La città di Termini Imerese si stringe attorno al patrono, il Beato Agostino Novello, per fare memoria. Sono trascorsi 45 anni, dal quel 19 maggio 1977, giorno dell’arrivo del suo corpo in città.
È stato l’inizio di un grande amore del popolo termitano per questa figura che rappresenta una guida e un esempio di vita.
Il Beato visse tra il XIII e il primo decennio del XIV secolo in un periodo di turbolenza dentro e fuori il cristianesimo. Dottore in legge, giurista a capo della Curia del re Manfredi; in seguito a una malattia, giurò di entrare in un ordine religioso se fosse guarito. Ottenuta la grazia, entrò nell’ordine dei Frati Eremiti di Sant’Agostino. Povero, austero, costante nella preghiera, divenne prima Penitenziere della Curia Papale per 22 anni confessando Papa e Cardinali e poi, raggiunse il massimo grado all’interno degli agostiniani: Priore Generale dell’Ordine. Governò per due anni ma si accorse che i troppi impegni lo allontanavano da una vita di umile preghiera e vicinanza a Dio. Si dimise e si ritirò in un eremo a Siena. Trascorse il resto della sua vita in nobile eremitaggio, nascosto tra i boschi, immerso nella preghiera e nell’umile servizio ai suoi pochi confratelli. Morì in serena fiducia nel Signore.
“La vita del Beato Agostino può essere ancora oggi un punto di riferimento per orientarci nel presente. – Dice l’arciprete don Antonio Todaro. – Circa 1600 anni fa, Sant’Agostino d’Ippona, modello di riferimento del nostro Beato – scriveva: “Voi dite: i tempi sono cattivi; i tempi sono pesanti; i tempi sono difficili. Vivete bene e muterete i tempi”. Il nostro Beato ha vissuto bene i suoi tempi e ha rappresentato per i suoi contemporanei un punto di riferimento spirituale imprescindibile. Oggi abbiamo ancora bisogno del nostro Beato Agostino, del suo modo di essere nel mondo ma non del mondo. Abbiamo bisogno di rinunciare ai segni del potere per costruire una Chiesa Sinodale, aperta, accogliente, viva”.
“Quando alle 17 i mortaretti annunziarono l’arrivo del Beato Agostino nella sua terra tornò il sereno – racconta Franco Amodeo – il forte vento e la pioggia cessarono improvvisamente. Un miracolo. Allo svincolo dell’autostrada con il Cardinale Salvatore Pappalardo c’era il sindaco Ignazio Mirabella, tutti i presidenti delle confraternite di Termini e una piccola folla”.
Fabio Lo Bono
complimenti all’autore…..oggi pochi hanno il coraggio di ricordare un miracolo, un santo, una storia…
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