Non bastava il dolore senza fine per aver perso il proprio caro in modo inaccettabile e tragico, per l’ennesimo infortunio mortale sul lavoro:
a più di una settimana dalla morte di Francesco Corso, la moglie e i due figli brancolano nel buio, vorrebbero poter dare l’estremo saluto al marito, e al padre, ma finora non hanno ricevuto alcuna notizia, non sanno se l’autorità giudiziaria abbia intenzione di disporre o abbia già disposto l’autopsia, non hanno la minima idea di quando arriverà il nulla osta per la sepoltura.
Com’è tristemente noto, il cinquantasettenne operaio specializzato, che abitava a Misilmeri, è rimasto folgorato martedì 18 gennaio 2022, attorno alle 13. Il lavoratore edile, regolarmente impiegato nella ditta Calcestruzzi Bolognetta srl, di Bolognetta, molto esperto in questo tipo di attività nonché autista di betonpompa, si trovava in un cantiere in contrada Bragone, a Trabia, dove sono appena i iniziati i lavori per la costruzione di una villetta, e stava manovrando con una pompa per calcestruzzo per gettare il cemento, che poi due operai di un’altra impresa procedevano a distendere sulla piattaforma. È allora che Corso ha inavvertitamente urtato con il braccio meccanico del macchinario i fili dell’alta tensione e la potentissima scarica elettrica non gli ha lasciato scampo: i soccorsi sono risultati vani. Una tragedia che, tra le altre, ha subito fatto registrare una presa di posizione forte da parte dei sindacati di categoria e dei loro segretari generali nel rivendicare maggior sicurezza per i lavoratori siciliani e più controlli.
Il Pubblico Ministero della Procura di Termini Imerese, dott. Danilo Angelini, con l’ausilio dei carabinieri della locale stazione intervenuti per tutti i rilievi e le indagini del caso, ha aperto un procedimento penale con l’ipotesi di reato di omicidio colposo per accertare la dinamica, le cause e le responsabilità dell’ennesima morte bianca: andrà chiarito, in particolare, perché quella linea elettrica fosse attiva, nonostante il Decreto Legislativo 81 del 9 aprile 2008, meglio noto come il Testo Unico per la Sicurezza sul lavoro, imponga che non possono essere eseguiti lavori non elettrici in vicinanza di linee elettriche, a meno di adottare determinate precauzioni, prima tra tutte, appunto, la messa fuori tensione delle parti attive per tutta la durata dei lavori. E non risulta che il datore di lavoro, o comunque i soggetti preposti alla sicurezza di quel cantiere, ora posto sotto sequestro, abbiamo presentato istanza in tal senso all’Enel.
I familiari della vittima, attraverso i consulenti personali Salvatore Agosta e Alessio Tarantino, si sono dunque rivolti a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, per fare piena luce sui fatti e anche per ottenere qualche risposta perché, a più di una settimana di distanza dal tragico evento, la moglie e i figli di Francesco Corso non hanno ricevuto alcun riscontro dall’autorità giudiziaria. Attraverso il penalista della famiglia, è stata quindi presentata un’istanza al Sostituto Procuratore di essere tempestivamente informati se e quando verranno disposti ed eseguiti gli accertamenti autoptici sulla salma, per dare modo a Studio3A di mettere prontamente a disposizione un consulente tecnico di parte per i propri assistiti, e, nel caso contrario, se cioè il magistrato non ritenesse necessario l’esame, di rilasciare al più presto il nulla osta per dare modo ai congiunti di fissare la data dell’estremo saluto all’operaio. Pur consapevoli delle difficoltà in cui anche la magistratura si trova ad operare in ragione della pandemia, i familiari del lavoratore confidano in una celere risposta da parte dell’autorità giudiziaria, perché questa situazione di incertezza e l’attesa, sommata a tutto il resto, stanno diventando insostenibili.