Accusato del reato di diffamazione per dichiarazioni fatte nel corso di una seduta del Consiglio Comunale, Giovanni Meli, Sindaco del Comune di Collesano,
difeso dall’Avv. Salvatore Sansone, è stato assolto dalla Corte di Appello di Palermo, sez. 3° presieduta dal dott. Antonino Napoli.
Meli era chiamato a rispondere del reato di diffamazione aggravata perchè in sede di Consiglio Comunale del 24 maggio 2014, avrebbe usato espressioni ritenute offensive e di valenza diffamatoria in danno della Comed S.r.l., locale ditta di produzione di manufatti in cotto.
Quest’ultima con una nota del 7 aprile 2014, presentata in sede di Consiglio Comunale a ministero del capogruppo dell’opposizione, lamentando di non essere stata interpellata per forniture pubbliche riguardanti opere in corso nella competenza del Comune, poneva in essere, per la sede istituzionale scelta (Consiglio comunale) e la critica all’azione dell’amministrazione in carica, una esplicita e diretta azione di contestazione politica all’operato del Sindaco.
A questa azione di critica il Meli rispondeva usando toni ed espressioni ritenute offensive dall’accusa.
La vicenda che risale al maggio del 2014, allora destò scalpore locale procurando non pochi problemi all’Amministrazione guidata dal Sindaco Giovanni Meli. Numerosi consiglieri comunali e il Presidente del Consiglio furono sentiti a sommarie informazioni da parte dei carabinieri e fu disposto il sequestro della video registrazione della seduta del Consiglio Comunale di Collesano del 24 maggio 2014 nonchè della delibera consiliare n. 18 dello stesso giorno, con notevoli risvolti di polemica politica locale.
La sentenza di primo grado resa dal Tribunale di Termini Imerese in composizione Monocratica, giudice dott. Fabio Raia, in data 15 settembre 2020 aveva ritenuto fondata l’accusa e quindi aveva condannato il Sindaco per diffamazione aggravata a €.1.000 di multa nonchè al risarcimento delle parti civili costituite.
L’appello proposto dal Meli, sui motivi di errata interpretazione dei fatti e degli atti processuali nonchè per mancata valutazione della scriminante della critica politica (ex art. 51 c.p.), è stato pienamente accolto dalla Corte di Appello di Palermo producendo l’assoluzione del Sindaco con la formula “perchè il fatto non sussiste”.
“La sentenza di primo grado – commenta il sindaco Giovanni Meli – già da subito rivelava una grave carenza di valutazione probatoria e di interpretazione giuridica della vicenda. Riteniamo che l’attenta rilettura dei fatti compiuta dalla Corte di Appello di Palermo anche attraverso la valorizzazione della scriminante della critica politica, abbia prodotto la sentenza di assoluzione nella formula più ampia con annullamento di ogni statuizione civile in favore della pretesa offesa. Valuterò con il mio avvocato di intraprendere le opportune iniziative di risarcimento nei confronti di chi mi ha ingiustamente accusato di diffamazione”.
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