Originario di Caltavuturo, è stato arrestato nella giornata di ieri 3 agosto padre Vincenzo Esposito con la grave accusa di prostituzione minorile nei confronti di un ragazzo di 17 anni di Termini Imerese.
Il sacerdote, 63 anni parroco nel borgo di San Feliciano in provincia di Perugia, arrestato ieri dai carabinieri di Termini Imerese adesso si trova in carcere a Spoleto e secondo quanto riporta l’AdnKronos, il GIP così scrive nel suo rapporto: “il sacerdote era aduso a pratiche sessuali illecite che ne rivelano anche le sistematiche modalità di consumazione, la pervicacia e l’insistenza nell’avanzare le richieste, sempre dietro la prospettazione di una ricompensa economica conseguita al soddisfacimento degli istinti perversi”. Il GIP parla ancora di: “rapporti intrattenuti dal parroco con i soggetti minori coinvolti nelle sue trame e di paradigma della sequenza criminale, costituita dalle richieste di prestazioni sessuali – essenzialmente incentrate su filmati e videochat – in cambio della dazione di danaro”. “Il sacerdote – continua – ha saputo impostare un gioco psicologico di dipendenza, ed anche di affetto inducendo in tentazione i ragazzini con le ricompense economiche, e così approfittando delle umili origini e della situazione di bisogno”. Oltre al sacerdote, agli arresti domiciliari è finita invece la madre del 17ennedi Termini Imerese consapevole di quanto accadeva e essa stessa avrebbe avuto rapporti a distanza con il sacerdote utilizzando quelle che sono le normali chat dei social network. Ma non sarebbe l’unica vittima. Infatti le indagini sono condotte dalla procura di Palermo la quale sta effettuando controlli su altri giovani che potrebbero aver avuto contati con il sacerdote. L’Arciodiocesi di Perugia – Città della Pieve con una nota fa sapere: “di prendere atto con stupore e dolore della notizia circa l’arresto del Sac. Vincenzo Esposito, Parroco di San Feliciano (Pg), e assicura la più completa disponibilità alla collaborazione con l’autorità giudiziaria per il raggiungimento della verità dei fatti. Al riguardo – continua – l’Archidiocesi ritiene di dover precisare che mai alcuna segnalazione è giunta all’Autorità ecclesiastica relativa ai fatti oggetto dell’indagine. Rimane comunque prioritario l’impegno ad approfondire con diligenza i fatti, applicando le indicazioni dettate dalla normativa canonica e seguire le eventuali indicazioni offerte dalla Santa Sede”.
Giovanni Azzara
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