Tre giorni di eventi promossi dalla Parrocchia Santuario Madonna della Consolazione di Termini Imerese per salvare la Chiesa Sant’Orsola dal degrado.
Si inizia martedì 19 Ottobre 2021 alle ore 17,30 con una Tavola Rotonda su “S. Orsola e la sua chiesa”. Interverranno: Alfonso Lo Cascio, Antonino Contino e P. Enrico Campino. Alle ore 19,00 uno spettacolo musicale a cura del Prof. Renato Filippello, del Prof. Giovanni Zappulla, del Prof. Roberto Apicella. Intercalato da letture del Cantico dei Cantici di Patrizia Graziano e Mimmo Minà. Il giorno successivo, mercoledì 20 alle ore 18,30 è prevista l’naugurazione dell’infiorata artistica, mentre alle ore 19,00 la visita teatralizzata dei ragazzi dell’ICS Balsamo Pandolfini di Termini Imerese, a cura dei Professori Costanza, Valeriano, Sansone, Testagrossa, Scozzari e Calamera, Coordinatrice Prof. Maria Rita Costanza. Il terzo giorno giovedì 21 la messa solenne e alle ore 21,20 l’adorazione comunitaria.
“Con questi tre giorni di eventi e celebrazioni in occasione della festa liturgica di S. Orsola V.M. – scrive il parroco Don Enrico Campino – vogliamo cominciare a riappropriarci, come comunità di credenti, di quegli spazi che i nostri padri con la loro grande fede e amore per Dio e per la Chiesa, hanno nei secoli scorsi innalzato e ci hanno lasciato in eredità: vivere le nostre chiese, non come musei, sedi associative o altro, ma come casa di Dio dove si incontrano i suoi figli. Questo ci permetterà come comunità parrocchiale di essere maggiormente presente in ogni parte del nostro territorio e di fare evangelizzazione anche attraverso l’arte, la cultura e la salvaguardia della nostra storia religiosa. In questi ultimi anni, tanti sono stati gli appelli, da parte di singoli e associazioni per intervenire sul tetto della chiesa che versa in pessime condizioni, con il rischio di causare danni irreparabili all’edificio sacro. Apriremo proprio in questi giorni una raccolta fondi. Confidando nella Divina Providenza e nel buon cuore di tutti, sono certo che riusciremo a realizzare i nostri obiettivi. Diceva il Beato Pino Puglisi, la cui memoria liturgica ricade lo stesso giorno di quella di S Orsola: “ Se ognuno fa qualcosa, si può fare molto”, ed è proprio quello che noi desideriamo fare”.
Il complesso di Sant’Orsola di Termini Imerese consta di due chiese sovrapposte: quella inferiore, ad aula quadrata, fu realizzata nel sec. XV, mentre del sec. XVII venne costruita la chiesa superiore, ad aula unica di tipo gesuitico, coperta da volta a botte e cappelle laterali comunicanti tra loro. Con la nuova configurazione l’edificio inferiore venne trasformato in cripta. Il sito sarebbe stato interessato dalle strutture difensive della città già in epoca ellenistico – romana, successivamente utilizzate dagli arabi. Tali strutture sarebbero entrate a far parte dell’attuale complesso religioso e, in particolare, del suo campanile. Il complesso deve il suo aspetto attuale ai lavori ultimati a metà del XVIII secolo. Il campanile si erge a fianco dell’abside nelle forme di una possente torre a base quadrangolare di evidente origine araba che anticamente veniva chiamata Torre dei Saccari. Nella parte sommitale, all’altezza della copertura, sono visibili dei pennacchi che forse raccordavano la struttura ad una copertura a cupoletta, tipica dell’architettura arabo-normanna.
Le opere pittoriche custodite al suo interno: Tela di notevoli dimensioni con San Benedetto che resuscita un confratello di Mattia Preti. Quadro raffigurante la Madonna del Rosario di Tommaso Pollace del 1782 Quadro con la Madonna della Lettera con anime purganti di Tommaso Pollace del 1782 Quadro raffigurante S. Orsola e le vergini, di autore ignoto. Decoro ad affresco delle volte dell’aula e del coro, Gloria della Croce e le Virtù in medaglioni laterali, opera di Alesio Geraci (1763) ritenuto stilisticamente vicino al Sozzi e al D’Anna
Nella definizione dell’assetto del complesso religioso ha avuto un ruolo determinante l’ istituzione, al suo interno, della Compagnia dei Neri (nobili caritatevoli che avevano il compito di seppellire i poveri e per non farsi riconoscere usavano i cappucci neri) che, nel 1674, destinò la chiesa inferiore a catacomba della stessa Compagnia: ancora oggi vi si trovano i resti di vari personaggi del passato. Tra questi il sacerdote e dottore Vincenzo Impallaria che morì in fama di santità l’8 febbraio 1699. Una leggenda termitana tramandata che dopo la sua morte, durante la notte, egli si aggirasse ancora per il quartiere di S. Orsola a confortare gli afflitti, consumando di conseguenza le suole delle scarpe. I devoti così erano soliti portare ogni 8 febbraio presso la sua tomba un paio di scarpe nuove, che andavano a sostituire quelle consumate.
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