggi, perchési tratta di punti che abbiamo da anni messo alla base della discussione e del percorso condiviso verso il teatro, come provano tutti gli scambi intercorsi con i progettisti, con l’amministrazione e i post pubblicati dal Comitato per Le Fontanelle e i Promotori. Quindi abbiamo precisato che non si tratta di aspetti accessori ma fondamenti indispensabili perché si realizzi un Teatro.
A tal proposito abbiamo ricordato anche che, fino al recente Consiglio comunale aperto, abbiamo trovato davanti a queste proposte un muro invalicabile da parte di amministrazione e progettisti, ancor di più dopo la presentazione dei Manifesto. E che solo qualche mese fa avevamo avuto il “piacere” di leggere le considerazioni negative sul recupero del Teatro da parte, nientemeno, delle Istituzioni culturali di Castelbuono (tutte peraltro di nomina sindacale). Senza dimenticare un simpatico documento del Sindaco e del Capogruppo dei Democratici per Castelbuonoche si spingeva a dire, speriamo in modo solo provocatorio, “Noi non vogliamo Le Fontanelle”.Oggi però contiamo che l’aria sia davvero cambiata.
Abbiamo ribadito anche che realizzare un Teatro significa ottenere implicitamente anche un centro poli-culturale, utilizzabile per mostre, convegni, conference, supporto al museo Civico, e chi più ne ha più ne metta.
Come Promotori abbiamo anche precisato due altre cose fondamentali. La prima è che per le variazioni progettuali ci vanno bene le varianti in corso d’opera, che non fermano la procedura di gara, se il Sindaco prende un impegno almeno a perseguire tali varianti nel corso del progetto; e che inoltre si prevedano ogni tanto degli avanzamenti anche con esponenti dei Promotori del Manifesto, giusto per convalidare l’andamento virtuoso del progetto verso il Teatro rispetto ai punti condivisi.
La seconda è che il quinto punto, punto e. di cui sopra, che riguarda l’allargamento della platea a scapito del foyer, non è impedito dalla “Geometria euclidea”, come è possibile provare. Siamo convinti che la modifica è fattibile tecnicamente e rispetta la variante urbanistica del 2010-11 perché non cambia la plani-volumetria esterna (sagoma o ingombro) del progetto esecutivo. Richiede soltanto la volontà politica dell’amministrazione di chiedere una variante progettuale a supporto dell’allargamento della platea e del progettista di tradurla nella soluzione tecnica più opportuna. Questo punto per noi è dirimente, anche in merito alla reale volontà dell’amministrazione di cercare una soluzione condivisa. Quindi chiediamo la possibilità di parlarne con progettisti, RUP e amministrazione in tempi brevi, per valutare la proposta. Su queste basi siamo disponibili a incontrarci nel breve e mettere nero su bianco pubblicamente il risultato della condivisione e la prospettiva delle varianti in corso d’opera condivise come impegno assunto dall’amministrazione, perché sia noto a tutti. Non possiamo, in ultimo, non ricordare che, anche su una delle modifiche da noi proposte e già apparentemente recepite in progetto (la pendenza della platea) è opportuna una verifica circa il fatto che la sua entità sia conforme a quanto prevedono le norme tecniche e la prassi consolidata per i teatri.