In occasione delle attività subacquee inquadrabili nell’ambito del “servizio di bonifica bellica sistematica subacquea”, alle quali sono a sua volta subordinati i lavori di dragaggio del porto di Termini Imerese,
nelle giornate di venerdì 19 e sabato 20 novembre 2021 è stata rinvenuta, all’interno del bacino portuale, la presenza di due presunti residuati bellici, semi affioranti dal fondale marino, ad una profondità di circa sette metri.
Fortunatamente, gli ordigni si trovavano adagiati in un lato del porto non principalmente interessato dal traffico di unità commerciali e da diporto. L’ufficio Circondariale Marittimo di Termini Imerese ha immediatamente informato la Prefettura di Palermo, oltre a vietare, tramite apposite Ordinanze di interdizione, la navigazione e qualsiasi altra attività connessa con l’uso del mare negli specchi acquei interessati dai ritrovamenti.
La Prefettura ha quindi richiesto l’intervento di personale specializzato del COMSUBIN della Marina Militare, avvenuto nella giornata di ieri e in quella di oggi con militari e mezzi del Nucleo SDAI del Gruppo Operativo Subacquei di stanza presso il porto di Augusta.
Gli ordigni, dopo esser stati riconosciuti come un proiettile ed una bomba di profondità risalenti alla seconda guerra mondiale, sono stati messi in sicurezza e trasportati fuori dall’ambito portuale.
Si è quindi proceduto al brillamento in un punto precedentemente individuato dall’Ufficio Circondariale Marittimo di Termini Imerese, ad una distanza ed una profondità adeguate a garantire la sicurezza delle operazioni e a tutelare l’ambiente marino.
A supporto delle attività, nella cornice di sicurezza in mare, è stata impiegata anche una motovedetta della Guardia Costiera di Cefalù.
Il sinergico intervento delle Autorità preposte e degli operatori ha consentito di rimuovere rapidamente il potenziale pericolo, limitando i disagi per l’utenza marittima e permettendo di rendere nuovamente pienamente fruibile il porto termitano.