È stata rinnovata, a cura dell’Archeclub d’Italia Himera la segnaletica verticale del Riparo del Castello per la buona fruibilità di uno dei più noti siti paleomesolitici d’Europa.
“L’Associazione si occupa costantemente di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale – ha dichiarato il presidente Rosa Lo Bianco – in questo importante spazio della preistoria abbiamo voluto dare un segno tangibile del nostro impegno verso la fruibilità dei siti di interesse”.
Il Riparo del Castello venne scoperto nel 1899, durante il rifacimento della via Paolo Balsamo (serpentina). Il sito venne, inizialmente, scavato (1900) da Saverio Ciofalo, Carmelo Palumbo e Giuseppe Patiri. L’ultimo saggio di scavo condotto (1998) ha rivelato l’esistenza di quattro fasi, databili grazie a una nutrita serie di datazioni al radiocarbonio.
La prima fase si colloca alla fine del Pleistocene, la seconda agli inizi dell’Olocene, Alla terza, dopo un’interruzione di circa 5mila anni, appartiene una frequentazione del tardo Neolitico. La quarta fase databile all’Eneolitico indica un uso del riparo come necropoli. L’industria litica delle prime due fasi si colloca nella tradizione epigravettiana dell’isola.
La sua evoluzione strutturale permette di agganciare alla stratigrafia del riparo, la prima di lungo periodo rinvenuta nell’isola, i più importanti siti preistorici della Sicilia databili tra Pleistocene e Olocene.
Il Sindaco Maria Terranova ha espresso apprezzamento per il gesto d’amore verso la città e per un bene di primario interesse storico-culturale. È importante ha concluso il sindaco la buona collaborazione tra istituzione e associazioni che si occupano della nostra eredità culturale.
Fabio Lo Bono
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