Franco Battiato, la Sicilia perde un pezzo della sua anima più autentica

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La Sicilia perde un pezzo importante della sua storia, si perchè Franco Battiato non era un cantante, era molto di più e la sua vita così come i suoi testi ne danno testimonianza.

Battiato è scomparso all’alba di oggi 18 maggio 2021 ed è andato via come voleva lui, nel silenzio e lontano dal caos frenetico del mondo esterno, in un momento particolare attraversato come ben sappiamo dall’emergenza sanitaria causata dal covid-19. Il suo amore per la filosofia e la musica lo hanno portato a creare capolavori come “La Cura”, scritto proprio in Sicilia nella sua città di origine Jonia che oggi ha cambiato nome in Riposto e poi ancora tanti altri brani come “Centro di Gravità Permanente” e “Voglio vederti danzare”, tutti nati alle pendici dell’Etna. Luogo nel quel si era rifugiato 30 anni fa da Milano dove viveva artisticamente, un giorno parlando con Vincenzo Spampinato (come lui stesso a dichiarato al TGR Sicilia), disse: “Vincenzo sento il bisogno di tornare a casa”. Insomma per Battiato, la sua vera casa era in Sicilia, li dove tutto è nato e la stessa isola che oggi gli rende omaggio con le parole del Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci il quale così ha scritto: Franco Battiato è stato poeta e cantore della Sicilia, Maestro geniale e poliedrico, uomo fuori dagli schemi. Indissolubilmente legato alla sua Ionia e all’Etna, continuerà per sempre a rappresentare la nostra Isola, con musica e poesia che hanno segnato la vita di tutti noi”. Parole di cordoglio sono state spese anche da tutto il mondo musicale, dagli amici di sempre, da tutto il mondo dello spettacolo, dell’arte, della filosofia e anche dal Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella: “Sono profondamente addolorato dalla morte di Franco Battiato, artista colto e raffinato. Con il suo inconfondibile stile musicale, frutto di intenso studio e febbrile sperimentazione ha affascinato un vasto pubblico, anche aldilà dei confini nazionali”. I funerali saranno celebrati domani a Milo in forma strettamente riservata, lascia un’importante eredità fatta di musica e parole di speranza: “si cambierà… vedrai che cambierà”.
Giovanni Azzara