La conferenza dei vescovi siciliani da il via libera alle processioni dopo il 31 marzo, si riparte con la Domenica delle Palme

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Era la notizia che tanti fedeli attendevano, la CESI (Conferenza Episcopale Siciliana) ha infatti dato il via libera alle processioni dopo il 31 marzo 2022.

Si è svolta a Palermo nella storica sede di Corso Calatafimi l’assemblea primaverile della conferenza dei vescovi siciliani che ha avuto un gran da fare dopo le ultime notizie in fatto di pandemia, conflitto ucraino-russo, saluti a Mons. Gristina che lascia la Diocesi di Catania in favore del nuovo arcivescovo Mons. Luigi Renna e l’elezione del nuovo presidente, Mons. Antonino Raspanti della Diocesi di Acireale. Tra i vari punti all’ordine del giorno tra i quali un focus su quello che sta succendendo in Ucraina e quindi apertura di corridoi umanitari e accoglienza di profughi, è stato esaminato il caso della ripresa delle processioni religiose in tutta l’isola. “I Vescovi di Sicilia – si legge sulla nota ufficiale della CESI – hanno riflettuto sull’opportunità di riprendere le processioni religiose, qualora il Governo italiano, il 31 marzo p.v., revochi lo stato di emergenza. A tal proposito, esse potrebbero riprendere a partire dalla Domenica delle Palme”. Dovrebbe dunque essere una Pasqua diversa, con la ripresa dei Riti della “Settimana Santa” anche nel Comprensorio Termini Imerese – Cefalù – Madonie anche se bisognerà attendere l’ufficialità da parte di Mons. Corrado Lorefice (Arcidiocesi di Palermo) e Mons. Giuseppe Marciante (Diocesi di Cefalù) i quali a mezzo decreto forniranno anche le linee guida per svolgere le processioni in tutta sicurezza anche stando alle direttive della CEI. C’è però un vincolo chiaro, palesato durante l’incontro della sessione primaverile: “Quale gesto concreto di compassione col popolo ucraino, i Vescovi invitano tutti ad evitare i fuochi o le cosiddette “bombe pirotecniche” per le prossime feste pasquali (Domenica delle Palme – Pasqua). Non si possono sparare i fuochi d’artificio mentre uomini e donne, anziani e, specialmente, bambini sono atterriti dal suono delle sirene e uccisi dalle bombe belliche. In segno concreto di solidarietà, si invita a convertire il corrispettivo dei fuochi pirotecnici in aiuti umanitari ai profughi che saranno accolti nelle nostre Diocesi e nelle nostre Città”. Ripresa si, ma con un occhio a quanto sta accadendo in Europa con migliaiai di profughiin fuga dall’Ucraina e rispetto ai tanti morti tra i quali anche bambini, a causa di questa incomprensibile guerra che sta insanguinando il cuore del vecchio continente.
Giovanni Azzara