Il Comitato “Città Porto per un futuro sostenibile” il 27 febbraio scorso si è fatto promotore di una assemblea pubblica, detta “Forum dei cittadini”,
al fine di realizzare un coinvolgimento della cittadinanza e fornire indicazioni cogenti sulle questioni riguardanti il futuro del porto. L’assemblea ha concluso i lavori con l’approvazione di un documento, proposto dal Comitato, che riporta chiaramente la volontà dei partecipanti, sostenuti da oltre 1400 firme, in merito ai futuri assetti del porto.
Per attribuire ulteriore valore e credibilità alle posizioni espresse, il Comitato ha invitato gli ingegneri Franco Grimaldi, Elio Ciralli e Paolo Viola, nella loro qualità di estensori del Piano Regolatore Portuale (PRP) vigente, ad esprimere le proprie considerazioni volte a fornire ulteriori elementi di supporto al dibattito in corso nell’esclusivo interesse della Città, in merito alla proposta di variante predisposta dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare della Sicilia Occidentale (AdSP) di Palermo.
Le considerazioni richieste sono state argomentate dai progettisti in un documento di cui il Comitato ha pubblicato il testo integrale al seguente link: Parere dei progettisti del PRP.
“Qui, in breve sintesi, vogliamo anticipare gli argomenti principali” scrivono in una nota il Comitato.
“Preliminarmente viene fatta una disamina del nuovo quadro normativo che disciplina la pianificazione dei porti di competenza statale. Facendo particolare riferimento all’art. 5 della LN 84/94, nella sua recente modifica determinata dalla Legge 9 novembre 2021, n. 156. Di fatto, in materia di formazione e approvazione di piani portuali, la nuova normativa ha limitato le competenze dei comuni e esteso quelle delle autorità portuali, tanto da suscitare dubbi di incostituzionalità. Le considerazioni dei progettisti si estendono poi ai contenuti della proposta di modifica al vigente PRP indicate nel Documento di Pianificazione Strategica di Sistema (DPSS).
A tale riguardo, il pronunciamento, nella parte riguardante il porto di Termini Imerese, è piuttosto risoluto in quanto si afferma che il DPSS: “Risulta alquanto ambiguo, ingegneristicamente impreciso e di difficile interpretazione: il documento non utilizza i metodi espositivi e le nomenclature tipiche, storicizzate nel settore della pianificazione portuale, che sono scaturite dalle specifiche “Linee Guida per la Pianificazione” portuale, emanate dal Ministero delle Infrastrutture”.
In merito alla proposta di localizzazione del porto commerciale a nord, in prossimità del centro abitato e del parco termale, i progettisti del PRP confermano le valutazioni e le preoccupazioni, già avanzate dal Comitato Città Porto, circa il devastante impatto ambientale e paesaggistico che tale localizzazione comporterebbe. Per quanto riguarda l’approdo turistico a sud, in corrispondenza del molo di sottoflutto, viene evidenziata la profonda contraddizione tra la competenza dell’AdSP, oggi impegnata nell’ampliamento e gestione del suddetto molo, e la competenza del comune e della regione per le aree esterne con funzione di interazione porto-città: “Il che costituirebbe un unicum in Italia, con profili di conseguenza giuridica e gestionale tutti da chiarire”.
Inoltre “Tale polo nautico finirebbe per beneficiare del nuovo molo di sottoflutto portuale, appositamente sagomato nel PRP 2004 con piazzali importanti, proprio per una funzione connessa al traffico commerciale. La realizzazione di tale opera è in stato avanzato e non può quindi che sottolinearsi l’importantissimo spreco di danaro pubblico che ne deriverebbe dal mancato assolvimento alla funzione per cui era destinata”.
Inoltre ancora vengono elencate tutte le criticità di tale localizzazione: dal rischio idraulico del torrente Barratina, alla presenza di infrastrutture e servizi indispensabili da smantellare, alla bassa protezione della darsena stessa. Di contro i progettisti evidenziano che il PRP vigente prevede di destinare all’approdo turistico la zona nord dello specchio acqueo portuale realizzandovi un “marina” ben attrezzato con pontili galleggianti e relativo “borgo marinaro”, sviluppati entrambi proprio sotto il Belvedere del Castello, e utilizzando quel grande piazzale oggi in abbandono. L’approdo turistico verrebbe così integrato nel progetto del Parco Termale Imerese e dotato di tutti i servizi alle persone per costituirvi una “piazza a mare” con ristoranti, bar, negozi, portici o alberature ombreggianti e tutte quelle attività che, nelle città di mare, diventano un naturale punto di aggregazione, gradevole ed attraente. I progettisti concludono nel modo seguente: “Sia sotto l’aspetto strettamente attinente alla pianificazione portuale, ma anche e soprattutto sotto i profili urbanistico e paesaggistico, e quindi di sostenibilità, la proposta di nuovo PRP avanzata dall’AdSP, che è stata analizzata, non è adeguatamente giustificata, né ben sviluppata, ed appare quindi non condivisibile”.