Si è chiusa la 50° campagna di scavo a cura dell’Università di Zurigo, diretta da Christopher Reusser e coordinata sul campo da Martin Mohr, responsabile dello scavo.
La Proloco di San Giuseppe Iato e Sancipirello del presidente Pasquale Vaccaro si è fatta carico di presentare gli ottimi risultati ottenuti dagli studiosi.
I lavori che hanno avuto inizio lo scorso 5 agosto, si sono concentrati sulla zona dell’agorà dove sono state messe in luce le aree dei complessi della Stoa nord e della Stoa ovest.
I due muri realizzati con malta di calce venuti fuori dal saggio effettuato all’interno della Stoa si possono assegnare a un edificio di prima età imperiale costruito nella parte sud della Stoa ovest. Nell’area della Stoa nord, invece, i lavori di scavo si sono concentrati sulla zona occidentale del cortile a peristilio.
A ovest di una casa costruita nel tardo periodo imperiale, è stato scoperto lo strato di distruzione della Stoa nord, sotto il quale sono stati conservati in situ la pavimentazione del cortile e lo stilobate del cortile del peristilio, insieme a due rocchi di colonna ancora in piedi.
Completata, nello stesso periodo dello scavo, l’attività di ricerca di Sabrina Fusetti finalizzata alla pubblicazione di un dottorato sulle ceramiche indigene del Monte Iato.
La studiosa Eleonora Bechi per la tesi di dottorato in relazione alle pitture e ai pavimenti ellenistici-romani di Monte Iato, invece, sta studiando il materiale trovato (2013) nel quartiere est.
Una collaborazione lunga e proficua, dunque, quella tra il Parco Archeologico di Monte Iato e l’università degli studi di Zurigo che, dal 1971 cura campagne di scavo annuali con risultati molto interessanti.
Fabio Lo Bono