Mentre in città si contano ancora i danni subiti dal violento nubifragio dello scorso mese di novembre, Legambiente ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica.
Sotto la lente di ingrandimento degli ambientalisti locali è finita la situazione della foce del torrente Barratina (torrente la cui foce, in passato, era utilizzata dalle barche quale punto di approdo e per ripararsi dai venti. La parte terminale, nella seconda metà del secolo scorso, è stata cementificata e trasformata in collettore fognario, specie da scarichi abusivi. Alcuni dei quali non sono stati eliminati).
L’esposto porta la firma di Agostino Moscato, storico esponente di Legambiente, oggi presidente del circolo l’Aquilone, associazione radicata nel territorio dove svolge attività rappresentativa di interessi diffusi in materia di tutela ambientale.
Le abbondanti piogge che si sono abbattute in città nell’ultimo mese hanno provocato ingenti danni ad aziende e abitazioni private nella parte bassa della città, mettendo a rischio l’incolumità dei cittadini residenti.
L’esposto parte dalla constatazione che l’esondazione del torrente non è stata causata soltanto dall’intensità della pioggia, ma anche e soprattutto dallo sbarramento, fra l’altro vietato dal Dls 152/2006, della foce del torrente Barratina con una grande quantità di massi, effettuato da ignoti che di fatto hanno impedito il regolare deflusso del corso d’acqua e di sfociare naturalmente a mare.
La foce, continua Legambiente nell’esposto – non presentava alcuna occlusione, come dimostrano alcune foto allegate estrapolate da Google Maps.
Moscato, inoltre, chiede alla Procura della Repubblica di Termini Imerese di voler accertare lo stato dei luoghi della foce del torrente Barratina, le eventuali violazioni di legge legate all’occlusione del torrente e di verificare se tale sbarramento è stato causa dei danni provocati alle aziende che operano nelle vicinanze, mettendo a rischio l’incolumità dei tanti cittadini residenti.
Infine, gli ambientalisti chiedono un intervento delle autorità competenti per avviare misure cautelative per la salvaguardia della salute pubblica e dell’ecosistema, ripristinando lo stato dei luoghi.
“Ostruire la foce del torrente Barratina è un’azione criminale – dichiara Agostino Moscato, – che poteva provocare danni maggiori a persone e cose rispetto a quanto accaduto con le ultime forti e intense piogge. Persone senza scrupoli continuano a fare scempio del nostro territorio e la natura si sta riprendendo lo spazio sottratto. Per Legambiente è un dovere denunciare ogni abuso che il territorio subisce”.
Fabio Lo Bono
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