La Commissione Ue ha deferito l’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione Europea per il mancato rispetto di alcuni obblighi in materia di scambio di informazioni stabiliti dalle norme in materia di cooperazione transfrontaliera nella lotta al terrorismo e alla criminalità.
Tali norme, ricorda la Commissione, sono uno strumento fondamentale nella lotta al terrorismo e alla criminalità.
Queste informazioni consentono di scambiarsi rapidamente informazioni su Dna, impronte digitali e dati nazionali di immatricolazione dei veicoli, permettendo alle autorità di identificare i sospetti e di stabilire collegamenti tra i casi penali in tutta l’Unione.
Gli Stati membri dovevano attuare pienamente le norme entro agosto 2011. La Commissione, dopo ripetute indagini sull’Italia per l’adempimento dei suoi obblighi, ha constatato che, a tutt’oggi, il nostro Paese ancora non consente agli altri Stati membri di accedere ai dati in possesso”.
A seguito di tale notizia l’Associazione Spartacus di Termini Imerese ha diffuso una nota. “E ormai credibile – scrive il sodalizio che si occupa di lavoro nero – il sospetto che la lotta alla criminalità organizzata nel nostro Paese, è solo uno strumento di mera propaganda politica e di dare una mano alle mafie di riorganizzare il loro assetto dirigenziale, in modo che si possano evitare guerre intestinali al loro interno. Basta solo constatare che nella nostra regione, gli investimenti pubblici non vengono più monitorati dalle Procure per capire se i flussi di denaro investiti nella pubblica amministrazione siano gestiti correttamente e senza alcuna infiltrazione mafiosa. Vogliamo ricordare, se ce ne fosse bisogno, che attualmente in zone ad alta densità mafiosa, come il nostro territorio, sono in corso ingenti investimenti per la ricostruzione di ponti, strade e porti; ci chiediamo se in questi settori le Procure abbiano avviato controlli per accertarsi di eventuali infiltrazioni della criminalità organizzata, o se cerchino di capire qualcosa sugli eccessivi ritardi, crediamo, ingiustificati sui lavori effettuati su molte opere pubbliche. Ci chiediamo inoltre, se a qualcuno viene in mente che sia rispettata quella norma sulla trasparenza sui siti web delle pubbliche amministrazioni, siti sui quali contrariamente alla legge sulla trasparenza, si creano difficoltà ai cittadini che vogliono accedere agli atti, mentre la legge prevede il massimo della semplificazione per la ricerca degli atti pubblici. Ecco perché l’Unione Europa è arrivata a deferire l’Italia per mancanza di cooperazione sulla lotta alla criminalità, a causa di una cultura più vicina a quella mafiosa che a quella legalitaria”.