Nella serata di ieri, un comunicato congiunto delle Associazioni ambientaliste ed animaliste WWF Italia, Legambiente Sicilia, Lipu BirdLife Italia, LNDC Animal Protection ed Enpa che a seguito della decisione del TAR di Catania, la caccia è immediatamente sospesa su tutto il territorio regionale almeno fino al 1° ottobre,
data indicata da ISPRA (Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale) nel suo parere rilasciato alla Regione ma da questa non accolto. Tuttavia qualcosa probabilmente non ha funzionato, questa mattina infatti (data dalla quale doveva partire il calendario venatorio) le cose sono andate diversamente, in quasi tutta la regione l’alba è stata segnata dagli spari dei fucili da caccia, in barba a quanto emanato proprio meno di 24h prima dal tribunale regionale, spari si sono uditi anche in zona Fiume Torto. Ma a chi spetta vigilare e far rispettare le regole ? Tempo fa, esistevano le guardie venatorie, figure totalmente inadeguata (almeno in Sicilia) in quanto sono accaduti diversi fatti davvero incresciosi, il Corpo Forestale è in uno stato vegetativo, i volontari non devono essere impiegati nella vigilanza, insomma le leggi ci sono ma a quanto pare non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Proprio in questo periodo, dopo questa estate infernale che ha distrutto migliaia di ettari di boschi e ucciso migliaia di animali sia di terra che di cielo, la caccia non sarebbe dovuta completamente partire, in modo tale da poter dare agli animali tutto il tempo di riprodursi e ritornare a popolare il territorio siciliano. Le Associazioni, infine, ricordano che l’esercizio della caccia in questo periodo di sospensione costituirebbe contravvenzione penale ai sensi dell’art. 30 lett. a) della L. 157/1992, che prevede l’arresto fino ad un anno o l’ammenda fino ad € 2.582,00; la legge, inoltre, prevede che per i trasgressori il Questore disponga la sospensione del porto di fucile da caccia fino a tre anni.