Il Tribunale di Termini Imerese ha riconosciuto Loredana Graziano come la responsabile dell’omicidio del marito Sebastiano Rosella Musico.
“E’ lei che lo ha avvelenato! “Sono pochi 30 anni di carcere per la moglie accusata di avere ucciso col veleno il marito.” Così commentano i parenti della vittima, pizzaiolo termitano, morto nel gennaio del 2019 a Termini Imerese.
Assistiti dagli avvocati Salvatore Sansone e Salvatore Di Lisi, i familiari di Sebastiano Rosella Musico, davanti al Giudice dell’Udienza Preliminare del Tribunale di Termini Imerese dott.ssa Valeria Gioeli, hanno sentito pronunziare la sentenza di condanna a 30 anni di reclusione di Loredana Graziano la moglie di Sebastiano Rosella Musico, oltre alla perdita della potestà genitoriale nonché di ogni diritto civile.
La moglie del pizzaiolo Loredana Graziano, resterà ai domiciliari perché nel frattempo è diventata madre da qualche mese.
Questo dichiara a caldo la Sig.ra Antonina Filicicchia madre della vittima: “La Graziano ha assassinato mio figlio. Nessuna pena applicata dal giudizio degli uomini potrà restituirmelo ma il mio cuore di madre sarebbe più in pace se la responsabile di una condotta così assurda e selvaggia scontasse una pena più consistente e adeguata alla sua gravissima responsabilità.”
Così commentano gli avvocati Sansone e Di Lisi che assistono i familiari. Oggi per lo stesso reato non sarebbe ammesso il rito premiale del giudizio abbreviato. Infatti con l’entrata in vigore della legge 20 aprile 2019 (legge n. 33/2019), il giudizio abbreviato non è più ammesso per i delitti puniti con l’ergastolo, come, ad esempio, il reato di omicidio aggravato o quello di sequestro di persona aggravato. Al tempo dei fatti per cui è processo, il gennaio del 2019 era in vigore una norma che consentiva ancora il rito abbreviato per i reati puniti con la pena dell’ergastolo. Ecco allora si giustifica la condanna oggi pronunziata. La battaglia per la tutela delle ragioni della famiglia Rosella Musico non finisce oggi, continuerà certamente in grado di appello. Riteniamo di far valere la richiesta, già formulata in primo grado, di nuove contestazioni suppletive di responsabilità dell’imputata per un congruo aggravamento di pena.