Il Comitato Città Porto per un futuro sostenibile ha appreso “con stupore” che l’Amministrazione Comunale, nelle persone del Sindaco e dell’assessore alla portualità,
nonché del Dirigente del III Settore, mentre in città si discute con fervore del Piano Triennale delle Opere Pubbliche, con nota prot. n. 22778 del 3 giugno 2021, ha inviato una lettera in cui chiede all’Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Occidentale “una rimodulazione” del Documento di Pianificazione Strategica del Sistema Portuale (DPSS).
“Una decisione grave – scrive in una nota il Comitato – che scavalca le competenze del Consiglio Comunale e ignora tutto il dibattito sviluppato in questi mesi in città”.
Vediamo di comprendere meglio che cosa è successo in questi mesi.
Il 3 dicembre 2020 l’Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Occidentale ha inviato al Sindaco di Termini Imerese il Documento di Pianificazione Strategica del Sistema Portuale (DPSS) in cui si delineano gli obiettivi strategici per i prossimi quindici anni. Su tale documento il Consiglio Comunale, organo competente in materia di programmazione e pianificazione territoriale, avrebbe dovuto esprimersi “entro e non oltre quarantacinque giorni”, per come stabilito dall’art. 5 della L.n.84/94. In verità questo documento non è mai arrivato in Consiglio Comunale, nonostante le ripetute richieste dei consiglieri comunali, che hanno dovuto addirittura esercitare l’accesso agli atti per poterne venire in possesso. Il Comitato termitano dovuto informare i consiglieri comunali dell’esistenza di tale documento nell’incontro dello scorso 31 marzo.
Cosa stabilisce il DPSS? In sintesi:
-il porto non si deve ampliare, viene confermato l’attuale perimetro portuale;
-il Piano Regolatore vigente viene confermato nella sua validità;
-la zona di “interazione porto città” viene confermata nella parte settentrionale del porto, dove il PRP prevedeva il porto turistico integrato con la città, che potrebbe realizzarsi in pochi anni se si sbloccasse la vicenda del molo sporgente (a cura dell’Autorità Portuale).
Nel frattempo l’assessore alla portualità indice vari incontri ristretti per illustrare con dei video accattivanti una ipotetica variante generale al PRP, che inverte le previsioni del vigente PRP, prevedendo, in sintesa destinazione di tutto l’attuale bacino portuale, prossimo al centro storico e alla spiaggia, al traffico commerciale e container, comprese le aree demaniali esterne al perimetro portuale (cosiddetta “area circhi”), destinate invece alla “porta del parco termale” dalla precedente progettualità comunale;
la cancellazione del progetto del porto turistico integrato con la città e il suo ipotetico spostamento addirittura alla foce del Torrente Barratina, con un evidente rischio di insabbiamento, in un’area attualmente occupata dal depuratore (di cui non si conosce la futura destinazione) probabilmente da bonificare, nonché destinata al Centro Comunale di Raccolta dei rifiuti (CCR) e al passaggio della ferrovia di collegamento con il porto;
la conseguente ulteriore espansione dell’area portuale, contrariamente a quanto previsto sia dal PRP che dal DPSS della stessa Autorità Portuale, con un evidente impatto negativo sulla città, che già si confronta con un fronte portuale sproporzionato.
“La conseguenza di tutto ciò – scrive il Comitato Città-Porto – porterebbe l’attuale bacino portuale all’esclusivo destino commerciale e a rimandare l’eventualità della realizzazione del porto turistico a data da destinarsi, probabilmente mai, considerate le incertezze e le difficoltà date dalla sua assurda quanto improbabile localizzazione alla foce di un torrente. Bisognerà, infatti, avviare un percorso di sdemanializzazione, poi tutto l’iter amministrativo per una variante generale al PRP, con tanto di Valutazione Ambientale (VAS), attendere lo spostamento del depuratore comunale, prima di poter immaginare di progettare questo fantomatico porto turistico, giusto alla foce del Barratina.
Tempi: non determinabili, certamente lunghissimi, con grandi incertezze. Costi: non determinabili, certamente ingenti, dato che va ampliato il porto, si è parlato di oltre sessanta milioni di euro, oltre ai costi necessari a spostare un depuratore, la foce del fiume etc. etc…
Il progetto del porto turistico previsto dal PRP è invece conforme agli strumenti urbanistici vigenti, il percorso della VAS del PRP è praticamente terminato, con un parere motivato favorevole già espresso da anni, esiste già un progetto preliminare redatto dal Comune di Termini Imerese. Tempi: rapidi, basta realizzare le opere di difesa interne al bacino (a cura dell’AdSP). Costi: preventivati in 29 milioni di euro nel progetto preliminare, comprese le opere di difesa.
Di fatto, tale ipotesi di variante non fa altro che confermare l’assetto del porto del progetto realizzato dall’ASI negli anni ’90, con, da subito un grosso porto commerciale di fronte alla città e un piccolo “porticciolo” a margine, per le barche dei termitani, altro che turismo! Da subito il porto commerciale, il porto turistico si vedra’, forse, un giorno…”.
Giorno 11 maggio 2021, il Presidente dell’Autorità Portuale ha incontrato il Consiglio Comunale, chiarendo che l’ipotesi di variante al PRP, che prevede lo spostamento del porto turistico alla foce del Torrente Barratina, è solo una mera ipotesi, che viene proposta al Consiglio Comunale per la discussione, nell’ambito del parere da rendere sul DPSS. In quella occasione vengono anche chiarite le esigenze dell’Autorità Portuale, che chiede la realizzazione di un terminal container nel porto di Termini Imerese in tempi rapidi, questo in variante al PRP, nell’ottica di una integrazione con il futuro interporto, previsto alla zona industriale, nell’ambito delle politiche di sviluppo della Zona Economica Speciale che include il porto e la zona industriale di Termini Imerese. Si tratta dunque di una semplice ipotesi di lavoro, come lo stesso Presidente Monti ha confermato nel corso di un incontro con il Comitato Città Porto lo scorso 25 maggio.
“Ci saremmo aspettati – scrive ancora il Comitato – dopo questo incontro chiarificatore, l’avvio di un dibattito costruttivo sul tema, fondamentale per il futuro della città, a partire, finalmente, dalla discussione del DPSS in Consiglio Comunale, organo competente ad esprimersi in merito alle questioni di pianificazione che riguardano il nostro territorio.
Invece la Sindaca e l’assessore responsabile pensano bene di rinviare ancora una volta la discussione, chiedendo di fatto la revisione del documento presentato dalla stessa Autorità Portuale, in funzione di “diversi incontri istituzionali tenutisi nelle rispettive sedi delle amministrazioni pubbliche coinvolte”. Nessuno conosce cosa è stato detto nel corso di questi incontri, per nulla pubblici.
Se è vero che ancor prima della trasmissione del DPSS era stato avviato dalla Amministrazione Comunale (insediatasi il 26/10/2020) “un serrato confronto” con l’Autorità Portuale, perché mai questa, il 3 dicembre, presenta un DPSS che ha un preciso orientamento strategico nella conferma del PRP, richiedendone l’espressione del parere dovuto per legge e non fa nessuna menzione di questa ipotetica variante di espansione del porto alla foce del Barratina? Perché invece l’Amministrazione Comunale si intestardisce a proporne una variante? C’è una palese contraddizione tra le azioni dei due Enti, che qualcuno dovrebbe spiegare alla città.
Perché il DPSS non è mai arrivato in Consiglio Comunale, per la sua discussione? Perché anche di tale ipotesi di variante, che è solo una mera ipotesi, non si è mai discusso in Consiglio Comunale, in sede di espressione del parere sul DPSS, dovuto per legge? Perché, solo ora, a distanza di sei mesi, a fronte dei quarantacinque giorni previsti per legge, si chiede la rimodulazione del DPSS?.
E soprattutto: a chi appartiene la competenza ad esprimere un parere sul DPSS, compresa una sua richiesta di “rimodulazione”, come fatto nella ultima nota dello scorso 3 giugno? Non sarebbe stata questa materia del Consiglio Comunale? Certamente si. Né l’assessore alla portualità, né la Sindaca possono agire su questi temi ignorando il Consiglio Comunale, che è stato palesemente scavalcato nelle sue competenze.
Questa lettera, in cui si chiede unilateralmente la “rimodulazione” del DPSS, è un palese negazione di tutto il dibattito sviluppatosi in questi mesi in città, anche per merito del Comitato Città Porto per un futuro sostenibile.
Noi riteniamo illegittima tale richiesta di rimodulazione e invitiamo il Consiglio Comunale a procedere nella discussione del DPSS, secondo le sue attribuzioni in materia.
Per quanto ci riguarda, continueremo a chiedere un serio confronto con le istituzioni locali e con l’Autorità Portuale, portando avanti quello che tutti i termitani chiedono: che il porto possa rappresentare una reale occasione di sviluppo per il territorio e il diritto della città ad avere, nel più breve tempo possibile, un vero porto turistico, integrato con la zona balneare e il centro storico, per la creazione di un unico polo turistico-nautico-termale, capace di avviare un processo di riqualificazione della città, come stabilito nel Piano Strategico.
Continueremo l’attività di informazione e sensibilizzazione sul futuro del porto, con l’obiettivo di continuare un dibattito trasparente con la città, che metta a confronto le diverse ipotesi sullo sviluppo del porto di Termini Imerese. Non consentiremo che le decisioni sul futuro del porto siano prese sulla testa dei termitani”.