Il giorno 27 gennaio del 1945 i carri armati russi sfondavano le porte del campo di concentramento di Aushwitz e la più grande tragedia del 900,
quella dell’olocausto del popolo ebreo insieme allo sterminio delle minoranze room e agli assassinii di migliaia di oppositori democratici e di omossessuali, si svelava nella sua terribile verità.
La escalation della persecuzione, dall’inizio degli anni ‘30 fino al 1945, tanto in Germania che in Italia, aveva prodotto la immane bestialità della tortura e della condanna a morte di sessanta milioni di innocenti attraverso un percorso di discriminazione, arresti, deportazione e sterminio.
Successivamente la degenerazione più sconvolgente che l’umanità ereditava dal nazifascismo è stata individuata in quell’incomprensibile fenomeno con il quale due nazioni, quella italiana e quella tedesca, si sono consegnate alla barbarie e alla violenza, fino a organizzare minuziosamente la produzione della morte, come avviene in una fabbrica per ciò che essa produce.
Il pericolo di un mondo totalmente razionalizzato aveva svelato definitamente la sua forza distruttiva.
Le persone sopravvissute ai campi di concentramento e al dolore delle torture cui sono state sottoposte, dopo la guerra per molti anni non hanno potuto, nella maggior parte dei casi, raccontare quello che avevano vissuto. Una comprensibile reazione di autodifesa li allontanava psicologicamente da quell’esperienza fino al punto di cercarne un inconsapevole obblio.
Oggi il tempo trascorso ci consente ogni anno di celebrare la memoria del 27 gennaio del 1945 e di promuovere ogni anno in tutto il mondo una mobilitazione planetaria allo scopo di non dimenticare il passato perché un popolo che non ricorda il suo passato, per quanto amara e sconvolgente possa essere la sua memoria, è destinato a ripeterlo e perché, come ha ammonito Primo Levi, così come è successo può ancora succedere.
La sezione ANPI di Termini Imerese, come avvenuto ogni anno, ha promosso una serie di iniziative per la celebrazione della giornata della memoria e ha anche partecipato con spirito unitario anche a manifestazioni che altre associazioni ed Istituzioni hanno organizzato separatamente.
“Imprimere però – scrive in una nota il Comitato Direttivo Sezione ANPI – anche a una tale ricorrenza un’impronta di marcato individualismo, personalismo, primogenitura, costituisce un errore molto grave che la nostra associazione tenterà di superare da qualsiasi parte esso provenga.
La sezione dell’ANPI di Termini Imerese ritiene infatti che sia necessario un respiro più ampio e programmatico per affrontare il tema del razzismo e del fascismo.
Purtroppo nella giornata di ieri, non solo a Termini Imerese ma in generale, i pericoli attuali dei rigurgiti neo fascisti non sono stati abbastanza sottolineati. Il recente attacco di violenza squadrista contro La CGIL, il tentativo aperto di ricostituire associazioni fasciste, gli atteggiamenti razzisti contro il sud del mondo ed il fenomeno migratorio, la politica reazionaria e fascista di molti stati del mondo, le aggressioni squadriste quasi all’ordine del giorno contro nostre sezioni e militanti, evidenziano, oggi più che nel passato, temi che non possono essere sottovalutati. La sezione ANPI di Termini Imerese ritiene pertanto di proporre a tutte le forze democratiche che realmente vogliono impegnarsi in attività di contrasto al razzismo e al fascismo, la realizzazione di un programma di iniziative comuni che sia costituito non dalle semplici e ricorrenti celebrazioni ma da un impegno radicato nelle scuole e nella società, come nel controllo delle degenerazioni neo fasciste a qualsiasi livello verificatesi che l’ANPI combatte con forza, così come è avvenuto contro la recente posizione fascista, espressa con l’avallo vergognoso del Consiglio Comunale di Termini Imerese, relativamente alla lapide dei nostri concittadini partigiani e internati militari . La richiesta fascista do spostare quella lapide costituisce un grave oltraggio alla resistenza, ai nostri concittadini partigiani ed internati e alle loro famiglie.
Grazie alla Nostra Sezione e alla stampa nazionale questa richiesta, per ora è bloccata ma se essa dovesse continuare ad avere il benché minimo sviluppo determinerebbe perfino una contraddizione di inaudita ’gravita’ tra la sua stessa formulazione ed una Istituzione che esprime alla Presidenza ANCI Nazionale il proprio sindaco”.