Genesi e numeri della Pasqua cattolica

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Sara Favarò – Durante il Concilio di Nicea, convocato nel 325 dall’imperatore romano Costantino il Grande, veniva istituita la festività della Pasqua Cristiana.

La Pasqua, che traeva origine da una preesistente festività ebraica, veniva riformulata per celebrare la resurrezione di Gesù. A differenza delle altre festività cristiane non fu fissata in una data determinata, come lo era nel calendario ebraico, ma venne stabilita per la domenica seguente il primo plenilunio, dopo l’equinozio di primavera che, secondo il calendario di Cesare, oscilla tra il 22 marzo e il 25 aprile, un giorno dopo la Pasqua ebraica che si celebra il 21 marzo.
Il Mercoledì delle Ceneri principia la Quarésima, un periodo di quaranta giorni, indicato come il periodo della “tregua di Dio”, in cui gli antichi Cristiani si dedicavano allo studio religioso e alla penitenza, astenendosi da diverse attività come quella di giudicare (i tribunali venivano chiusi), divertirsi e, fatto invidiabile, venivano deposte armi e acredini. Particolare importanza assumevano le processioni dei penitenti che, però, spesso sfociavano in atti di  auto fustigazione.
Nel corso dei secoli molti degli antichi atti di fede hanno continuato ad essere praticati. Diversi costumi hanno subito modifiche, sia nell’ambito ecclesiastico che popolare, altri sono scomparsi del tutto. Ne sono prova le guerre propugnate in ogni tempo da Stati che ostentano un Cristianesimo di facciata.
La Quarésima venne fissata dal Concilio di Nicea in quaranta giorni, in memoria dei giorni del digiuno di Cristo. In questo periodo Egli si avvia alla morte, che è l’evento necessario per giungere alla resurrezione. Altri digiuni hanno la durata di quaranta giorni, come quelli compiuti da Elia e Mosè, riportati rispettivamente nel libro dell’Esodo e in quello dei Re, inclusi nell’Antico Testamento. Quaranta giorni e quaranta notti durò il diluvio universale. Quaranta giorni e quaranta notti durò il digiuno di Cristo quando “fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo”. I dodici capi degli Israeliti, mandati da Mosè, impiegarono quaranta giorni per esplorare il paese di Canaan (libro dei Numeri). Quaranta anni sono occorsi agli Ebrei per giungere alla Terra Promessa.
Il quaranta è composto da quattro e zero che sommati fanno quattro (4+0=4). Tale numero fa subito ricordare la croce con i suoi quattro lati.
Tramite calcoli geometrici si cerca di ottenere la “quadratura del cerchio”, ossia la metamorfosi di un quadrato in un cerchio di eguale superficie, che rappresenta l’aspirazione di ricondurre l’elemento terrestre (il quadrato) e quello celeste (il cerchio) a una spirituale e materiale completezza.
Secondo la dottrina cristiana:
–           quattro sono gli evangelisti (Matteo, Marco, Luca e Giovanni);
–           quattro le “virtù cardinali”, che dipendono dalla volontà dell’uomo (prudenza, giustizia, fortezza, temperanza);
–           quattro i “peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio” (omicidio volontario, peccato impuro contro natura, oppressione dei poveri, defraudare la mercede agli operai);
–           quattro i “novissimi” o “cose ultime” (morte, giudizio, inferno, Paradiso);
–           quattro i punti cardinali;
–           quattro le lettere che compongono il nome Adam, che in ebraico significa “colui che viene dal suolo”, che diventerà il nome proprio del primo essere vivente (in italiano Adamo) e le cui lettere sono, in greco, le iniziali dei quattro punti cardinali;
–           quattro i fiumi del Paradiso: Indo, Gange, Tigri, Eufrate;
–           quattro gli elementi della vita (terra, acqua, aria e fuoco) anch’essi connessi alla fede: “Allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente”. Fu attraverso le lingue di fuoco che lo Spirito Santo si rivelò agli Apostoli, per la Pentecoste.
Il “Ciclo di Pasqua” ha per centro le festività di Pasqua, Ascensione e Pentecoste ed è ripartito in tre fasi: “Preparazione”, “Celebrazione”, “Prolungamento”. La “Preparazione” a sua volta si divide in: remota, prossima e immediata. È remota dalla Settuagesima alle Ceneri, è prossima dalle Ceneri alla Domenica di Passione, è immediata dalla Domenica di Passione alla Pasqua.
La “Preparazione remota” comprende tre domeniche, la “Preparazione prossima” quattro, la “Preparazione immediata” due, per un totale complessivo di nove settimane. Se si moltiplica il numero dei giorni che formano una settimana per il totale delle settimane di preparazione alla Pasqua, si ottiene sessantatre (9×7=63). Il sessantatre é composto dai numeri semplici sei e tre che sommati fanno nove (6+3=9).
Il nove è l’elevazione a potenza del tre ed è un numero perfetto anch’esso. Il suo quadrato è ottantuno, che è considerato il “numero dell’eternità”  e, chiaramente, sommando i due numeri semplici di cui è composto (8+1) il risultato è sempre nove.
Tutte le somme ottenute dall’addizione dei numeri semplici di cui si compone il totale della moltiplicazione del tre per qualsiasi numero, danno tutte tre, sei e nove. Infatti, il quadruplo, dodici, è composto da uno più due che fa tre, il quintuplo è quindici, (1+5=6), il sesto è diciotto (1+8=9), il settimo è ventuno (2+1=3), l’ottavo è ventiquattro (2+4=6), il nono è ventisette (2+7=9), il decimo è trenta (3+0=3) e via di seguito fino all’infinito.
Tre sono le virtù teologali, che sono le virtù divine, cioè dono di Dio.
Il secondo periodo del Ciclo di Pasqua prevede la “Celebrazione” che si compone della festività della giornata di Pasqua, dal periodo che dalla Pasqua va alla Pentecoste e dalla Pentecoste alla SS. Trinità. Dalla Pasqua alla Pentecoste trascorrono cinquanta giorni che sommati ai sette dì che occorrono per giungere alla SS. Trinità, fanno cinquantasette (50+7=57). Sommando i due numeri semplici cinque e sette si ottiene dodici, se si sommano i due numeri semplici che compongono il dodici, il risultato è tre (5+7=12 / 1+2=3).
Riassumendo, la “Preparazione” ci conduce al numero nove, la “Celebrazione” al numero tre, simbolo della “Trinità”, che la Chiesa festeggia a conclusione dei cinquantasette giorni del tempo della “Celebrazione”.
Durante il tempo della “Celebrazione” i paramenti sacri sono di due colori: bianco e rosso. Il bianco (di cui ho già detto) per il giorno di Pasqua, rappresentazione di trionfo; il rosso, dalla Pasqua alla SS. Trinità, è simbolo di amore e di passione.
Il tempo del “Prolungamento” del Ciclo di Pasqua, che va dalla domenica della SS. Trinità all’Avvento è di ventiquattro settimane. Il colore dei paramenti è il verde, emblema di speranza e salvezza. Moltiplicando il numero delle settimane (24) per i setti giorni che compongono la settimana otteniamo centosessantotto (168). Sommando i numeri semplici che compongono il totale (1+6+8) otteniamo il numero quindici. Sommando i numeri semplici uno e cinque otteniamo il sei (1+5=6).
Il sei è due volte tre. Tra le varie significazioni attribuite a tale numero c’è quella che Dio creò il mondo in sei giorni e il settimo si riposò, e quindi il sei rappresenta la creazione stessa.
A conclusione basti ricordare che le opere di misericordia sono sei (6):
-“Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare,
– ho avuto sete e mi avete dato da bere;
– ero forestiero e mi avete ospitato,
– nudo e mi avete vestito,
– malato e mi avete visitato,
– carcerato e siete venuti a trovarmi”.

Nota editoriale: Sul tema della Pasqua l’autrice Sara Favarò ha scritto due libri: “Pasqua dalla Terra il Cielo”, Simboli, numeri, misteri, suoni e ritualità popolare, ed. Le Muse, Catania e il saggio “Equinozio di Resurrezione” in collaborazione del fratello Franco Favarò, studioso del pensiero esoterico occidentale, edizione Tipheret, Gruppo Bonanno, Catania.

Sara Favarò