Assolto in appello il Sindaco di Collesano Giovanni Meli: era accusato di diffamazione

0
751

Accusato del reato di diffamazione per dichiarazioni fatte nel corso di una seduta del Consiglio Comunale,  Giovanni Meli, Sindaco del Comune di Collesano,

difeso dall’Avv. Salvatore Sansone, è stato assolto dalla Corte di Appello di Palermo, sez. 3° presieduta dal dott. Antonino Napoli.
Meli  era  chiamato a rispondere del reato di diffamazione aggravata perchè in sede di Consiglio Comunale del 24 maggio 2014, avrebbe usato espressioni ritenute offensive e di valenza diffamatoria in danno della Comed S.r.l.,  locale ditta di produzione di manufatti in cotto.
Quest’ultima con una nota del 7 aprile 2014, presentata in sede di Consiglio Comunale a ministero del capogruppo dell’opposizione, lamentando di non essere stata interpellata per forniture pubbliche riguardanti opere in corso nella competenza del Comune,  poneva in essere, per la sede istituzionale scelta (Consiglio comunale) e la critica all’azione dell’amministrazione in carica,  una esplicita e diretta azione di contestazione  politica all’operato del Sindaco.
A questa azione di critica il Meli  rispondeva usando toni ed espressioni ritenute offensive dall’accusa.
La vicenda  che risale al maggio del 2014, allora  destò scalpore locale procurando  non  pochi problemi all’Amministrazione guidata dal  Sindaco  Giovanni Meli. Numerosi consiglieri comunali e il Presidente del Consiglio furono sentiti  a sommarie informazioni da parte dei carabinieri e fu disposto il sequestro della video registrazione della seduta del Consiglio Comunale di Collesano del 24 maggio 2014 nonchè  della delibera consiliare n. 18 dello stesso giorno, con notevoli risvolti di polemica politica locale.
La sentenza di primo grado resa dal Tribunale di Termini Imerese in composizione Monocratica,  giudice dott. Fabio Raia, in data 15 settembre 2020  aveva ritenuto fondata l’accusa e quindi aveva condannato il Sindaco per diffamazione aggravata  a  €.1.000 di multa nonchè al  risarcimento delle parti civili costituite.
L’appello proposto dal Meli, sui motivi di errata interpretazione dei fatti e degli atti processuali nonchè per mancata valutazione della scriminante della critica politica (ex art. 51 c.p.),  è stato pienamente accolto dalla Corte di Appello di Palermo  producendo  l’assoluzione del Sindaco con la formula “perchè il fatto non sussiste”.
“La sentenza di primo grado – commenta il sindaco Giovanni Meli – già da subito rivelava una grave carenza di valutazione probatoria e di interpretazione giuridica della vicenda.  Riteniamo che  l’attenta rilettura dei fatti compiuta dalla Corte di Appello di Palermo anche attraverso la valorizzazione della scriminante della critica politica,  abbia  prodotto la sentenza di assoluzione nella formula più ampia con annullamento di ogni statuizione civile in favore della pretesa offesa. Valuterò con il mio avvocato di intraprendere le opportune iniziative di risarcimento nei confronti di chi  mi ha ingiustamente accusato di diffamazione”.