La villa, che si trovava in Piazza Francesco Crispi, meglio conosciuta come Piazza Croci, edificata su progetto dell’ Architetto Basile nel 1905, fu abbattuta nel 1959, nel pieno del “sacco di Palermo”,
ignominiosa operazione nell’ambito del quale vennero distrutti la maggior parte dei villini liberty, tra Via Libertà e Via Notarbartolo e sostituiti con tonnellate di cemento dei palazzoni, voluti dalla speculazione edilizia.
La virtuosa operazione si apprende da un comunicato del Presidente della Regione Nello Musumeci che ha così dichiarato: “Era un impegno che avevo preso con il parlamento siciliano e con tutti i palermitani qualche giorno fa durante l’esame della manovra finanziaria all’Ars. Oggi, quell’impegno, è stato rispettato. Il governo regionale ha infatti stanziato tre milioni di euro per l’istituzione, a Palermo, del ‘Museo regionale del Liberty – Villa Deliella’ e dell’itinerario dell’Art Nouveau” dopo il via libera della giunta alla proposta dell’assessore Alberto Samonà, che vedrà una sinergia tra gli assessorati dei Beni culturali e delle Infrastrutture.
Proprio in occasione della recente sessione finanziaria a Sala d’Ercole, dopo che una norma analoga presentata dal deputato Marianna Caronia era stata stralciata, infatti, il governatore aveva espresso l’intendimento del governo di disporre nel più breve tempo possibile un atto amministrativo per avviare le procedure relative alla nascita del Museo e di un grande itinerario culturale connesso.
“Oggi è un giorno particolarmente importante – sottolinea l’assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – perché si sana una ferita inferta oltre sessant’anni fa alla città di Palermo e alla Sicilia. La decisione di far nascere il Museo del Liberty è un atto politico forte che realizza un doppio risultato: rende la giusta visibilità a uno stile architettonico che ha contrassegnato un periodo memorabile della Sicilia e risarcisce moralmente e culturalmente l’intera comunità siciliana per la violenza subita. La decisione del governo Musumeci è, infatti, un segnale forte e non soltanto simbolico di ripristino di quella cultura della legalità, violata per troppi anni dal predominio di comitati d’affari politico-mafiosi”. Villa Deliella divenne famosa per essere stata distrutta in una notte, al fine di non farla rientrare nel novero dei beni culturali da tutelare, la cui redazione era in itinere Nonostante ciò il terreno è rimasto inedificabile e, per molti anni, è stato adibita a parcheggio.
Irene Scialabba